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L’utilizzo della pericardiocentesi – che consiste nella rimozione di liquido presente in eccesso nel cavo pericardico – per prevenire il tamponamento cardiaco – cioè l’accumulo di sangue nel sacco pericardico – nei pazienti oncologici è al centro dello studio della Cardiologia del Policlinico di Modena, diretta dal prof. Giuseppe Boriani e della Medicina Oncologica diretta dal dottor Giuseppe Longo – pubblicato sul numero del mese di febbraio 2021 di Internal and Emergency Medicine, giornale ufficiale della Società Italiana di Medicina Interna. Lo studio ha analizzato una decennale casistica di 81 casi di tamponamento cardiaco e ha rilevato che di questi uno su cinque era insorto in pazienti oncologici.    
“La pericardiocentesi viene eseguita in urgenza/emergenza, grazie ad una costante reperibilità della nostra equipe del Laboratorio di Emodinamica che permette di eseguire la procedura in qualunque momento si constati questa condizione di rischio clinico. I pazienti interessati hanno un immediato miglioramento sia dal punto di vista cardio-circolatorio che dal punto di vista sintomatologico” ha affermato il prof. Boriani.    
Il versamento pericardico può compromettere pericolosamente la stabilità emodinamica del paziente e richiede un pronto intervento in caso di tamponamento. Nella casistica analizzata di 81 casi in una quota consistente di casi il problema era relativo a pazienti oncologici, sia con pregressa diagnosi di neoplasia, sia con versamento pericardico e tamponamento cardiaco come prima manifestazione clinica della patologia neoplastica.
“Per i nostri pazienti oncologici, il tamponamento cardiaco è una complicanza a rischio per la vita e il ricorso alla pericardiocentesi è salvavita. Questo è uno dei tanti aspetti della cardio-oncologia e sottolinea la grande complessità del paziente cardio-oncologico, con necessità di una stretta collaborazione tra le nostre due Strutture” ha evidenziato il Dott. Giuseppe Longo, direttore della Struttura Complessa di Medicina Oncologica del Policlinico.
Il prof. Boriani ha poi aggiunto: “Negli ultimi anni, le nostre due Strutture, stanno portando avanti una stretta collaborazione al fine di ottimizzare il percorso diagnostico-terapeutico del paziente cardio-oncologico relativamente a vari aspetti e stiamo ottenendo ottimi risultati”.  
“Un versamento nel sacco pericardico può rapidamente evolvere in un quadro clinico di bassa portata cardio-circolatorio e l’intervento dell’Emodinamista è il risultato di una decisione presa a livello multidisciplinare con il concorso di diverse competenze cliniche, incluso l’imaging ecocardiografico” ha aggiunto il Dott. Fabio Sgura, Emodinamista della Cardiologia del Policlinico e coautore della pubblicazione insieme al prof. Rosario Rossi, al dottor Daniel Enrique Monopoli e a altri colleghi.

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