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Un nuovo logo per celebrare i 50 anni dalla costituzione di AMCLI – Associazione Microbiologi Clinici Italiani, da sempre impegnata per lo sviluppo di una diagnostica evoluta al servizio della clinica.

Il nuovo logo, che accompagnerà in futuro le comunicazioni associative, è stato sviluppato dallo Studio MZ di Milano ed avrebbe dovuto essere ufficialmente presentato al Congresso nazionale di Rimini, rimandato causa emergenza da coronavirus.

“Questa iniziativa vuole rafforzare nella comunità dei Microbiologi Clinici Italiani il senso di appartenenza e di condivisione dei valori fondanti della nostra professione, mai come prima messi a dura prova quest’anno dalla pandemia” ha dichiarato Pierangelo Clerici Presidente AMCLIe Direttore U.O. Microbiologia A.S.S.T Ovest Milanese.

Anche se non presente a Rimini l’AMCLI si è impegnata a garantire anche per quest’anno il contributo all’Associazione Opera Sant’Antonio, nella convinzione che la solidarietà sia più che mai importante nei momenti di difficoltà.

In una comunicazione rivolta ai Soci, il Presidente ha sottolineato come “Questa tremenda esperienza che stiamo tutti affrontando ci lascia in eredità l’importanza e il valore della conoscenza e della dedizione al proprio lavoro. Principi che tutti i giorni gli oltre 1.200 soci AMCLI mettono a disposizione del sistema sanitario nazionale per sostenere la cura e il contrasto alla pandemia. Abbiamo lottato e stiamo tuttora lottando affinché all’interno del Comitato Tecnico Scientifico Nazionale ci sia almeno un Microbiologo, non è possibile che siano rappresentate tutte le discipline tranne l’unica che ha titolarità sull’oggetto del Comitato, ovvero il virus. Non pretendiamo nulla ma chiediamo unicamente rispetto e riconoscimento del nostro ruolo che in questa occasione più che mai è determinante. Molti di noi, fortunatamente, sono all’interno dei Comitati Regionali di lotta alla pandemia e questo ci consente di orientare, per quanto possibile, le scelte locali di diagnostica microbiologica anche se il labile equilibrio tra la necessità di essere rigorosi dal punto di vista scientifico e la volontà popolare di diffondere ovunque i test ci pone dinanzi a scelte che sono spesso mediazioni che altrimenti non avremmo accettato” ha concluso Clerici.

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