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ChirurgiaLa Chirurgia robotica fa il suo ingresso all’ospedale San Donato di Arezzo, e l’Azienda sanitaria ha messo assieme un pool di professionisti in grado di fornire risposte di alta qualità in diverse discipline e specialistiche.

“Il progetto di chirurgia robotica che prende il via oggi – ha detto il Dg della Asl Enrico Desideri – rappresenta una punta di eccellenza per il nostro ospedale, che si realizza grazie alla concomitanza di più fattori: dalla voglia di crescere e dalla professionalità dei nostri operatori, degli infermieri, dei chirurghi, all’arrivo tra di loro di un esperto di livello mondiale della chirurgia robotica come il professor Fabio Sbrana, dalla nostra volontà e crediamo capacità progettuale, alla presenza di una realtà straordinaria qual è il Calcit ”

“E per noi, che da 32 anni sosteniamo progetti legati alla lotta contro i tumori – ha detto proprio a nome del Calcit il presidente Giancarlo Sassoli – quella della robotica e del nuovo polo chirurgico è una ulteriore grande sfida alla quale chiamiamo fiduciosi la comunità aretina a rispondere con generosità. L’acquisto del robot, lo voglio sottolineare, non chiude un progetto, ma anzi apre nuove strade e nuove necessità. Noi intendiamo mettere a disposizione dell’ospedale quanto necessita per le quattro nuove sale operatorie (quasi due milioni di euro di investimento) dedicate alla robotica e facciamo come sempre appello alla grande generosità della comunità aretina. E vorrei segnalare, fra i tanti aiuti che arrivano, quelli particolari di due professionisti, l’ing. Matteo Gestri e l’arch. Andrea Sordini che gratuitamente svolgono la funzione di direttore dei lavori e della sicurezza”.

Ma a cosa serve la robotica? Come funziona? Quali sono i settori in cui si applica? Quanto costa? Domande alle quali ha risposto con l’ausilio di filmati, il professor Sbrana, direttore del Dipartimento di Medicina e Chirurgia Generale della Asl.

“Il robot è costato alla Asl quattro milioni e ottocentomila euro. La chirurgia robotica assistita da computer sarà utilizzata come chirurgia minimamente invasiva per interventi che richiedono una elevata precisione, in particolare interventi su campo di piccole dimensioni per i quali la fase ricostruttiva dell’intervento ricopra una particolare importanza. Oltre ai tradizionali vantaggi tipici della chirurgia mini-invasiva tradizionale (quali la riduzione dei tempi di ospedalizzazione e dei tempi di recupero, la riduzione del dolore post-operatorio, la ripresa più rapida delle normali attività, ecc.), la robotica – ha spiegato Sbrana – consente una migliore facilità di accesso in sedi anatomiche remote, una più dettagliata visione dei piani anatomici, una maggior precisione delle manovre chirurgiche e una miglior accuratezza delle suture, con un evidente vantaggio per il paziente. Una ulteriore attrattiva della chirurgia robotica, è la potenziale spinta propulsiva allo sviluppo e diffusione della chirurgia mini-invasiva a procedure complesse, non facilmente eseguibili con le tecniche tradizionali.”

“L’impiego del robot nella Usl8 – ha detto ancora Sbrana – avviene in un contesto interdipartimentale: per questo è stato istallato presso il nuovo polo chirurgico, in modo da garantire che la tecnologia possa essere utilizzata dai professionisti di diverse branche e non ne limiti il possesso a un solo servizio o Unità Operativa. Inoltre, la presenza ad Arezzo del sistema robotico, dotato di doppia consolle, e di professionisti di eccellenza permetterà alla Asl aretina di diventare un polo attrattivo per la formazione di personale qualificato in collaborazione con il Centro di Area Vasta di Grosseto, e nella logica di rete regionale. L’utilizzo della robotica, ben più delle altre tecniche, necessita di aggiornamenti e interscambi continui fra operatori e avere riferimenti nella rete regionale (i centro di Grosseto e Pisa), ma anche con il professor Giulianotti padre storico della robotica in Italia, con il quale ha lavorato fianco a fianco per anni il professor Sbrana e che ha dato imput importanti per il progetto aretino, è elemento essenziale per un ottimale utilizzo di questi impianti”.

“Quando è stato il momento di alzare la voce nel timore di un impoverimento dell’ospedale provinciale di Arezzo – ha affermato il sindaco Giuseppe Fanfani – non abbiamo esitato a farlo: oggi, con l’arrivo del robot, con orgoglio vogliamo sottolineare il ritrovato ruolo centrale della città nel panorama sanitario toscano ed Italiano”.

“Il San Donato, pur rappresentando la struttura di riferimento del nostro territorio, è un anello di una rete più ampia, che vede crescere con pari dignità tutti gli ospedali della Asl – ha ricordato il DG Desideri. Anche oggi, mentre salutiamo con soddisfazione l’avvio di questa attività di eccellenza, non possiamo sottacere la cornice generale in cui questo investimento si inserisce: oltre 25 milioni di euro investiti in tecnologie sanitarie per il potenziamento di tutti i presidi ospedalieri zonali. Un intervento strategico e prioritario – ha ribadito Desideri – nel settore della diagnostica per immagini che ha dotato ogni ospedale di TAC e di sofisticati sistemi di radiologia digitale.”

In rappresentanza dell’assessorato alla sanità della Regione Toscana, è intervenuto Mario Cecchi, un professionista conosciuto nella nostra città, dal momento che proprio qui, ad Arezzo, Cecchi è stato primario di Chirurgia Vascolare ed era presente all’apertura del San Donato. “Anch’io, venti anni fa, ho riempito gli scatoloni per il trasloco da Via Fonte Veneziana, ha detto, e quello di oggi è per me un gradito ritorno. Non sono sorpreso dalla crescita di questo ospedale – ha poi sottolineato. Qui ho conosciuto professionisti eccellenti, sostenuti da una presenza straordinaria: anch’io, ad Arezzo, ho ricevuto il mio primo ecocolordoppler in donazione dal Calcit”.

Se il futuro si presenta pieno di prospettive positive per il nuovo polo chirurgico, il presente regala già le prime soddisfazioni: all’inaugurazione di oggi, infatti, era presente un giovane che mercoledi scorso è stato operato dal professor Sbrana per una ernia iatale. Intervento eseguito con il robot. Ed oggi il paziente era in buona forma, pronto a offrire la sua testimonianza ed a rispondere alle domande dei giornalisti.
Ultima annotazione: il paziente non era aretno, proveniva da Empoli e questo, forse, la dice lunga sulle possibilità di attrazione del nuovo polo chirurgico aretino.