Vertex Pharmaceuticals e CRISPR Therapeutics hanno annunciato che entrambi gli studi cardine per exagamglogeneautotemcel in pazienti affetti da beta-talassemia trasfusione-dipendente e da anemia falciforme hanno raggiunto gli endpoint primari e secondari chiave. I risultati sono stati presentati al Congresso annuale dell’Associazione Europea di Ematologia in corso a Francoforte.

“I risultati aggiornati degli studi TDT e SCD sono notevoli e avvicinano la promessa di una terapia cellulare autologa geneticamente modificata con CRISPR/Cas9 per i pazienti in attesa”, ha dichiarato Carmen Bozic, Executive Vice President, Global Medicines Development and Medical Affairs, e ChiefMedicalOfficer di Vertex.

“Questi dati confermano il potenziale di exa-cel nel rendere i pazienti con talassemia indipendenti dalle trasfusioni e quelli con anemia falciforme liberi da crisi vaso occlusive, con un significativo miglioramento della qualità della vita”, ha dichiarato Franco Locatelli, Professore di Pediatria all’Università Cattolica del Sacro Cuore, Roma, Direttore del Dipartimento di Ematologia e Oncologia Pediatrica dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù. “Questa terapia offre una potenziale cura per i pazienti affetti da talassemia trasfusione-dipendente o da anemia a cellule falciformi, oltre a mostrare un profilo di sicurezza favorevole”.

Sia CLIMB-111 che CLIMB-121 hanno raggiunto l’endpoint primario e l’endpoint secondario chiave nell’analisi ad interim pre-specificata per entrambi studi. Queste analisi hanno valutato l’efficacia e la sicurezza di exa-cel in pazienti con TDT e SCD negli studi di Fase 3 in corso e nello studio di follow-up a lungo termine CLIMB-131. I dati condivisi riguardano 83 pazienti a cui è stato somministrato exa-cel con un follow-up fino a 43,7 mesi. Tutti i pazienti trattati con exa-cel hanno dimostrato un beneficio clinico e questi dati continuano a dimostrare il profilo potenzialmente trasformativo di exa-cel.

Dei 48 pazienti con TDT che avevano ricevuto exa-cel al momento dell’analisi, più della metà presenta genotipi associati a malattia grave, beta-zero/beta-zero o altri genotipi gravi simili a beta-zero. Al momento del data cut, 27 pazienti TDT erano valutabili per l’endpoint primario e per quello secondario chiave.

24/27 hanno raggiunto l’endpoint primario, ovvero l’indipendenza dalle trasfusioni per almeno 12 mesi consecutivi e l’endpoint secondario, ovvero l’indipendenza dalle trasfusioni per almeno 6 mesi consecutivi con un’emoglobina media di almeno 9 g/dL. La durata media dell’indipendenza dalle trasfusioni è di 20,5 mesi, con un massimo di 40,7 mesi.

dei 3 pazienti che non hanno raggiunto il TI12, uno ha interrotto le trasfusioni ed è libero da trasfusioni da 2,9 mesi; gli altri due pazienti hanno avuto riduzioni sostanziali del volume trasfuso rispetto al basale.

Gli aumenti dell’emoglobina totale si sono verificati già nei primi mesi e si sono mantenuti nel tempo. Nell’analisi di tutti i pazienti che hanno ricevuto exa-cel, l’emoglobina totale media era ≥11g/dL al mese 3 e ≥12g/dL dal mese 6 in poi con una distribuzione pancellulare dell’emoglobina fetale.

La proporzione media di alleli BCL11A modificati è rimasta stabile nel tempo nel midollo osseo e nel sangue periferico, indicando il successo dell’editing permanente nelle cellule staminali ematopoietiche a lungo termine.

I pazienti hanno anche registrato miglioramenti clinicamente significativi negli esiti riferiti dai pazienti.