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Villaggio Amico ha preso parte ieri al progetto di formazione ‘Caregiver‘ promosso dall’Ente Ospedaliero Valduce di Como, con il patrocinio dell’Ordine provinciale dei medici chirurghi e degli odontoiatri di Como. Il progetto si rivolge ai familiari che si prendono cura di un proprio caro con demenza, attraverso percorsi di supporto e incontri informativi sul tema tenuti da diversi professionisti del settore.

Forte delle competenze consolidate nell’assistenza e nella cura di persone con Alzheimer e altre forme di demenza, Villaggio Amico è stata invitata per il secondo anno a mettere in campo tutta l’esperienza e a raccontare la sua best practice, attraverso l’intervento di Marina Indino, Direttore generale, Alessia Rossetti, psicologa, e Sara Maria Colombo, medico del Nucleo Alzheimer della comunità sanitaria. Le professioniste di Villaggio Amico hanno spiegato come assistere e curare una persona con demenza comporti l’impiego di molte risorse, emotive, fisiche, economiche e sociali, che spesso fanno incontrare, nel percorso di cura, fatica e stress. Hanno inoltre illustrato le modalità di accesso alla Rsa, presentato il Nucleo Alzheimer e dato suggerimenti e consigli pratici per l’autonomia del paziente al domicilio, con un focus sulla proposta del centro diurno e dei ricoveri di sollievo.

Un impegno, quello della cura e della divulgazione su Alzheimer e altre demenze, che Villaggio Amico porta avanti con impegno e costanza e che coinvolge anche il territorio. La comunità sanitaria è stata infatti promotrice del progetto che ha portato i comuni di Gerenzano e Cislago a diventare “Comunità amiche delle persone con demenza”, un progetto nazionale promosso da Federazione Alzheimer Italia.

“Abbiamo condiviso sin dal primo momento gli obiettivi del progetto ‘Caregiver’ perché, proprio come gli specialisti dell’ospedale Valduce, conosciamo bene le criticità, lo smarrimento e il bisogno di aiuto dei familiari di persone con demenza. – ha commentato Marina Indino, Direttore generale di Villaggio Amico – Il nostro scopo è far capire come la Rsa possa essere una strategia terapeutica per dare supporto e sollievo al familiare nella gestione dei disturbi del comportamento, aumentando la consapevolezza e la conoscenza della patologia nel caregiver e orientandolo nella rete dei servizi offerti dal territorio. Si può sicuramente creare sinergia tra il territorio, le strutture e i familiari e queste occasioni di confronto rappresentano un valido punto di partenza che va in questa direzione”.