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Il tumore alla prostata rappresenta, tuttora, la neoplasia più frequentemente diagnosticata negli uomini. Questo significa che, nel corso della propria vita, 1 uomo su 8 può essere colpito da neoplasia prostatica, una patologia che nel 2020 ha registrato in Italia ben 36.000 nuovi casi. La buona notizia è che scienza e ricerca medica sono inarrestabili, le opzioni terapeutiche disponibili hanno aumentato in misura significativa la propria efficacia tanto è che, oggi, l’indice delle guarigioni supera il 75% e le stime sui tassi di mortalità per neoplasia prostatica sono decrescenti.

Per questo, vanno sostenute e favorite tutte le innovazioni che possano sconfiggere questo “Nemico Numero 1” degli uomini e contribuiscano ad affrontare efficacemente tante patologie dell’apparato urogenitale maschile, con un numero crescente di uomini sotto i 55 anni.

Lo conferma il dottor Angelo Cafarelli, Direttore del Centro di Urologia Robotica e mininvasiva di Villa Igea ad Ancona, fra i massimi esperti italiani di chirurgia laparoscopia e robotica in Urologia, con oltre 1200 interventi per neoplasia prostatica, tumori al rene, tumori alla vescica, e ben 1500 interventi di chirurgia endoscopica con Laser ad Holmio. La struttura clinica anconetana ha puntato senza esitazioni, per il settore Urologia, su tecnologie d’avanguardia “minimamente invasive” effettuando, nel solo 2020, ben 500 interventi di chirurgia laparoscopica. Di recente, per trattare pazienti affetti da Ipertrofia Prostatica Benigna, Villa Igea ha introdotto i nuovissimi trattamenti Rezum che impiegano solo energia termica e vapore acqueo affrontando, con una procedura già definita “rivoluzionaria”, una malattia che nel 2019 è stata diagnosticata a ben 7 milioni di uomini italiani.

Le maggiori informazioni a disposizione, aumentano la consapevolezza e le aspettative dei pazienti e hanno, di fatto, comportato una analoga evoluzione delle strutture ospedaliere in materia di diagnostica, trattamenti terapeutici, procedure chirurgiche.

Da qui, ricorda Cafarelli, la scelta terapeutica del Gruppo Villa Igea che ha puntato su strumentazioni diagnostiche d’avanguardia, su trattamenti terapeutici minimamente invasivi, su chirurgia per tumore alla prostata che impiega in misura crescente i sofisticati Chirurghi-Robots da Vinci.  Partner insostituibili per accuratezza e precisione, i robots in ambito chirurgico garantiscono livelli di efficacia e sicurezza un tempo impensabili.

La tecnologia è il filo conduttore degli interventi effettuati a Villa Igea per l’Iperplasia Prostatica Benigna, diagnosticata nel 2019 a 7 milioni di uomini italiani. Nelle aspettative dei pazienti la priorità assoluta, come ricorda il medico, viene data soprattutto alla preservazione della eiaculazione, funzione vitale che va tutelata e su cui nessun paziente, tanto meno se di giovane età, è disposto a “negoziare”. Per questo, le scelte terapeutiche dell’Urologia anconetana puntano su trattamenti evoluti, capaci di affrontare la patologia senza complicanze o effetti collaterali.

Di recente è stato introdotto in Italia Rezum, il nuovissimo trattamento per l’ipertrofia prostatica benigna che “va oltre” la chirurgia, impiegando solo energia termica e vapore acqueo. Il trattamento che molti specialisti hanno definito rivoluzionario, rappresenta una nuova frontiera per l’urologia ed è progettato per trattare l’Ipertrofia Prostatica Benigna, e i problemi urinari ad essa associati, con la termoterapia. Per comprendere a fondo la portata di questa innovazione è opportuno “delineare” la patologia. L’ipertrofia prostatica benigna colpisce l’80% degli italiani over 50 e si manifesta con l’aumento volumetrico della prostata, la piccola ghiandola attraverso cui passa l’uretra, ovvero il condotto che dalla vescica porta l’urina verso l’esterno. Quando la prostata si ingrossa va a comprimere proprio l’uretra, ostacolando la fuoruscita dell’urina. La patologia è progressiva, peggiora con il tempo e, se non adeguatamente trattata, può provocare danni permanenti alla vescica. Il sistema Rezum utilizza la corrente di radiofrequenza per generare energia termica sotto forma di vapore acqueo, da iniettare nella prostata in dosi controllate di 9 secondi, per un totale di 8-10 iniezioni per ogni seduta. Il vapore iniettato nel tessuto prostatico si disperde nello spazio interstiziale tra le cellule tissutali e, contemporaneamente, si raffredda e si condensa. A contatto con il tessuto prostatico, il processo di condensazione libera l’energia termica immagazzinata nel vapore e determina la denaturazione delle membrane delle cellule, causandone la necrosi. Con il progredire della sequenza necrotica, le cellule denaturate vengono assorbite dal normale metabolismo corporeo, riducendo così il volume del tessuto prostatico che occlude l’uretra. La condensazione del vapore genera, nella zona trattata, anche il rapido collasso del sistema vascolare, rendendo in questo modo la procedura non cruenta.

Il nuovo sistema non richiede, quindi, un approccio chirurgico che rappresenta, di norma,  la prima opzione quando le terapie farmacologiche non sono efficaci. Ma non è il solo vantaggio: la minima invasività, la rapidità e facilità di esecuzione della procedura non comportano necessariamente il ricovero ospedaliero. Rezūm può essere praticato anche in day-hospital o in ambulatori specializzati, in condizioni di massima sicurezza. Questo aspetto ha riscontrato elevato consenso sia da parte degli urologi sia dei pazienti consentendo, anche nell’emergenza Covid-19, di affrontare una patologia “non differibile” senza ospedalizzazione, prevenendo i rischi di infezioni e contagi, riducendo le liste d’attesa, abbattendo i costi legati a interventi chirurgici tradizionali.

Si aggiungano i risultati visibili dopo un mese, la rapida ripresa delle attività quotidiane e vantaggi clinici di enorme importanza, quali la preservazione della normale funzione sessuale ed il mantenimento della corretta funzione urinaria.

L’efficacia della nuova tecnologia è suffragata da autorevoli studi clinici. Il più recente, pubblicato sul “Journal of Urology”, ha rilevato miglioramenti significativi e duraturi dei sintomi del tratto urinario fino a 5 anni dopo la procedura. Si aggiunga che lo scorso anno il National Institute for Health and Care Excellence, ente del Dipartimento della Salute inglese che definisce le linee – guida sulle soluzioni terapeutiche più efficaci ed economiche per il sistema sanitario UK, ha ufficializzato le raccomandazioni all’uso di Rezum, rilevandone l’efficacia clinica per pazienti affetti da IPB con sintomi urinari da moderati a gravi, il basso rischio di disfunzioni sessuali, il miglioramento di qualità della vita.