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Roche Diagnostics ha presentato la docuserie “Il Viaggio del Campione – Il valore della diagnostica”, iniziativa patrocinata da Confindustria Dispositivi Medici, che partendo dal paziente raccontain tre puntate il “viaggio” all’interno di un laboratorio di tre diverse tipologie di campione biologico, con l’obiettivo primario di far emergere e portare all’attenzione dell’opinione pubblica l’importanza del ruolo svolto dalla medicina di laboratorio e dalla diagnostica in vitro per la salute dei cittadini.

Ruolo ampiamente discusso e valorizzato dall’OMS che, in occasione della 76ª Assemblea Mondiale della Sanità, ha raccomandato l’adozione della risoluzione sul rafforzamento della capacità diagnostica, riassumibile in quattro punti chiave: stabilire piani strategici nazionali di diagnostica con modelli sostenibili di finanziamento, rafforzare i sistemi di laboratorio massimizzando l’attuale infrastruttura diagnostica, investire nel personale dedicato, adottare un quadro normativo che acceleri l’accesso alla diagnostica. Un’opportunità unica e senza precedenti per sostenere a livello mondiale l’equità di accesso a soluzioni fondamentali per la nostra salute e per rispondere alle principali sfide sanitarie di oggi e di domani.

L’adozione effettiva di tale risoluzione necessita di totale collaborazione e sinergia tra gli stakeholder del settore sanitario, il mondo istituzionale e quello politico. E Roche Diagnostics Italia si conferma partner del sistema nell’accogliere favorevolmente tale raccomandazione e nel promuovere iniziative come “Il Viaggio del Campione”, per contribuire a creare consapevolezza e informazione sulla capacità della diagnostica in vitro di guidare le decisioni cliniche e dare risposte chiare a importanti domande di salute.

La processazione dei campioni analizzati è stata documentata, tramite riprese video, all’interno dei laboratori di analisi di tre strutture ospedaliere italiane e avvalorata dalla competenza dei tre professionisti sanitari responsabili dei laboratori stessi, che sono stati ospiti dell’evento di lancio della campagna approfondendo i viaggi dei campioni ed evidenziando l’alto grado di complessità e innovazione che sta dietro al risultato di un test.

Marcello Ciaccio, Professore Ordinario di Medicina di Laboratorio, Presidente della Scuola di Medicina e Chirurgia Università degli Studi di Palermo e Direttore del Dipartimento di Medicina di Laboratorio dell’A.O.U.P. “P. Giaccone”, ha ospitato presso la struttura che dirige il viaggio della provetta di sangue associata all’effettuazione del test della Troponina ad alta sensibilità e ha sottolineato che “oggi la Medicina di Laboratorio è sempre più centrale, necessaria ed indispensabile in tutte le fasi del processo assistenziale, dalla predizione e prevenzione, alla diagnosi ed alla diagnosi differenziale, alla prognosi, al monitoraggio di malattia e terapia e permette in molte patologie, come ad esempio nelle Sindromi Coronariche Acute tramite il dosaggio della Troponina, di fare una diagnosi precoce e di instaurare la terapia tempestivamente, permettendo spesso di salvare la vita al Paziente”.

Renzo Luciano Boldorini, Professore Ordinario Anatomia Patologica Università del Piemonte Orientale e Direttore S.C.D.U. Anatomia Patologica e Breast Unit AOU Maggiore della Carità di Novara presso la cui struttura è stato girato il viaggio del campione istologico, ha specificato come “in questi anni le tecnologie diagnostiche siano migliorate moltissimo amplificando quello che l’anatomia patologica può offrire alla cura del paziente; ne sono un esempio le tecniche di diagnostica molecolare, che oggi  consentono con l’utilizzo di minime quantità di tessuto, quindi con prelievi minimamente invasivi per il paziente,  di poter fornire una serie consistente di informazioni molto dettagliate  relative alla firma molecolare del tumore, fondamentali per la definizione del percorso terapeutico”.

Massimo Locatelli, Direttore Medico Servizio di Medicina di Laboratorio dell’IRCCS Ospedale San Raffaele Milano, il cui laboratorio ha ospitato le riprese del viaggio del tampone nasofaringeo, ha ricordato che “la diagnostica di laboratorio e, nel complesso la medicina di laboratorio, ha dato un grossissimo contributo alla gestione della pandemia, che ha rappresentato un forte stimolo a implementare modelli di collaborazione con i clinici e di diagnostica estendibili ad altre patologie”.

