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Trapianto di cellule staminali: anche la nutrizione conta

I risultati preliminari di uno studio condotto dall’Oncoematologia Pediatrica del Policlinico Sant’Orsola di Bologna evidenziano i benefici della nutrizione enterale rispetto alla nutrizione con catetere venoso. Ridotte le infezioni e aumentata la sopravvivenza.

La ricerca si concentra sui dati di 145 pazienti pediatrici che, tra il 2010 e il 2022, sono stati sottoposti a trapianto allogenico di cellule staminali emopoietiche presso l’IRCCS Policlinico di Sant’Orsola. Il trapianto rappresenta una procedura salvavita per diverse leucemie, talassemie e immunodeficienze, ma è purtroppo gravata da un’importante tossicità. In particolare, la chemioterapia di condizionamento – che consente di rimuovere il vecchio midollo e di far attecchire quello nuovo – presenta diversi effetti avversi. 

I piccoli pazienti sottoposti a questo trattamento faticano infatti ad alimentarsi regolarmente a causa della frequente mucosite e sono particolarmente esposti alle infezioni, con conseguente necessità di terapia antibiotica. L’effetto combinato di questi due fenomeni finisce inevitabilmente per alterare il microbiota intestinale, ossia quell’insieme di microrganismi presenti nel tubo digerente che è capace di incidere in modo importante sullo stato di salute.

Per i piccoli pazienti in queste condizioni sarebbe raccomandata la nutrizione enterale, ma nella maggior parte dei centri trapianti italiani si preferisce ancora la nutrizione mediante catetere venoso. Pochi studi in letteratura analizzano l’effetto della nutrizione enterale sul microbiota intestinale e sui risultati del trapianto. I ricercatori dell’IRCCS hanno quindi deciso di porre rimedio a questa lacuna confrontando i dati di 145 pazienti pediatrici alimentati tramite catetere venoso o nutrizione enterale, introdotta al Sant’Orsola dal 2018.

“I pazienti sottoposti a nutrizione enterale hanno sviluppato una maggiore biodiversità del microbiota intestinale – spiega il giovane ricercatore Edoardo Muratore, premiato nel corso del primo Retreat della Ricerca dell’IRCCS Policlinico di Sant’Orsola proprio per questo studio – in particolare abbiamo riscontrato un incremento della presenza di batteri commensali, responsabili della produzione di metaboliti benefici come gli acidi grassi a catena corta, e una riduzione delle specie potenzialmente patogene”.

Il riequilibrio del microbiota intestinale si è quindi tradotto in una serie di benefici dal punto di vista clinico. “Rispetto ai pazienti alimentati con catetere venoso, nei bambini trattati con nutrizione enterale abbiamo riscontrato una minore incidenza di batteriemie, una riduzione dei ricoveri in terapia intensiva e, soprattutto, una sopravvivenza significativamente superiore”.

Ora i risultati di questo studio, condotto dai ricercatori guidati dal dottor Arcangelo Prete e dal professor Riccardo Masetti in collaborazione con il gruppo della Microbiomics Unit dell’Università di Bologna diretto dalla prof.ssa Patrizia Brigidi, andranno confermati da uno studio multicentrico.  

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