Print Friendly, PDF & Email

Meclon, brand del gruppo Alfasigma, ha commissionato a EMG Different uno studio che va a investigare sul benessere intimo vulvare, coinvolgendo un campione di 1.000 donne dai 18 ai 65 anni, rappresentativo della popolazione femminile italiana per età, per aree geografiche e ampiezza dei centri dei comuni italiani.

L’obiettivo dello studio è stato quello di indagare quanto l’universo femminile conosce il proprio corpo, se prova o meno imbarazzo a parlare di benessere intimo con medici o farmacisti, quali sono le abitudini e i comportamenti che si è soliti adottare e come si agisce in caso di discomfort intimi della zona vulvare – come sensazioni di prurito, bruciore e irritazione.

Innanzitutto, dalla ricerca di mercato si evince che c’è ancora una scarsa conoscenza del proprio corpo: quasi 1 donna su 4 pensa che vulva e vagina siano la stessa cosa, mentre il 17% del campione pensa che la vulva sia la parte interna e la vagina la parte esterna dell’apparato genitale femminile, quindi esattamente l’opposto.

Più del 50% delle italiane, poi, si dice preoccupato del proprio benessere intimo: tra queste, la maggior parte delle giovanissime; il 74% delle 18-24enni intervistate e il 70% delle 25-34enni.
La principale causa di preoccupazione è dovuta a bruciori, pruriti, irritazioni, infiammazioni e disturbi che possono essere causati anche daagenti esterni come dermatiti da contatto e che vanno a interessare la parte più esterna dell’apparato genitale femminile, appunto la vulva.

Un aspetto interessante della ricerca è che sembra si stia instaurando la consapevolezza del fatto che il benessere psico-fisico influisca anche su quello intimo.

Il 45% delle donne intervistate ha dichiarato di non prestare maggiore attenzione al proprio benessere intimo vulvare in momenti delicati quali il cambio di stagione o in periodi di stress, non considerando che in questi casi specifici potrebbero esser più frequenti eventuali discomfort: la nota positiva è che, invece, il 64% del campione cambia effettivamente abitudini, per lo più iniziando ad usare prodotti specifici.

Tra le donne che in questi periodi pongono maggiore attenzione alla cura del benessere intimo vulvare, più della metà sono quelle che hanno già avuto disturbi intimi e hanno vissuto quindi il disagio in prima persona.

Uno dei risultati meno incoraggianti della ricerca, invece, è che per le donne è ancora molto difficile parlare apertamente del loro benessere intimo, sia con i medici e sia con le persone a loro vicine.
Dai risultati della ricerca EMG Different, infatti, quasi 4 donne su 10 non si sentono del tutto a proprio agio a parlare di benessere intimo. È interessante notare come la percentuale più alta di quelle maggiormente a disagio si rileva anche stavolta nelle giovanissime.

I motivi? Una donna su 2 manifesta in questo ambito problemi di autostima e di insicurezza. Ma c’è anche una evidente difficoltà a capire quando cercare un confronto e a chi rivolgersi. Il 17% del campione affronta l’argomento esclusivamente con il medico specialista mentre, purtroppo, il 12% addirittura non ne parla mai con nessuno.

Per l’86% delle donne intervistate è importante prevenire eventuali disturbi vulvari adottando comportamenti idonei, ma quello che poi si evince nella realtà è che spesso li si adotta comunque, per praticità o abitudine. Ad esempio, il 34% delle intervistate è solita indossare abiti o pantaloni fascianti nonostante il 66% sia conscia del fatto che questa frizione possa provocare disturbi. Inoltre, il 32% indossa intimo sintetico nonostante per il 71% di loro è risaputo essere un’abitudine tendenzialmente dannosa o ancora, più della metà del campione utilizza abitualmente salvaslip e assorbenti esterni, consuetudine considerata potenzialmente critica da più di una donna su 2.

Nonostante ciò, la quasi totalità delle intervistate reputa il proprio benessere intimo vulvare buono o molto buono. Approfondendo l’indagine, però, si scopre che molte hanno avuto problemi in passato: il 73% delle donne, infatti, dichiara di aver sofferto di disturbi vulvari; tra i discomfort più diffusi il bruciore seguito da perdite e prurito.

In caso di problemi intimi, tra le italiane non c’è molto interventismo, anzi, di norma si attende nella speranza che passi il fastidio; chi agisce subito è una parte minoritaria dell’universo femminile.

Probabilmente alcune donne non sentono l’esigenza di intervenire anche perché non credono veramente che, se trascurati, i disturbi vulvari possano dare conseguenze più gravi.

Una nota positiva è che le persone a cui ci si rivolge in caso di necessità sono, in primis, i professionisti che siano specialisti o medici generici, mentre la farmacia rimane chiaramente un canale fondamentale per l’acquisto di un prodotto che si conosce già o per chiedere un consiglio.

Ma anche in farmacia, in molte donne, permane una sensazione di disagio: il 73% di loro, infatti, non si sente a proprio agio a chiedere consiglio al farmacista, specie se di sesso maschile, perché considera la tematica imbarazzante e prova un senso di pudore.
Tra queste, l’88% delle donne che reputa il benessere intimo cattivo o addirittura pessimo, la maggior parte delle donne in premenopausa e il 79% delle giovanissime, senza eccezioni tra grandi città o piccoli centri abitati.