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«Il modello valoriale del progetto ci invita a farci carico di persone, non di pazienti. Noi vogliamo rispondere alle esigenze che la malattia o le condizioni di fragilità determinano, con l’obiettivo di essere utili a persone e famiglie nella faticosa ricerca di nuovi equilibri di vita. Certamente occorre svolgere bene i nostri compiti professionali, che sono però uno strumento, non il fine ultimo della nostra missione comune».
Così Fabrizio Giunco, medico geriatra, responsabile del Dipartimento Cronicità della Fondazione Don Gnocchi, ha presentato il progetto “Teseo. Fragilità e demenze in una comunità che cura”, uno dei 17 progetti vincitori del bando “Welfare in ageing”, promosso dalla Fondazione Cariplo per far fronte ai bisogni degli anziani e delle loro famiglie con un budget complessivo di 8,5 milioni di euro.
Il progetto è stato presentato al Centro IRCCS “S. Maria Nascente” di Milano della Fondazione Don Gnocchi.

«La demenza è una malattia cronica e progressiva, con sintomi difficili da decodificare – ha aggiunto Giunco, facendo il quadro di una situazione dove le famiglie faticano a orientarsi e dove è sempre più necessario ricomporre bisogni e risorse per una comunità accogliente e amichevole -. La diagnosi è spesso tardiva e il percorso diagnostico può essere incompleto e discontinuo e le famiglie fanno fatica a trovare soluzioni coerenti con l’insieme delle loro esigenze. Il sistema è frammentato, non facilmente accessibile e con una netta separazione tra risposte sanitarie e sociali. La malattia può durare anche 10-15 anni durante i quali le famiglie sono più spesso “case manager di sé stesse”. La ricerca di soluzioni può essere ancora più difficile o impossibile per le persone più sole o socialmente vulnerabili».
Di qui gli obiettivi del progetto, con la costruzione per il territorio della città di Milano di un modello di intervento sostenibile e replicabile, basato su azioni in filiera, adeguato ai nuovi bisogni della popolazione anziana a rischio di fragilità, sussidiario e complementare alle risorse della comunità e a quelle istituzionali.

«Una centrale operativa unica con software altamente specializzati – aggiunge Alessia Gallucci, psicoterapeuta e ricercatrice responsabile dell’Unità di Ricerca dell’Istituto “Palazzolo-Don Gnocchi” di Milano – ci consentirà di adottare modelli organizzativi, protocolli operativi e procedure condivise utili a superare le separazioni tra interventi sanitari e sociali. Il tutto per intercettare tempestivamente i bisogni, progettare risposte altamente personalizzabili, prevenire duplicazioni o utilizzi non appropriati».
Trasversale – come in tutti i progetti finanziati dal bando Cariplo – è lo sforzo di coinvolgere e attivare la comunità, con interventi strutturati, percorsi di formazione e aggiornamento, processi di orientamento, attività di networking tra operatori dei servizi clinici, di prossimità e socioassistenziali, supporto alle assistenti familiari, coinvolgimento dei medici di medicina generale, progettazione di campagne informative, valorizzazione delle reti di volontariato…

Sei le azioni previste grazie alla preziosa collaborazione dei partner di progetto: Caritas Ambrosiana, che metterà a disposizione i volontari delle Caritas parrocchiali e dei 122 Centri di Ascolto attivi a Milano e che costituiscono una rete capillare di intercettazione dei bisogni e di predisposizione di risposte concrete; la cooperativa Sociosfera Onlus, che metterà a disposizione l’esperienza del proprio Centro Studi e le relazioni con il sistema del Consorzio Farsi Prossimo e con i Servizi sociali del Comune, oltre ai propri servizi di prossimità e domiciliarità già attivi in alcune zone della città; Associazione per la Ricerca Sociale, che opera con istituti di ricerca e università e che progetterà il piano di monitoraggio e valutazione; Airalzh, associazione che promuove su scala nazionale la ricerca sulla malattia di Alzheimer, che selezionerà i documenti al centro delle attività di sensibilizzazione e formazione e che giuderà il piano di comunicazione.

«Le proposte arrivate – chiude Giovanni Azzone, presidente della Fondazione Cariplo – hanno portato alla luce iniziative diverse, ma tutte capaci di connettere in modo trasversale i soggetti del territorio e del sistema locale. Grazie a questi progetti vogliamo sostenere una risposta di comunità a un problema che riguarda un numero sempre più ampio di persone e di famiglie che si trovano a fronteggiare carichi di cura nuovi e complessi».