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All’ospedale di Mantova, alla presenza del direttore generale Welfare di Regione Lombardia Giovanni Pavesi, dei vertici e del personale di Asst e di numerose autorità, sono stati inaugurati: il nuovo robot chirurgico, con le sale operatorie 7 e 8 appena ristrutturate; un angiografo digitale di ultima generazione per l’Emodinamica; un simulatore ostetrico ad alta fedeltà che viene utilizzato per la formazione degli studenti dei corsi di laurea e dei professionisti di Asst.

Il direttore generale Mara Azzi ha ringraziato tutti per questo importantissimo risultato: “Un traguardo che fa parte del nostro percorso di rilancio dell’azienda, in termini di investimenti strutturali, tecnologici, nelle risorse umane. Un passo decisivo per il quale sono grata in primis a Regione Lombardia, che crede in noi. Ricordo anche il riconoscimento del Poma come Dea di secondo livello e la partenza della Neurochirurgia. Il contributo di ciascuno, di ogni singolo operatore, di Ats della Val Padana, del mondo del volontariato che ci sostiene sempre è stato determinante”.

Soddisfazione per il sindaco Mattia Palazzi e il presidente della Provincia Carlo Bottani che hanno messo in luce il grande lavoro di squadra e l’importanza degli investimenti per rendere attrattiva Mantova. Un plauso anche dal direttore generale di Ats della Val Padana Salvatore Mannino.

“La sanità è un patrimonio di tutti – ha dichiarato il direttore generale Welfare di Regione Giovanni Pavesi – e quando gli obiettivi sono comuni tutte le componenti istituzionali, politiche, del terzo settore diventano coese, come accade qui. La forza di un ospedale è la tecnologia, sono le strutture, ma soprattutto gli uomini, i nostri professionisti. Vorrei sottolineare per altro che un ospedale forte ha senso se il territorio funziona, poiché i due livelli si integrano. Mantova è una realtà cruciale, ai confini con il Veneto e l’Emilia, sta molto a cuore a Regione Lombardia. Lo dimostrano due novità, che oggi vi vorrei annunciare. La giunta regionale ha approvato una variazione del piano di organizzazione di Asst, introducendo la struttura complessa di Ematologia. Inoltre – ha concluso – l’assessore regionale Bertolaso ha firmato il primo stralcio dell’accordo di programma con il ministero per l’investimento di 45 milioni di euro destinati al blocco E. Ora la nuova ala è finanziata”.

Secondo le valutazioni del coordinamento multidisciplinare dei chirurghi il robot sarà impiegato, in particolare, per le discipline di urologia, chirurgia generale, ginecologia, otorinolaringoiatria e chirurgia toracica. In base alle stime effettuate, le procedure chirurgiche interessate all’innovazione tecnologica in questione, a regime, saranno oltre 300 all’anno, progressivamente incrementabili.

Potenzialmente ogni procedura chirurgica laparoscopica a livello delle regioni pelvica, peritoneale e toracica può trarre beneficio dall’utilizzo del nuovo sistema. Molte prestazioni chirurgiche di tali sedi anatomiche, attualmente eseguite con accesso open per la loro complessità, potrebbero essere effettuate più facilmente con tecnica laparoscopica assistita del robot con una riduzione delle perdite ematiche, delle complicanze, della degenza ospedaliera. Ne conseguirà una maggiore sicurezza per i pazienti sia dal punto di vista dei risultati oncologici sia per gli aspetti funzionali.

I principali vantaggi del robot chirurgico sono: estrema precisione rispetto alla chirurgia tradizionale; visione tridimensionale ad alta definizione; riduzione della fatica del chirurgo durante procedure lunghe e complesse; minori perdite di sangue, grazie a tagli più precisi e minimi danni ai tessuti circostanti; cicatrici ridotte; recupero più rapido per la minore invasività e trauma sui tessuti circostanti; telechirurgia, possibilità di eseguire interventi a distanza, aprendo nuove possibilità per l’accesso a cure mediche specializzate in aree geografiche remote o durante situazioni di emergenza.

Si tratta di un servizio che eviterà ai cittadini di spostarsi in strutture lontane da Mantova con trasferte impegnative e costi gravosi. I professionisti sono al lavoro dallo scorso dicembre per apprendere l’uso della nuova tecnologia.

Si mira per altro a creare una rete con le strutture private accreditate, come gli ospedali di Suzzara e Castiglione delle Stiviere, entrambi sperimentazioni gestionali di ASST, consentendo a ogni paziente mantovano di beneficiare della chirurgia robotica del Poma.

Il costo complessivo è di 7.300.000 euro fra noleggio, servizi collaterali e materiale di consumo. IOM-Istituto Oncologico Mantovano ha organizzato una campagna di raccolta fondi, una gara di solidarietà che ha potuto contare sulla generosità di privati e terzo settore e che è arrivata a quota 200mila euro.

Il blocco operatorio del presidio ospedaliero di Mantova si trova al piano primo del blocco B ed è composto da un totale di 12 sale operatorie, ma fino ad oggi solo 10 erano disponibili per l’attività sanitaria, poiché per le sale 7 e 8 servivano lavori di adeguamento strutturale e impiantistico.

Dal mese di settembre 2022 l’Azienda ha investito importanti risorse per assicurare le opere di ristrutturazione edile e impiantistica che si sono concluse a settembre 2023. Ha colto inoltre l’occasione per riqualificare l’intera piattaforma chirurgica implementando l’offerta tecnologica attraverso il sistema robotico chirurgico. Il robot è stato consegnato il 19 ottobre ed è posizionato nella sala 8, di superficie maggiore rispetto alla 7.

