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In occasione della Giornata Europea della prevenzione del melanoma e degli altri tumori della pelle che si terrà il prossimo venerdì 24 maggio, e nel contesto che vede maggio come il mese della Ricerca Clinica, Gruppo CIDIMU si rivolge alla collettività con lo scopo di aumentare la consapevolezza sul tema presentando il vademecum ‘Salviamo la pelle’ per sensibilizzare e fare chiarezza sul tema dei melanomi. 

“La Giornata Europea della prevenzione contro i tumori della pelle rappresenta per noi soprattutto un’occasione di divulgazione. – commenta Ugo Riba, Fondatore e Amministratore Unico del Gruppo CIDIMU. Questo perché, per quanto riguarda i melanomi e gli altri tumori della pelle, è di fondamentale importanza far presente quanto una maggiore consapevolezza sul tema e alcune semplici pratiche di auto controllo possano fare la differenza. Abbiamo pensato a ‘Salviamo la pelle’ per provare a dare il nostro contributo in una giornata così importante, sperando che ciò possa contribuire alla formazione di una collettività informata e pronta a gestire – con l’aiuto e il supporto della medicina – anche questa tipologia di diagnosi.”

Con tumore cutaneo si intende una ampia gamma di lesioni e alterazioni della pelle di natura neoplastica, cioè caratterizzate da una abnorme crescita cellulare. La proliferazione è un processo fisiologico che ha luogo in quasi tutti i tessuti cutanei e in innumerevoli circostanze. E se normalmente esiste un equilibrio tra proliferazione e morte cellulare programmata, questo non avviene nel caso dei tumori. Infatti, le mutazioni nel DNA che conducono al tumore, portano a perturbare questi processi ordinati: questo dà luogo a una divisione cellulare incontrollata e alla formazione del tumore. Il processo di trasformazione di una cellula normale in cellula neoplastica avviene attraverso varie tappe, con il concorso di anomalie genetiche, funzionali e morfologiche. Tenuto conto che la pelle è l’organo più esteso del nostro corpo, i tumori cutanei possono comparire in ogni parte del corpo, ma nell’80% circa dei casi interessano il volto, il cuoio capelluto e il collo, ossia zone esposte cronicamente e più delle altre alla radiazione del sole.

La causa primaria dei tumori della pelle sono di certo le radiazioni ultraviolette che derivano dall’irraggiamento solare e, in minor misura, da lampade e lettini abbronzanti, il cui utilizzo andrebbe evitato. Negli ultimi anni è stato rilevato un lieve ma costante aumento dell’incidenza di questi tumori, molto probabilmente dovuto alla riduzione dello strato protettivo dell’ozono e alla tendenza in aumento di esporsi al sole in tutte le stagioni. Inoltre, è fattore di rischio anche il fumo. Esistono poi i cosiddetti fattori di rischio non modificabili quali pelle molto chiara e quindi facilmente ustionabile, capelli e occhi chiari, presenza diffusa di nei, familiarità con i tumori cutanei, età avanzata ed essere di sesso maschile.

