Print Friendly, PDF & Email

Si è svolto ieri pomeriggio nell’aula magna dell’Università degli Studi di Milano il convegno “Uniti Per I Pazienti”. Con questo convegno La Statale di Milano ha voluto festeggiare insieme a pazienti e studenti i 90 anni dell’ateno milanese e i 20 anni dello IEO – Istituto Europeo di Oncologia.
Hanno presentato il convegno in un incontro riservato alla stampa la Prof.ssa Gabriella Pravettoni,
Direttore Applied Research Unit for Cognitive and Psychological Science IEO – Università degli Studi di Milano, il Prof. Umberto Veronesi, Direttore Scientifico Istituto Europeo di Oncologia e il Prof. Gianluca Vago, Rettore dell’Università degli Studi di Milano. L’incontro ha posto al centro di tutte le tematiche, che si sono poi approfondite durante il convegno, la relazione tra medico e paziente e la capacità da parte del medico e dell’ambiente ospedaliero di interpretare la sofferenza del paziente, per riuscire ad andare oltre gli aspetti puramente fisici della malattia e cercare di comprendere e sostenere lo spirito e la mente dei pazienti. La Prof.ssa Gabriella Pravettoni ha introdotto l’argomento, illustrando tutte le iniziative che sono già state poste in essere dallo IEO, iniziative che tra l’altro sono state premiate in sede europea, una chiamata Patient Empowerment e premiata 5 anni fa, mentre “I manage cancer” è stata premiata recentemente nell’ambito del premio europeo Horizon 2020 ed è un’applicazione, che guidata e strutturata da un adeguato supporto medico, consente di creare una rete geolocalizzata per aiutare i pazienti affetti da tumore a condividere e gestire la loro patologia. Come ha sottolineato la Prof.ssa Pravettoni spesso il momento della diagnosi di un tumore rappresenta per i pazienti un vero e proprio spartiacque tra la loro vita precedente e quella successiva agli interventi e alle cure, ma questo momento di disagio e radicale cambiamento di se stessi e della propria vita, non sempre riesce a trovare l’adeguato contenimento e l’empatia necessaria da parte dei medici curanti e dell’ambiente ospedaliero. Nemmeno la famiglia è preparata ad affrontare e sostenere il paziente in tutte le delicate fasi della malattia, proprio perché un coinvolgimento affettivo rende ancora più impervio questo compito. “I manage cancer” diventa così un’applicazione che è anche e soprattutto un luogo di condivisione delle esperienze dei pazienti affetti da tumore, dando anche al paziente e alle famiglie la possibilità di gestire aspetti organizzativi e reali della malattia, che sono peraltro estremamente impattanti nella vita di queste famiglie. In questo caso la tecnologia e il digitale diventano uno strumento di aiuto anche in ambito psicologico e nella delicata gestione del rapporto tra medico e paziente. Sempre la Prof.ssa Pravettoni ha ricordato come già da tempo in IEO è utilizzato un questionario denominato Alga, questionario validato e tradotto in 7 lingue, che è distribuito su iPad ai pazienti in sala d’attesa durante il loro primo incontro con il medico specialista di oncologia, che li seguirà poi in tutto il percorso della terapia. Il questionario Alga si basa su aspetti psicosociali, cognitivi e di personalità dei pazienti. Dal questionario vengono estratte 5/6 Keywords, che sono uno strumento utile per il medico oncologo per riuscire a stabilire un corretto primo contatto relazionale con il proprio paziente e per riuscire a ottimizzare al meglio tutto il tempo necessario per spiegare e definire la terapia durante la prima visita. Ancora una volta la tecnologia aiuta a semplificare e a migliorare il rapporto tra paziente e specialista. Come ha sottolineato il Prof Umberto Veronesi, Direttore Scientifico dello IEO – Istituto Europeo di Oncologia – la tecnologia è entrata prepotentemente nella medicina, soprattutto in ambito diagnostico, dove le macchine sostituiscono quasi completamente il medico, che per assurdo oggi potrebbe fare delle diagnosi a distanza senza visitare il paziente, ma semplicemente osservando i referti degli strumenti di diagnostica a sua disposizione. Veronesi ha poi precisato, che anche le terapie che seguono una diagnosi così strumentale, sono in qualche misura di per se già tracciate, lasciando al medico un limitato spazio di autonomia. La medicina, ha proseguito Veronesi, negli ultimi anni è sempre più diventata altamente specializzata, una medicina di organi se non addirittura di parti di organi. Tuttavia ha spiegato Veronesi, la tecnologia e l’innovazione in ambito medico hanno modificato il rapporto tra medico e paziente liberando degli spazi che hanno stimolato la nascita di nuove correnti, come quelle dalla medicina narrativa, che negli USA sta ristabilendo la centralità del rapporto tra medico e paziente, sottolineando l’importanza dell’ascolto del paziente e della percezione dello stesso nella sua integrità fisica e psichica. L’approccio del medico curante e la capacità di cogliere e indirizzare la reazione psicologica del paziente, secondo Veronesi sono un elemento fondamentale per la il successo delle terapie e il ristabilimento della salute del paziente. “E’ relativamente semplice togliere un carcinoma dal seno di una donna” ha affermato Veronesi ”quello che è molto più difficile fare è togliere l’ansia e la paura di quel carcinoma dai suoi pensieri”. Il Rettore Gianluca Vago ha sottolineato come la comunicazione scientifica attraverso il web e la moltitudine di studi e ricerche disponibili abbiano reso sempre più complicato e difficile il rapporto tra medici e pazienti. Il paziente arriva davanti al medico carico di informazioni, ma anche di paure e dubbi rispetto allo stesso specialista. Secondo il Professor Vago occorre dunque stabilire una nuova dimensione e misura di questo rapporto, perchè l’alleanza tra medico e paziente è fondamentale per il successo delle cure e delle terapie. La formazione, sempre secondo il Rettore Vago, deve tenere conto di questi aspetti e offrire agli studenti strumenti adatti a interpretare questo nuovo ruolo. Durante il convegno L’Università Statale di Milano, luogo di formazione e di ricerca, ha siglato un simbolico, ma importante patto con i pazienti, in cui si riconosce la centralità della persona malata nei processi di cura come elemento fondante dell’educazione in medicina. Roberto Maroni Presidente di Regione Lombardia è intervenuto nel convegno ripercorrendo le tappe della sanità lombarda e il significativo ruolo dello IEO – Istituto Europeo di Oncologia. Sempre durante il convegno è intervenuto il Prof. Roberto Orecchia, Direttore del Dipartimento di radiologia dello IEO, che da gennaio 2015 sostituirà Umberto Veronesi alla presidenza e direzione dell’Istituto Europeo di Oncologia.
Sono intervenuti al convegno, soffermandosi sugli aspetti della sofferenza e del dolore anche il filosofo Massimo Cacciari e Carlo Casalone Presidente della Fondazione Carlo Maria Martini. Durante il convegno sono state numerose le testimonianze dei pazienti, che hanno dato modo ai presenti di volgere lo sguardo in quel territorio così difficile e lontano che è la consapevolezza di essere un malato oncologico, ma anche la capacità di attingere a quelle forze misteriose e personali, che ci consentono di affrontare la malattia e oggi in una percentuale altissima di casi di vincerla.
Aldo Giovanni e Giacomo hanno chiuso il convegno con una benefica pioggia di ironia e la capacità di fare sorridere tutti i presenti.