La chirurgia robotica è l’ultima evoluzione della chirurgia laparoscopica mininvasiva e permette al chirurgo di operare mediante il robot guidandolo a distanza rimanendo seduto a una consolle posta all’interno della medesima sala operatoria.

I costi per le attrezzature e gli arredi delle nuove sale operatorie ammontano a 145mila euro. Le spese per l’intervento di ristrutturazione, comprensivo di arredi speciali della zona lavaggio e migliorie relative alla predisposizione all’installazione del robot ammontano a 1.130.000 euro.

Il nuovo macchinario utilizzato dal servizio di emodinamica della struttura complessa di Cardiologia dell’ospedale di Mantova è un avanzato sistema di angiografia digitale per l’acquisizione di immagini mediche ad alta risoluzione durante gli interventi di angiografia coronarica e cardiaca.

L’angiografo digitale ha svariate potenzialità che includono: imaging ad alta definizione che consente di visualizzare i vasi sanguigni con precisione; imaging tridimensionale per una visualizzazione completa dell’area di interesse, offrendo maggiore comprensione della struttura vascolare; imaging a bassa dose di radiazioni, grazie a tecnologie avanzate per ridurre l’esposizione del paziente e del personale, assicurando al contempo una qualità dell’immagine eccellente; funzionalità per guidare le procedure interventistiche in tempo reale, permettendo ai medici di navigare in modo preciso all’interno del corpo del paziente durante gli interventi.

Le immagini acquisite possono essere archiviate digitalmente su Pacs e così condivise facilmente con altri membri del team medico per una valutazione collaborativa. Il sistema è inoltre integrabile con altre tecnologie mediche e sistemi di diagnosi, attraverso la fusione delle immagini con tac e la risonanza magnetica ed è dotato di eco tomografo intracoronarico ed eco tomografo cardiaco con sonda trans esofagea.

Le procedure che vengono svolte con l’angiografo riguardano patologie tempo dipendenti in ambito cardiologico ad alto rischio, nonché di emodinamica diagnostica ed interventistica sia urgenti che elettive. Vengono poi svolte procedure di cardiologia interventistica strutturale, come la sostituzione transcatetere della valvola aortica e la riparazione transcatetere della valvola mitrale. Oltre all’attività di emodinamica viene eseguita anche attività di elettrostimolazione ed elettrofisiologia interventistica complessa.

Il macchinario ha un costo di 700mila euro a noleggio.

Il centro di simulazione ad alta fedeltà è destinato alla formazione degli operatori sanitari di ASST Mantova e degli studenti del centro universitario del Poma. Si trova negli spazi del centro universitario ed è dotato di: area di simulazione per scenari clinici, che può essere trasformata in sala operatoria, di terapia intensiva, di emodinamica, di reparto di degenza, domicilio a seconda degli scenari che verranno organizzati; sala regia che comprende tecnologia avanzata per la gestione della simulazione, riproduzione; stanza plenaria e per debriefing, dove viene effettuata la proiezione in live dello scenario in corso in modo da poter visionare la simulazione effettuata dal team; magazzino per deposito arredo scenari e attrezzatura.

Si chiama Noelle ed è un simulatore di donna partoriente, a corpo intero, con dimensioni naturali, anatomicamente corretto, dotato di compressore interno, tablet istruttore con software UNI dedicato in lingua italiana, monitor touchscreen per la visualizzazione dei parametri vitali materni e fetali, e due feti per la simulazione del parto.

Permette la simulazione di: parto eutocico, podalico, operativo, strumentale; distocia di spalla, emorragia post-parto, eclampsia, placenta previa, distacco della placenta, prolasso del funicolo, espulsione della placenta; ritenzione della placenta; diverse tonicità uterine; alterazione del battito cardiaco fetale.

Il ricorso alla simulazione è una delle ultime frontiere nell’ambito della formazione dei professionisti. Un sistema di training interattivo basato sull’uso di strumenti formativi innovativi che, grazie a moderni software, permette di ricreare virtualmente scenari clinici assolutamente realistici. L’addestramento in simulazione è un processo didattico che si basa su fare pratica, riflettere e dare riscontro. Numerosi studi hanno dimostrato come la simulazione incrementi l’efficacia, l’efficienza e la sicurezza dell’intervento sanitario.

La stretta collaborazione tra il corso di laura in Ostetricia sezione di Mantova dell’Università degli Studi di Milano e la struttura Qualità e Risk Management ha permesso di sviluppare i contenuti dei corsi utilizzati nel centro di simulazione attraverso la creazione di scenari creati sulla base di eventi avversi e sentinella già raccolti nell’ambito delle attività di gestione del rischio clinico o negli esiti degli audit clinici che hanno visto partecipare attivamente i reparti di Ostetricia e Ginecologia di ASST.

In ogni gruppo viene individuato il team leader, e i partecipanti assumono ruoli diversi (infermiere-ostetrica, chirurgo, anestesista) in funzione del caso che viene presentato. Tutta la sessione di simulazione viene ripresa mediante un sistema audio-visivo con telecamere posizionate in diversi punti. Al termine, tutti i partecipanti prendono parte a un debriefing, della durata di circa 30-45 minuti, nell’ambito del quale i discenti rivedono lo scenario filmato e, con l’aiuto di un istruttore-facilitatore, analizzano gli spunti di miglioramento. Buona parte della discussione è focalizzata sull’adesione alle buone pratiche e sull’analisi dei comportamenti del gruppo nella gestione delle emergenze nonché nelle abilità non tecniche con particolare riferimento ai campi della leadership, comunicazione ed interazione, cooperazione e gestione delle risorse, consapevolezza, professionalità.

I costi della cabina di regia ammontano a 31mila euro e quelli del simulatore 55mila euro.