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Garze, guanti, cannule, cateteri, mascherine e altri dispositivi contaminati da materiale biologico: sono i cosiddetti “ROT”, rifiuti ospedalieri trattati dagli operatori socio-sanitari, classificati come pericolosi e a rischio infettivo. Gli ospedali italiani ne producono svariate tonnellate ogni anno, che vanno poi sterilizzate o incenerite con inevitabili conseguenze per l’ambiente. In occasione della Giornata Mondiale del Riciclo, volta a sensibilizzare sui cambiamenti necessari a garantire un futuro al pianeta, il Gruppo MultiMedica annuncia di aver installato, per primo in Lombardia, due innovativi impianti per il trattamento dei ROT che li triturano e li sterilizzano, riducendone il volume fino al 75%, senza emettere sostanze nocive nell’acqua o nell’atmosfera né produrre residui chimici, e limitando il dispendio energetico e di risorse idriche.

I due impianti si trovano presso l’IRCCS MultiMedica di Sesto San Giovanni e presso l’Ospedale MultiMedica di Castellanza, e prossimamente verranno introdotti anche in tutte le altre sedi del Gruppo, come l’Ospedale San Giuseppe di Milano.

Ad oggi, si stima che il nuovo sistema abbia permesso di risparmiare 130.000 kg di emissioni di CO2 e 470.000 MJ di energia.

“Con la pandemia da Covid, che ha portato a un’attenzione maggiore sui rischi di contaminazione e a un più diffuso utilizzo di dispositivi e materiali monouso, abbiamo assistito a un notevole incremento dei rifiuti sanitari pericolosi classificati a rischio infettivo, cresciuti in Italia di oltre il 24% rispetto al periodo pre-pandemico”, evidenzia la dottoressa Carmen Sommese, Direttore Sanitario Aziendale del Gruppo MultiMedica. “In tale contesto, abbiamo moltiplicato i nostri sforzi e cercato nuove strategie che ci consentissero di ridimensionare il nostro impatto ambientale e di garantire elevati livelli di sicurezza sia al personale sia ai pazienti. Essendo la salute la nostra mission primaria, abbiamo deciso di intervenire sulla gestione e sulla produzione dei rifiuti per ridurne quantità e pericolosità, nella convinzione di voler diventare parte della soluzione e non del problema inquinamento”.

Gli impianti realizzati a Castellanza e a Sesto San Giovanni, che nei due ospedali permettono di trattare rispettivamente 15 e 100 kg di rifiuti all’ora, si basano su una tecnologia brevettata da Newster Group. Cuore del macchinario, un set di lame taglienti, il cui potente movimento rotante tritura finemente, agita e scalda i rifiuti, tramite continui urti e attriti, fino a raggiungere una temperatura di 150°C.

Al termine del processo, si produce dell’acqua di condensa che può essere scaricata nella rete fognaria senza alcun rischio biologico e l’aria residua viene immessa nell’ambiente dopo essere stata filtrata da un sistema che cattura particelle fino a 0,3 micron, eliminando microbi e altre sostanze pericolose. Dopo il trattamento, i rifiuti risultano, quindi, sterili, ridotti di volume del 75%, di peso del 20-25% ed essiccati, così da essere assimilati alla quota indifferenziata dei rifiuti urbani. Nell’IRCCS di Sesto San Giovanni si è passati da un volume medio mensile di 450.000 litri di rifiuti a 135.000.

Il sistema implementato da MultiMedica non si limita, tuttavia, all’adozione di macchinari che trattano i rifiuti, ma si estende a più aspetti della loro gestione. Si tratta di un processo più ampio, che, ad esempio, richiede l’utilizzo di contenitori in plastica lavabili, al posto di quelli tradizionali in cartone, per lo stoccaggio e la movimentazione dei rifiuti sanitari pericolosi all’interno dell’ospedale. Ciò abbatte il rischio di contaminazione, perché non possono filtrare liquidi, riduce la possibilità di incidenti e l’evenienza che gli operatori deputati alla manipolazione di questi contenitori entrino in contatto con materiale infetto. La sostituzione dei contenitori in cartone con quelli in plastica impatta anche a livello ambientale, evitandone il trasporto quotidiano all’inceneritore e riducendo lo spreco quotidiano di grandi quantità di materiali usa e getta.

Inoltre, la necessità di garantire il buon funzionamento dei macchinari che tritano i rifiuti, settati per processare solo quelli effettivamente pericolosi e infetti, impone una maggior accuratezza nella raccolta differenziata da parte di tutto lo staff ospedaliero, che deve prestare ancora più attenzione nell’evitare di gettare nei contenitori per i rifiuti speciali quelli non pericolosi, che invece possono essere smaltiti nel ciclo dei normali rifiuti urbani.

“Abbiamo cercato di sviluppare un approccio innovativo e più efficiente alla gestione del problema, sia puntando sulla formazione del personale sia investendo in tecnologia”, commenta il dottor Daniele Schwarz, Amministratore Delegato del Gruppo MultiMedica. “Oggi il nostro progetto è divenuto prassi quotidiana e, attraverso strumenti di analisi, valutazione e monitoraggio dei processi, è costantemente controllato nell’ottica di apportare continui miglioramenti. Abbiamo scelto di fare un piccolo grande passo sul cammino della sostenibilità ambientale, per contribuire a prenderci cura di noi stessi e del nostro futuro”.