L’evento di lancio della campagna è stato l’occasione per dare spazio al confronto e al dialogo tra esperti del mondo accademico e scientifico sul ruolo fondamentale della diagnostica in vitro quale driver della costruzione di una sanità futura più sostenibile ed incentrata sul valore per il paziente, e sull’importanza di estendere questa consapevolezza anche all’opinione pubblica.

“L’evoluzione della medicina di laboratorio nelle ultime tre decadi è stata di entità tale da aver cambiato radicalmente il ruolo dell’informazione di laboratorio nei percorsi diagnostico-terapeutici – ha spiegato Mario Plebani, Professore Onorario di Biochimica clinica e Biologia molecolare clinica nell’Università di Padova  e Presidente eletto della Federazione Europea di Medicina di Laboratorio (EFLM) – Risultati refertati in pochi minuti hanno modificato e migliorato la medicina di urgenza, biomarcatori e test molecolari identificano fattori di rischio e possono modificare la storia naturale e l’evoluzione di molte patologie, altri esami guidano terapie sempre più personalizzate. Tuttavia, non è ancora chiara a cittadini e pazienti la complessità delle fasi dell’esame di laboratorio. Tantomeno è chiara la percezione che errori nella richiesta degli esami, nelle procedure di prelievo, nella manipolazione e trasporto dei campioni possono compromettere la qualità finale dei risultati, l’accuratezza delle diagnosi e delle terapie. Comprendere “il viaggio del campione” è, pertanto, la premessa per una miglior conoscenza della complessità e del valore dell’informazione di laboratorio: un viaggio che vive di professionalità, tecnologia e passione per la diagnosi”.

“Negli ultimi 10 anni si è assistito ad una vera rivoluzione della medicina dilaboratorio – ha commentato Federico Lega, Professore Ordinario di Economia, Politica e Management Sanitario Dipartimento di Scienze Biomediche per la Salute, Università Statale di Milano– sia sotto il profilo di contenuto che quello organizzativo. Rivoluzione che l’ha posta al centro dell’agenda strategica del SSN e del settore salute. Le riorganizzazioni a rete dei laboratori, le concentrazioni, la specializzazione vocazionale dei singoli laboratori e la ricerca di modelli più efficienti per la gestione delleattività senza valore aggiunto sono solo alcune delle ragioni per cui il mondo del laboratorio ha “molto” da raccontare nonché per ispirare il resto del SSN. E poi l’avvento dei nuovi test, che ha rinnovato la fondamentale importanza della medicina di laboratorioarricchendone però il contributo, da quello più tradizionale della diagnosi nel processo di cura a quello sempre più importante del ruolo nella prevenzione e nellamedicina predittiva, la chiave per fare salute di iniziativa e tutelare piuttosto che curare la popolazione servita dal SSN. E rendere più sostenibile il sistema. Tutte ottime ragioni per approfondire e narrare la medicina di laboratorio con rinnovata energia ed attenzione”.

“I test di laboratorio sono diventati sempre di più di grandissima utilità nella gestione di molte patologie cliniche, soprattutto quelle cardiovascolari. La diagnosi di scompenso cardiaco si basa sulla valutazione clinica del paziente e della sua sintomatologia – ha spiegato Salvatore Di Somma, Professore di Medicina Interna e d’Urgenza Università La Sapienza di Roma, Direttore Scientifico AISC e Presidente Great Network Italia – Quest’ultima, però, risulta molto spesso aspecifica in quanto alcuni sintomi, come ad esempio la dispnea, sono comuni sia a patologie di origine cardiaca  sia di origine polmonare . Per tale motivo le linee guida suggeriscono di affiancare al giudizio clinico la valutazione dei peptidi Natriuretici che permettono di confermare o escludere con certezza la diagnosi di scompenso cardiaco sia nella fase acuta che nella fase cronica. Inoltre, a fianco del potere diagnostico tali biomarcatori hanno un valore di stratificazione prognostica della malattia e possono essere di ausilio nel monitorare il suo andamento. L’uso di tali test di laboratorio – ha proseguito Di Somma – dovrebbe essere quindi sistematicamente considerato da tutti i medici coinvolti nella gestione dei pazienti con scompenso cardiaco, inclusi i medici di medicina generale, e i pazienti stessi dovrebbero essere educati a conoscerne i benefici dell’esecuzione periodica. A dimostrazione poi di quanto noi clinici siamo diventati dipendenti dal supporto di test di laboratorio sempre più sensibili e specifici, l’introduzione delle troponine da elevata sensibilità nella esclusione o conferma rapida della presenza di un infarto miocardico ha rappresentato un enorme passo avanti nel miglioramento dell’outcome di tale patologia”.

