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Quando accedi a una prestazione, non dimenticare la tessera sanitaria e un documento d’identità. Comunica con precisione agli operatori le terapie che stai effettuando ed eventuali allergie di cui sei a conoscenza. Se ti viene chiesto di indossare il braccialetto identificativo, tienilo sempre addosso. Porta con te, se ti rechi in ospedale o in ambulatorio, la tua “storia” sanitaria: esami, documentazione, referti. Consigli pratici che possono migliorare ulteriormente cure e servizi, ridurre i rischi collegati all’assistenza e rafforzare il rapporto di fiducia tra pazienti e operatori.
La Regione Emilia-Romagna parla con i cittadini per illustrare alcune delle più frequenti e diffuse pratiche dedicate alla sicurezza delle cure. E lo fa con due iniziative: lanciando, per la prima volta, la campagna di informazione e sensibilizzazione “SICURINSIEME” e organizzando, in occasione della Giornata mondiale per la sicurezza dei pazienti, lunedì 17 settembre, il primo “Open safety day” nei principali presidi ospedalieri del territorio, con punti informativi dedicati e personale sanitario pronto a rispondere a dubbi e domande.
Il Servizio sanitario regionale, infatti, opera quotidianamente per garantire livelli di sicurezza elevati, ma per migliorare ancora c’è bisogno del contributo di tutti, proprio perché, come recita lo slogan della campagna, “Una sanità più sicura comincia da noi”.
“La Regione Emilia-Romagna- sottolinea l’assessore alle Politiche per la salute, Sergio Venturi– è impegnata da anni a promuovere la sicurezza delle cure e a prevenire, evitare o mitigare i potenziali eventi indesiderati, che sono sempre possibili nei percorsi assistenziali; tanto è vero che l’area Rischio clinico della commissione nazionale Salute è coordinata proprio dalla nostra Regione. Per questo- aggiunge l’assessore- tutte le strutture pubbliche e private che erogano prestazioni sanitarie devono possedere un’adeguata funzione di monitoraggio, prevenzione e gestione del rischio sanitario. Al tempo stesso- chiude Venturi- è importante coinvolgere i cittadini: il paziente può infatti ridurre notevolmente i rischi collegati all’assistenza, adottando alcuni semplici comportamenti. Essere informati è il primo passo per aiutare e farsi aiutare”.

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