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Dall’inizio del conflitto in Ucraina e del conseguente aumento del costo dell’energia, le famiglie ma anche le aziende italiane stanno combattendo una battaglia contro il caro bollette. Anche gli ospedali, e più in generale le strutture sanitarie, sono state colpite dalla cosiddetta pandemia energetica, che ha visto lievitare esponenzialmente i costi legati all’energia, già di per sé elevati in queste strutture ad esempio a causa dell’utilizzo di macchinari specializzati. Nonostante lo scorso anno il governo avesse previsto un aumento di 400 milioni a favore del Servizio Sanitario Nazionale e la Fiaso avesse richiesto lo stanziamento di risorse straordinarie pari a 500 milioni, l’aumento dei costi dell’energia elettrica e delle bollette è stato tale da essere difficilmente contenuto da queste misure.

Come reagire allora al rincaro energetico nelle strutture sanitarie? Seguire alcune accortezze, come l’utilizzo di luci esterne led alimentate a batterie ricaricabili e il monitoraggio costante delle temperature dei locali, con una particolare attenzione ai consumi nelle stagioni intermedie, è un ottimo punto di partenza. Ma nelle strutture ospedaliere fare solo questo non basta. È necessario, infatti, migliorare la sostenibilità ambientale delle strutture attraverso interventi di edilizia più ampi e di ciò ne è fermamente convinta Sto Italia.

Secondo dati recenti, un ospedale in termini energetici consuma l’equivalente di 2mila abitazioni, mentre la sanità e l’assistenza sociale più in generale rappresentano il primo utilizzatore di energia del settore pubblico italiano, con il 31% del totale.

“Quello della sostenibilità ospedaliera è un tema attuale visti i numerosi interventi edilizi di questi anni atti a migliorare ed ampliare i servizi e la qualità degli istituti sanitari sia in campo pubblico che privato, ma anche ingombrante, poiché gli ospedali sono notoriamente energivori: strutture che lavorano 24 ore su 24, 365 giorni all’anno, con ambienti a temperature, umidità e ricambi d’aria elevati e normati – spiega Michele Pingitore, Product Manager di Sto Italia – Per questo utilizzo iperattivo di energia, interventi di efficienza energetica offrono enormi opportunità per ridurla e conservarla, riducendo notevolmente l’impatto sull’ambiente delle strutture sanitarie”.

Fondamentale per le strutture sanitarie è che le facciate rispettino i requisiti di salvaguardia dell’integrità nel tempo, anche se sottoposte a grandinate e sollecitazioni meccaniche. A questo proposito il sistema di isolamento StoTherm AimS assolve a tutte le funzionalità necessarie alla facciata senza tralasciare l’estetica. L’utilizzo di prodotti durevoli, come in questo caso, consente di non dover ricorrere ad interventi di manutenzione straordinaria nel breve periodo e un risparmio in termini di energia, invece, sul lungo periodo. Non solo, la linea AimS di Sto Italia garantisce qualità, rispetto dell’ambiente e risparmio delle risorse. Essendo prodotti realizzati con oltre il 95% di materie prime rinnovabili sono pensati per migliorare la performance nell’ottica della massima sostenibilità.

Un’altra soluzione per garantire un basso impatto ambientale e allo stesso tempo mantenere ospedali e cliniche fresche all’interno sono i sistemi di facciata ventilata StoVentec.

In particolare, il sistema di facciata ventilata in vetro serigrafato StoVentec Glass A risponde alle esigenze di tutte quelle strutture che cercano una soluzione sicura e in grado di resistere al tempo. I moduli di facciata sono realizzati su misura e completamente off-site, con elevati livelli di sicurezza e di qualità di realizzazione. Anche l’aspetto architettonico è curato: i colori si fondono con il vetro creando immagini permanenti che non si consumano, non si graffiano, non sbiadiscono e non subiscono i danni causati dalle intemperie. Così l’ospedale può mantenere il proprio decoro, e allo stesso tempo garantire degli ambienti freschi il cui impatto ambientale non è così incisivo.