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È stato presentato il 31 maggio il progetto “Fit for Medical Robotics”, che vede la partecipazione di 25 partner, tra cui 10 università e centri di ricerca, 11 centri clinici e Istituti di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico e tre imprese, che avrà sede nel nuovo “Centro di Eccellenza per l’Innovazione della Medicina Riabilitativa con la Robotica e le Tecnologie integrate”, costituito dal Centro “S. Maria al Mare” di Salerno e dall’Istituto Clinico Scientifico Maugeri di Bari.

Nel corso dell’evento, alla presenza delle istituzioni locali, sono stati presentati i contenuti dell’iniziativa dal punto di vista clinico e scientifico, le ricadute sul territorio in termini anche socio-economici, le potenzialità per lo sviluppo di una “robotica riabilitativa” a partire dal Sud Italia, la ricchezza, le peculiarità dei contributi e i ruoli che, in maniera sinergica, porteranno i diversi soggetti coinvolti.
Una sfida nella quale il territorio e la città di Salerno, come ha ricordato il sindaco, Vincenzo Napoli, è pronta a fare la propria parte: «Ringraziamo la Fondazione Don Gnocchi – ha detto – che nella nostra città è benemerita e molto amata per aver scelto di realizzare qui questo progetto: si tratta di un investimento molto importante e siamo pronti a realizzare tutte le migliori condizioni perché questa sfida abbia successo».
«Il beato don Gnocchi – ha ricordato Francesco Converti, direttore generale della Fondazione – esigeva che in ogni realtà della sua Opera ci fossero le migliori tecniche riabilitative conosciute all’epoca. Oggi forse andiamo oltre il sogno del nostro fondatore e lo facciamo insieme a tanti partner, perché oggi la parola d’ordine è la connessione, cioè lavorare insieme per un progetto comune, un percorso innovativo e sostenibile. Il numero e il prestigio delle istituzioni che ne fanno parte ci fanno capire che possiamo realizzare qualcosa di straordinario».

“Fit4Med” è un progetto sostenuto dal Governo italiano, nel contesto del Piano Nazionale per gli investimenti Complementari al PNRR – Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza e si pone l’obiettivo di mettere a disposizione delle persone fragili, affette da malattie croniche, con disabilità, sia in età pediatrica che adulta, nuovi sistemi robotici di riabilitazione neuromotoria che ne migliorino la qualità di vita. Nel polo di ricerca di Salerno e Bari saranno inoltre effettuate sperimentazioni cliniche per lo sviluppo di nuove tecnologie e dei robot del futuro, consentendo alla medicina riabilitativa robot-assistita di progredire e di essere sempre più adeguata ai bisogni dei pazienti.
Per la realizzazione di questo centro unico di riabilitazione robotica, come ha ricordato Irene Aprile, medico neurologo, Direttrice del Dipartimento di riabilitazione neuromotoria e referente della Fondazione Don Gnocchi all’interno del progetto, saranno destinati 15 milioni di euro e le due sedi di Fondazione Don Gnocchi di Salerno e di Maugeri di Bari lavoreranno insieme in modo integrato. Di fatto, i lavori sono già iniziati e la collaborazione è già partita e coinvolgerà anche le Università “Federico II” e “Vanvitelli” di Napoli, l’Università Campus Bio Medico di Roma, la Scuola Superiore S. Anna di Pisa, il CNR e altri, con una partecipazione diretta anche delle altre sedi della Fondazione Don Gnocchi della Campania e della Basilicata.
Nello specifico, a Salerno un intero padiglione dell’attuale struttura di via Leucosia sarà ristrutturato e riqualificato: saranno realizzate palestre con dispositivi robotici e tecnologici avanzati per la riabilitazione neuromotoria e cognitiva, laboratori per l’analisi del movimento e lo studio dei processi neurofisiologici legati alla riabilitazione, il CareLab, per la riabilitazione tecnologicamente avanzata di pazienti in età evolutiva, altri laboratori congiunti con Università ed enti di ricerca per l’elaborazione e lo studio dei dati clinici e lo sviluppo di forme di “pre-riabilitazione” e attività di prevenzione anche nel contesto degli infortuni sul lavoro.

Nelle conclusioni della giornata, il Vescovo di Salerno, monsignor Andrea Bellandi, ricordando l’impegno di don Gnocchi verso i più fragili ha espresso la gratitudine della Chiesa locale per la grande opportunità offerta al territorio e perché intelligenze, enti di ricerca e istituzioni, convergano verso l’unico fine che è quello della cura della persona fragile, dove nella fragilità sta però una dignità che va sempre messa al centro.
Il presidente della Fondazione Don Gnocchi, don Vincenzo Barbante, ha parlato di una modalità di prendersi cura della persona fragile basata sull’accompagnamento: «la riabilitazione – ha sottolineato – non è solamente il recupero di capacità perdute, è qualcosa di più complesso dove al centro c’è la presa in carica dell’uomo e la condivisione del suo progetto di vita, mettendo in gioco il nostro progetto di vita che si realizza con le persone che incontriamo. La testimonianza che vorremmo dare – ha aggiunto – è questa: essere persone che portano avanti uno stile di prossimità che mette in gioco competenza e compassione, capacità di accoglienza e dedizione. E tutto questo, con grande umiltà e lavorando insieme perché ci misuriamo con un mondo nel quale i bisogni sono più grandi della nostra capacità di risposta e sviluppare un progetto come questo significa altresì testimoniare che il futuro dell’assistenza è nella capacità di valorizzare e dare il giusto riconoscimento alla riabilitazione».