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A 40 anni esatti di distanza dalla prima operazione al cuore che, a soli 2 mesi di vita, le ha salvato la vita, Romina torna a sorridere. Un intervento ad altissima complessità realizzato nella sala di elettrofisiologia dell’Ospedale Cardinal Massaia di Asti, dal cardiologo Marco Scaglione e dalla sua equipe, l’ha finalmente liberata dal ripetersi continuo e sfiancante di attacchi di tachicardia mal tollerate al punto di dover ricorrere continuamente all’assistenza medica.

Originaria di Alessandria, la giovane donna era in vacanza ad Aosta quando è stata costretta a rivolgersi al pronto soccorso per l’ennesimo attacco di “flutter atriale”. Nata con un grave difetto congenito della circolazione cardiaca anomalia corretta con un intervento a cuore aperto a poche settimane dalla nascita. Da Aosta la paziente si è rivolta al Gaslini di Genova, dove è in cura, il quale ha creato un ponte con il reparto ospedaliero di Asti, eccellenza riconosciuta a livello internazionale per l’Elettrofisiologia interventistica e l’Aritmologia nonché punto di riferimento per i principali ospedali infantili italiani.

Come da prassi l’equipe di Scaglione ha ricostruito minuziosamente, la storia e l’anatomia della paziente tramite tracciati e Tac, per programmare la strategia con cui effettuare l’ablazione transcatetere, procedura mini-invasiva durante la quale il medico introduce un sottile tubicino flessibile nei vasi sanguigni e lo manovra fino a raggiungere il cuore, isolando i percorsi elettrici anomali presenti nei tessuti cardiaci, causa dell’aritmia.

<Oltre alla complessità del caso, una nuova sorpresa è arrivata quando abbiamo scoperto che la paziente era priva della vena cava inferiore a livello addominale, via d’accesso privilegiato per portare il catetere al cuore passando dalle gambe come avviene abitualmente – spiega il cardiologo Scaglione – Tale intervento richiedeva di effettuare una puntura per passare dalla parte destra a quella sinistra del cuore, dove si trovava il problema, utilizzando un ago rigido lungo circa 60 centimetri, per questo motivo normalmente inserito dalle vene delle gambe. Non essendo questa via praticabile, rimaneva una sola possibilità, finora effettuata in pochi casi al mondo per la sua elevata difficoltà, resa ancora maggiore dall’anatomia cardiaca completamente inusuale della paziente. L’equipe determinata a risolvere il problema alla giovane donna, forte della propria esperienza, ha deciso di effettuare la difficile manovra usando una via dall’alto: la vena giugulare nel collo. A livello internazionale si registrano 3 soli casi di interventi simili, su pazienti con cardiopatia congenita realizzati nel 2021 al Royal Brompton Hospital di Londra mentre non sono ancora stati riportati casi analoghi in Italia.

Dopo essere finalmente riuscito a entrare nell’atrio sinistro del cuore, ho potuto mappare il circuito elettrico e studiare la strategia di ablazione, interrompendo la sequenza consecutiva di 3 circuiti responsabili dell’aritmia. Il cuore è stato successivamente stimolato fino a 220 battiti al minuto per verificare che non ripartissero nuove aritmie, dimostrando il successo della procedura>.

L’operazione è durata complessivamente 6 ore e mezza durante le quali la paziente è rimasta tranquillamente immobile sul lettino operatorio, sotto ipnosi, una tecnica proposta nel 2018 dal reparto astigiano, primo nel mondo, è già utilizzata ad Asti su oltre 2.000 pazienti.

Romina si è risvegliata in ottime condizioni e resterà ancora per qualche giorno, sotto sorveglianza precauzionale, nel reparto di Cardiologia astigiano che si prepara ad ospitare nei prossimi giorni altri giovani pazienti con quadri aritmologici altrettanto complessi.

All’inizio del mese di agosto l’equipe guidata da Marco Scaglione ha pubblicato sulla Rivista internazionale della Società Americana di Aritmologia un altro caso clinico di particolare interesse: un intervento di ablazione transcatetere realizzato nella sala operatoria del Massaia ha infatti contribuito a svelare l’esatta posizione e il meccanismo che origina il fenomeno di una tipologia di aritmia nel ventricolo sinistro, patologia che di norma colpisce soggetti giovani e sani, costringendoli a ricorrere all’aiuto dei medici per interrompere la crisi.

Nel novembre del 2022, la Struttura complessa di Cardiologia dell’Asl di Asti è stata riconosciuta Centro di alta specializzazione di riferimento regionale per l’Elettrofisiologia interventistica e l’Aritmologia.

Da anni il Centro astigiano è sede didattica per le scuole di specializzazione in “Malattie dell’Apparato cardiovascolare” delle Università di Torino, Modena-Reggio Emilia, Bologna e di Verona, dove il primario Marco Scaglione è anche professore a contratto di Elettrofisiologia. Il Centro fa parte della rete formativa per training in elettrofisiologia dell’Associazione Italiana di Aritmologia e Cardiostimolazione ed è sede di corsi di specializzazione a livello europeo, con un percorso che insieme Asti passa anche da Amburgo e Oxford.