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Il 19 luglio scorso, dopo due mesi di lavori, è entrato di nuovo in funzione, completamente rinnovato, uno dei tre Acceleratori lineari in forza alla Struttura Complessa di Radioterapia dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Modena, diretta dal dottor Frank Lohr, che ha sede al Policlinico di Modena. Con questo intervento, del valore di 800.000 euro, l’acceleratore è stato portato al livello tecnico top di gamma, potenziando le capacità terapeutiche dell’Azienda. L’aggiornamento è il primo tassello del progetto di potenziamento dell’Oncologia modenese nato dalla donazione di 3 milioni di euro della Fondazione Cassa di Risparmio di Modena, presentato alla cittadinanza nel novembre del 2016 e che oggi, nel pieno rispetto dei tempi, entra nel vivo. Il progetto prevede l’acquisto nel 2018 di un ulteriore acceleratore lineare e di una PET TC finanziati in parte dalla donazione, in parte da fondi dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria.
A celebrare il primo traguardo di questo percorso, i rappresentanti della Fondazione sono stati accolti per una cerimonia informale al Policlinico. Il presidente di FCRMO, Paolo Cavicchioli è stato accompagnato dal Direttore generale dell’AOU Ivan Trenti a vedere l’apparecchiatura potenziata grazie alla donazione. Ad accoglierlo ha trovato Giuseppe Longo , Vice-Direttore del Dipartimento ad Attività Integrata di Oncologia ed Ematologia Frank Lohr, Direttore della Radioterapia, Carla Piani, Coordinatrice infermieristica della Radioterapia, Napoleone Prandini, Direttore della Medicina Nucleare, Paola Ceroni, della Fisica Sanitaria, Leo Traldi e Luca Franceschini dell’ingegneria clinica.
“L’acceleratore lineare – spiega il dottor Frank Lohr – è un apparecchio per trattamenti radioterapiciche produce fasci di elettroni e di fotoni che, opportunamente collimati, vengono fatti incidere sul volume bersaglio, costituito dalla massa tumorale. Il nuovo acceleratoreè stato portato al livello tecnico del top di gamma per consentirci di eseguire trattamenti complessi e di altissima precisione. Questi trattamenti vengono già eseguiti al Policlinico e la nuova apparecchiatura ha rafforzato la nostra capacità di risposta. Essa, soprattutto, consente di eseguire trattamenti in respiro atteso, il cosiddetto “gating” che prevede che i pazienti respirino liberamente e che l’irradiazione sia sincronizzata con una prestabilita fase respiratoria in cui il tumore presenta una ridotta mobilità. Il sistema consente di ottimizzare il trattamento dei tumori del polmone, fegato, pancreas e seno, limitando le radiazioni allo stretto necessario”. Trattamenti ad alta precisione facilitano l’integrazione di radioterapia e terapia sistemica (chemioterapia e immunoterapia) per creare, grazie anche ai modelli terapeutici predisposti dalla Fisica Sanitaria, diretta da Tiziana Costi, quella sinergia tra questi due componenti del trattamento oncologico, necessaria a ottenere i migliori risultati possibili per il paziente. Per assicurare la piena funzionalità, il sistema è stato integrato nella rete informatica dell’ospedale dal Servizio tecnologie dell’informazione. diretto da Mario Lugli.
Sono circa 1.500 i nuovi casi di tumore seguiti annualmente dal Policlinico di Modena che complessivamente si occupa di circa 6.000 casi all’anno. Di questi, circa 1.500 usufruiscono di un trattamento radioterapico e 2.300 sono le PET eseguite dalla Medicina Nucleare del Policlinico, che serve l’intera Provincia. La rete radioterapica provinciale modenese ha a disposizione una Tomotherapy e 4 acceleratori lineari , 3 al Policlinico di Modena, 1 all’Ospedale di Carpi. Uno dei tre acceleratori lineari del Policlinico di Modena è stato aggiornato, un secondo verrà sostituito entro il 2018, con un nuovo apparecchio di ultima generazione grazie alla donazione della Fondazione Cassa di Risparmio di Modena.
L’acceleratore lineare lavora in sinergia con la PET/TC, un’apparecchiatura di diagnostica per immagini, per ottenere terapie sempre più mirate. La PET/TC unisce due tecnologie: la PET che aiuta a rivelare il funzionamento e il metabolismo di organi e tessuti; la TC che fornisce una chiara visualizzazione delle strutture anatomiche. La PET/TC permette di evidenziare le parti vitali del tumore consentendo al radioterapista di modulare le dosi personalizzandole in base al risultato della PET/TC. Analogamente la PET/TC permette di rimodulare il piano di trattamento radioterapico in funzione della riduzione della massa tumorale.