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I dati più recenti segnalano che le patologie maschili che interessano l’apparato uro-genitale sono in continua crescita, con un significativo abbassamento dell’età di insorgenza. Questo sembra dipendere solo in parte dall’invecchiamento della popolazione, correlandosi anche a stili di vita non appropriati.

Il carcinoma prostatico, ad esempio, rappresenta la più frequente neoplasia nella popolazione maschile dei Paesi occidentali: in Europa, viene diagnosticato ogni anno a 450.000 uomini e in 90.000 casi comporta il decesso del paziente. La cura di questa neoplasia è in continua evoluzione e le tecnologie mediche sempre più avanzate hanno comportato grandi benefici in termini di guarigione e di sopravvivenza. Nonostante i progressi, gli interventi chirurgici necessari per eliminare la malattia prostatica possono però comportare conseguenze ed effetti collaterali quali, ad esempio, la disfunzione erettile; è noto, infatti, che una percentuale ancora elevata di questi pazienti – dal 30 al 50% tra quelli sottoposti a prostatectomia radicale – possono sviluppare problemi di erezione, una patologia che non risponde alla terapia farmacologica. Allargando l’orizzonte tra i maschi europei si stima che, complessivamente, la Disfunzione Erettile possa colpire circa il 50% degli uomini sessualmente attivi, nella fascia di età superiore ai 50 anni.

Per fortuna, i progressi della scienza medica hanno consentito di mettere a punto soluzioni biomedicali estremamente affidabili, venendo così in aiuto anche di quei pazienti per i quali le terapie farmacologiche non siano più efficaci, oppure siano controindicate.

Una delle soluzioni di comprovata efficacia è rappresentata dall’impianto di protesi peniene: questo intervento, introdotto da tempo, risolve in maniera completa e definitiva il problema dell’erezione. Il Policlinico Sant’Orsola di Bologna è riconosciuto come uno dei Centri di maggiore competenza in questo settore in Italia ed è tuttora uno dei pochi che effettua questi interventi in regime di Servizio Sanitario Nazionale. L’Ospedale promuove, contestualmente, corsi avanzati di “Implantologia Peniena” per i giovani Specialisti Uro-Andrologi interessati ad approfondire questa branca della chirurgia genitale maschile.

L’Unità Dipartimentale di Andrologia, diretta dal Professor Fulvio Colombo, ospita frequente-mente corsi di “live surgery” su questo argomento. I corsi prevedono impianti di protesi peniene su pazienti idonei e selezionati, con modalità didattiche, di condivisione delle informazioni e delle metodologie che consentono ai medici partecipanti di acquisire competenze concrete e approfondite sulle nuove terapie biomedicali.

In proposito, va ricordato che la Disfunzione Erettile – clinicamente definita come l’incapacità, ricorrente o costante, di raggiungere e/o mantenere un’erezione adeguata durante il rapporto sessuale – ha conseguenze devastanti per la vita quotidiana, comportando isolamento sociale e scadimento delle capacità lavorative e produttive.

Come indicato, la Disfunzione Erettile può essere indotta da interventi chirurgici a carico dell’apparato uro-genitale, ma può anche manifestarsi in soggetti non sottoposti ad interventi, anche di età giovanile, per i quali le terapie farmacologiche di tipo orale o locale risultino inadeguate o non praticabili.

L’impianto di una protesi peniena consente la piena ripresa funzionale e ridona la possibilità di avere rapporti completi. L’intervento prevede l’inserimento di due piccoli cilindri nelle due camere di erezione del pene, i corpi cavernosi. Questo permette un’erezione virtualmente non difforme da quella naturale, con la medesima sensibilità e capacità di eiaculazione riscontrabili in precedenza e con immutata funzione urinaria. Le protesi e il piccolo dispositivo di controllo vengono inseriti in modo da non risultare visibili, un aspetto di vitale importanza per la rassicurazione dei pazienti e la piena accettazione dell’impianto.

“I pazienti idonei agli impianti di protesi peniene” commenta il Professor Fulvio Colombo, Direttore dell’Andrologia del Sant’Orsola “presentano spesso patologie cardiovascolari o metaboliche, come il diabete, o possono essere reduci da interventi urologici a carico del bacino. Infine, possono essere pazienti che hanno risposto per molti anni alle terapie farmacologiche che non risultano ora più efficaci. Per questo, è importante proporre soluzioni alternative che ridiano speranze e qualità di vita“.

Le protesi peniene si sono dimostrate affidabili e sicure, contribuendo a restituire ai pazienti con Disfunzione Erettile un’attività sessuale completa e soddisfacente. Su questo aspetto, estremamente delicato perché riferito alla sfera più intima delle persone, le statistiche confermano che la soddisfazione dei pazienti e delle rispettive partner dopo l’impianto di una protesi peniena è superiore al 90%, laddove la soddisfazione per analoghi trattamenti farmacologici non supera il 70% -75% .