“Le imprese che operano nel settore della Diagnostica in vitro hanno l’obiettivo di rendere disponibili test sempre più efficaci e precisi – ha dichiarato Katia Accorsi, Presidente Assodiagnostici – L’innovazione in questo settore è straordinaria, basti pensare a quante patologie sono oggi identificabili precocemente, o al ruolo fondamentale per la ripresa di una vita normale svolto dai tamponi durante la pandemia. La diagnostica in vitro è infatti indispensabile per qualunque scelta medica e per il monitoraggio delle terapie. Le oltre 300 imprese del settore IVD operanti nel nostro Paese sono quindi partner essenziale del servizio sanitario nazionale.Per questo chiediamo un confronto con il Governo per la definizione della governance del settore. La spesa pro capite in dispositivi medici (in cui rientra la diagnostica in vitro) è tra le più basse d’Europa: in media 123 euro in Italia, contro i 284 euro nei principali Paesi europei. È evidente che occorre investire di più per garantire equità e qualità delle cure”.

“Questa iniziativa è molto importante perché accende un focus su un momento della cura fondamentale ma non adeguatamente percepito, che è quello della diagnosi, e di una diagnosi tempestiva e accurata– hadetto Anna Lisa Mandorino, Segretaria Generale Cittadinanzattiva– Come organizzazione civica siamo impegnati da sempre nel diffondere consapevolezza presso i cittadini sulla centralità e la complessità del momento diagnostico e d’altra parte chiediamo che, in questo ambito, si investa soprattutto nella dotazione di personale sanitario dedicato. Vorremmo che una attenzione particolare nel viaggio del campione fosse dedicata anche alla trasmissione e alla condivisione dei risultati diagnostici tra i professionisti coinvolti in un percorso di cura, che deve avvalersi degli strumenti di salute digitale a cominciare dal fascicolo sanitario elettronico”.

“La diagnostica in vitro è da molti definita un campione silenzioso dell’healthcare poiché pur influenzando circa il 70% delle decisioni cliniche vede investimenti limitati – ha commentato Guido Bartalena, Diagnostics Solutions Director di Roche Italia- e purtroppo la maggior parte delle persone non è del tutto consapevole del suo valore, un valore che risiede nella capacità di dare risposte chiare a importanti domande di salute, risposte che consentono ai medici di agire e prendere decisioni cliniche sempre più tempestive e accurate. Quando una persona si sottopone ad un test di diagnostica in vitro, non vive in prima persona l’esperienza nella sua totalità. Sperimenta direttamente il processo fino al prelievo ma non sa cosa avviene dopo. Non conosce il “dietro le quinte”, nel laboratorio. Con la campagna di awareness “Il Viaggio del Campione” vogliamo contribuire a diffondere questa conoscenza e a rendere l’opinione pubblica consapevole dell’importanza della diagnostica per la salute delle persone, del valore generato da soluzioni innovative per esiti clinici ottimali, nonché evidenziare la complessità scientifica e tecnologica dietro alla produzione di un risultato che può fare la differenza per la vita delle persone. Non c’è terapia e quindi potenziale cura per il paziente senza prima una diagnosi. E non c’è una diagnosi senza la medicina di laboratorio e la diagnostica in vitro”.

“Al fine di migliorare la qualità dei servizi ai cittadini, nella scorsa legislatura Regione Lombardia ha emanato una normativa organica e omogenea, superando così la frammentarietà delle precedenti indicazioni – ha concluso Emanuele Monti, Presidente Commissione Sostenibilità sociale, casa e famiglia del Consiglio Regionale della Lombardia –Le linee guida del processo di revisione riguardano, innanzitutto, la garanzia della qualità dell’offerta diagnostica alla persona e la valorizzazione delle specifiche competenze necessarie all’erogazione dei diversi test diagnostici. Principi declinati attraverso un ampio spettro di obiettivi, come migliorare l’ampiezza e il livello delle prestazioni erogate e garantire la sicurezza delle diagnosi. Il percorso di sviluppo e innovazione prevede, inoltre, il potenziamento e la regolamentazione dell’utilizzo della telepatologia e della rete informatica dei laboratori, con un investimento di circa 6,5 milioni di euro. Al fianco degli investimenti, del sostegno all’innovazione tecnologica e uso appropriato delle risorse e del potenziamento capillare della rete dei punti prelievo, sono fondamentali campagne di informazione come questa che permettono di raggiungere una vasta platea di persone e di informarle sul valore della diagnostica di laboratorio per la prevenzione e la ricerca di percorsi terapeutici sempre più personalizzati in un’ottica di miglioramento della qualità di vita dei cittadini”.