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Anziani fragili e demenze. Al via in questi giorni l’innovativo progetto “Teseo. Fragilità e demenze in una comunità che cura”, che si sviluppa a Milano su iniziativa della Fondazione Don Gnocchi in qualità di capofila, in partnership con Caritas Ambrosiana, Sociosfera Onlus, Associazione per la Ricerca Sociale e Airalzh.
Il progetto è tra i vincitori del bando “Welfare in Ageing”, promosso dalla Fondazione Cariplo per far fronte ai bisogni degli anziani e delle loro famiglie e può beneficiare di un finanziamento di 600mila euro. Il suo obiettivo è quello di costruire un modello di intervento innovativo, sostenibile e replicabile, basato su azioni in filiera, adeguato ai nuovi bisogni della popolazione anziana a rischio di compromissione cognitiva e demenza, sussidiario e complementare alle risorse della comunità e a quelle istituzionali. Il progetto prenderà forma nella città di Milano con la prospettiva di proporsi come modello nell’ambito del Terzo Settore per tutto il territorio nazionale.

L’Italia, secondo gli ultimi dati Istat, è tra i Paesi con l’aspettativa di vita più elevata, ma con i livelli più bassi rispetto alla media europea per quanto riguarda la qualità della vita della popolazione anziana. Nel nostro Paese, quindi, si vive più a lungo, ma in condizioni di salute e autonomia peggiori. Non solo, dalla rilevazione Istat 2019 sull’“Invecchiamento attivo e condizione di vita degli anziani in Italia”, emerge che nel nostro Paese, su 13,8 milioni di over 65, 4,37 milioni vivono da soli; questi rappresentano il 7,1% della popolazione complessiva. Inoltre, il 15% degli anziani dichiara di non incontrare alcun amico o amica nel tempo libero; la solitudine colpisce particolarmente le donne e coloro che posseggono un livello di istruzione più basso.
È proprio per fronteggiare questo scenario che prende vita il progetto “Teseo”. Milano è la città pilota dove già la Fondazione Don Gnocchi e gli enti partner operano a supporto delle persone anziane e delle loro famiglie e dove mancano spesso il necessario coordinamento e la corretta informazione.
“Teseo” si propone come uno strumento per supportare gli anziani e i loro familiari a orientarsi nei diversi percorsi, per aiutarli a superare i limiti della frammentarietà dei servizi e la marginalità delle informazioni. Un progetto che si prefigge di unire in rete tutte le parti coinvolte, cercando di dare risposte ai nuovi bisogni della popolazione anziana o a rischio di fragilità e ponendosi come complementare alle risorse della comunità che sta loro intorno.

«Il modello valoriale del progetto – commenta Fabrizio Giunco, medico geriatra, responsabile del Dipartimento Cronicità della Fondazione Don Gnocchi e responsabile del progetto “Teseo” – ci invita a farci carico di persone, non di pazienti. Noi vogliamo rispondere alle esigenze che la malattia o le condizioni di fragilità determinano, con l’obiettivo di essere utili a persone e famiglie nella faticosa ricerca di nuovi equilibri di vita. Certamente occorre svolgere bene i nostri compiti professionali, che sono però uno strumento, non il fine ultimo della nostra missione comune».
In questa prima fase si sta iniziando a comporre la macchina organizzativa del progetto, sviluppando la tecnologia necessaria. Parallelamente, si sta lavorando sulla formazione e promozione. Il primo passo riguarda infatti l’organizzazione del “sistema” che si prenderà cura dell’anziano, della sua famiglia e del caregiver, favorendone l’accesso ai servizi e la continuità di cura: il tutto attraverso una Centrale Operativa unica, che si occuperà di strutturare modelli organizzativi per la presa in carico integrata, oltre che di intercettare tempestivamente i bisogni e progettare risposte personalizzate. Tutto questo verrà realizzato tramite sistemi tecnologici digitalizzati: dalla realizzazione di un sito dedicato, al software di gestione, all’attivazione di portali familiari e sanitari di medicina generale, agli interventi di telemedicina, teleassistenza e teleriabilitazione.

Contemporaneamente, si attueranno i percorsi di formazione, supervisione e aggiornamento di tutti gli operatori coinvolti nel progetto, differenziati per ambito e per ruolo professionale. Seguirà l’avvio di un percorso di scambio formativo tra pari sulla base delle esperienze e conoscenze generate dal progetto. Il progetto attribuirà infine un alto valore alle azioni di monitoraggio e valutazione che ne seguiranno l’intero sviluppo, con l’intento di produrre gli elementi di sostenibilità e replicabilità del modello sperimentato. Saranno proprio queste evidenze a permettere al progetto “Teseo” di diventare un modello replicabile nel territorio italiano: innovativo e inedito dal punto di vista della struttura e dell’organizzazione, destinato ad essere precursore nell’ambito del terzo settore per comporre bisogni e risorse per una comunità accogliente a servizio della popolazione fragile.

«La demenza è una malattia cronica e progressiva, con sintomi difficili da decodificare – aggiunge Giunco –. La diagnosi è spesso tardiva, il percorso diagnostico può essere incompleto e discontinuo e le famiglie faticano a trovare soluzioni compatibili con le loro esigenze. Il sistema è frammentato, non facilmente accessibile e con una netta separazione tra risposte sanitarie e sociali. La malattia può durare anche 10-15 anni, durante i quali le famiglie sono spesso “case manager di sé stesse”. E la ricerca di soluzioni può essere ancora più difficile o impossibile per le persone più sole o socialmente vulnerabili».
In quest’ottica, “Teseo” si inserisce nel panorama dei servizi pubblici e privati a favore della popolazione anziana, con il preciso scopo di promuovere un approccio nuovo di presa in carico della fragilità e della non autosufficienza, capace di superare le rigidità, la frammentazione e la distanza nei modi di rispondere a bisogni che cambiano.