Ai differenti tipi di tumore della pelle corrispondono i diversi tipi di cellule di cui è formata la pelle e da cui le formazioni tumorali possono avere origine. La pelle è infatti formata da 3 strati: l’epidermide, il derma e il tessuto sottocutaneo, ovvero lo strato profondo della cute. Dalla trasformazione neoplastica dei melanociti origina il melanoma, mentre dalla proliferazione incontrollata dei cheratinociti origina il carcinoma. Per quanto riguarda  i sintomi, un cambiamento anomalo e persistente della pelle è il segnale più suggestivo di un possibile tumore cutaneo. Tuttavia, i tumori cutanei solo raramente causano sintomi nelle fasi iniziali, mentre in fasi avanzate potrebbero comparire dolore o prurito e in alcuni casi, quando sono in stadio più avanzato e si ulcerano, possono sanguinare. I carcinomi si sviluppano tipicamente nelle aree più esposte al sole, come viso, orecchie, collo e cuoio capelluto, spalle e schiena e possono apparire in diverse forme quali piccoli noduli, lesioni piatte, cicatrici e piaghe che guariscono per poi riaprirsi. I melanomi invece si possono presentare in molteplici modi: macchie scure con aree di diverso colore; nei che cambiano colore o dimensioni oppure che sanguinano; piccole lesioni con bordo irregolare e porzioni che appaiono rosse, rosa, bianche, blu o blu-nere; lesioni scure che si sviluppano in aree anomale, come palmi delle mani, pianta dei piedi, punta delle dita o dei piedi. Il melanoma è un tumore molto aggressivo. Se viene diagnosticato in tempo è generalmente una patologia curabile, ma non se viene individuato può attaccare altri organi e diffondersi con rapidità nell’organismo. In questo caso diventa un tumore metastatico e può avere effetto devastante sul paziente. È il tumore più frequente al di sotto dei 50 anni di età. Negli ultimi vent’anni, la sua incidenza è aumentata molto velocemente rispetto ad altri tumori. Tra i fattori di rischio il più importante è sicuramente l’esposizione alle radiazioni solari. In caso di individuazione di una neoformazione scura, con la superficie un po’ piallata, che si presenta con margini frastagliati e diverse tonalità di colore, è sempre necessario un approfondimento. La metodica più efficace per la diagnosi precoce del melanoma è la dermatoscopia in epiluminescenza, per l’osservazione non invasiva dell’epidermide tramite un particolare sistema di illuminazione. L’evoluzione della dermatoscopia digitale offre inoltre al dermatologo un valido supporto diagnostico che recentemente si basa anche su sistemi d’intelligenza artificiale.

Seppure il dermatologo sia una figura fondamentale nell’ambito della prevenzione dei tumori alla pelle, la diagnosi certa di tumore viene effettuata però solo dopo l’esame istologico di una biopsia, una procedura durante la quale si preleva parzialmente o totalmente la lesione che viene poi analizzata al microscopio. Lo stadio di un tumore indica quanto la malattia è diffusa nell’organismo ed è un parametro molto importante per determinare la prognosi e decidere il tipo di trattamento da intraprendere. Il sistema di stadiazione comunemente usato è il TNM, secondo cui i tumori possono essere classificati in 4 stadi in base alla dimensione e alla posizione della malattia, al coinvolgimento dei linfonodi e alla presenza di metastasi. Generalmente i tumori cutanei, se trattati nelle fasi precoci, guariscono nella quasi totalità dei casi e spesso possono essere curati completamente grazie alla chirurgia o a trattamenti di tipo locale. La chirurgia rappresenta in genere il trattamento di prima scelta per questi tumori. In alcuni casi, un intervento in anestesia locale è sufficiente ad asportare completamente il tumore cutaneo. Tra le terapie locali, oggi si annoverano la crioterapia, che consiste nel bruciare le cellule tumorali con il freddo, applicando sul tumore azoto liquido, la terapia fotodinamica, durante la quale si applica sul tumore un farmaco liquido che in poche ore si accumula all’interno delle cellule cancerose, rendendole sensibili a certi tipi di luce e la radioterapia, che può rappresentare una valida alternativa alla chirurgia per i carcinomi ed è la prima scelta per via della minor invasività. Le terapie sistemiche invece – quali immunoterapia, terapie a bersaglio molecolare, chemioterapia – sono da riservarsi ai casi di tumore cutaneo localmente avanzato e inoperabile.
Essendo i tumori cutanei direttamente associati alle scottature solari e all’esposizione cronica al sole, per prevenirli è necessario prima di tutto non esporsi ai raggi UV nelle ore centrali della giornata nelle stagioni calde. Inoltre, quando ci si espone, è fortemente consigliato indossare sempre cappello e occhiali, ma anche indumenti, che possano proteggere dai raggi UV, fare regolarmente uso di protezione solare, con filtri sia per i raggi UVA che UVB, controllare periodicamente l’aspetto della propria pelle praticando il cosiddetto auto-esame della pelle e facendo attenzione a eventuali modifiche di una lesione già presente sulla pelle o alla comparsa di una nuova lesione. Per quanto riguarda invece le visite dermatologiche, sarebbe opportuno sottoporsi al parere di uno specialista ogni uno o due anni se in assenza di fattori di rischio. Circa i soggetti considerati a rischio invece la periodicità dei controlli dovrebbe scendere a sei mesi. Monitorare i nei già presenti sul proprio corpo è una pratica consigliata, perché riscontrare per tempo cambiamenti può prevenire che le eventuali formazioni tumorali progrediscano ulteriormente.