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La Commissione europea ha approvato pembrolizumab, terapia anti-PD-1 di MSD, in monoterapia o in combinazione con la chemioterapia contenente platino e 5-fluorouracile per il trattamento in prima linea di pazienti con carcinoma a cellule squamose della testa e del collo metastatico o recidivato inoperabile, i cui tumori esprimono PD-L1 secondo CPS ≥ 1. Questa approvazione si basa sui risultati dello studio di fase 3 KEYNOTE-048, in cui pembrolizumab ha dimostrato un aumento statisticamente significativo della sopravvivenza globale, rispetto al trattamento standard, sia in monoterapia che in combinazione con la chemioterapia, in pazienti i cui tumori esprimono PD-L1.
“L’approvazione anche in Europa di pembrolizumab in questo particolare gruppo di pazienti con tumore della testa e del collo rappresenta un significativo passo in avanti dopo oltre 10 anni di mancanza di novità importanti – dichiara il Dott. Marco Benasso, Direttore della struttura complessa di oncologia della ASL2 Savonese -. Sarà ora compito di noi clinici individuare quei pazienti che maggiormente possono beneficiare della monoterapia e quali della terapia di combinazione con la chemioterapia, in una patologia molto complessa per la quale le decisioni terapeutiche richiedono particolare esperienza”.
Questa approvazione permette la commercializzazione di pembrolizumab in monoterapia e in combinazione in tutti i 28 Stati membri dell’Unione Europea, inclusi Islanda, Lichtenstein e Norvegia.
L’approvazione si basa sui dati del KEYNOTE-048, studio di fase 3 randomizzato, multicentrico, in aperto, con controllo attivo, condotto in 882 pazienti con HNSCC della cavità orale, della faringe o laringe, metastatico o recidivato confermato istologicamente, naive a terapia sistemica per il tumore metastatico o recidivato e non suscettibili a terapie locali con intento curativo. La randomizzazione prevedeva stratificazione per espressione tumorale di PD-L1 e performance status ECOG. Gli endpoint duali primari erano la sopravvivenza globale e la sopravvivenza libera da progressione. I pazienti sono stati randomizzati 1:1:1 a uno dei seguenti bracci di trattamento: Pembrolizumab 200 mg e.v. ogni tre settimane; Pembrolizumab 200 mg e.v. ogni tre settimane, carboplatino AUC 5 mg/mL/min e.v. ogni tre settimane o cisplatino 100 mg/m 2 e.v. ogni tre settimane e 5-FU 1.000 mg/m 2/giorno in infusione e.v. continua di 96 ore ogni tre settimane; Cetuximab 400 mg/m 2 e.v. come dose di carico, seguita da dosi di 250 mg/m 2 e.v. ogni settimana, carboplatino AUC 5 mg/mL/min e.v. ogni tre settimane o cisplatino 100 mg/m 2 e.v. ogni tre settimane e 5-FU 1.000 mg/m 2/giorno in infusione e.v. continua di 96 ore ogni tre settimane.
La terapia con pembrolizumab continuava fino a progressione di malattia, verificata con criteri RECIST vers.1.1 determinati dallo sperimentatore, tossicità inaccettabile o fino a un massimo di 24 mesi.
I risultati di efficacia di pembrolizumab in monoterapia, in pazienti con HNSCC metastatico o recidivato inoperabile con espressione tumorale di PD-L1, indicano una sopravvivenza globale mediana di 12,3 mesi con pembrolizumab in monoterapia vs 10,3 mesi con la chemioterapia standard.
La OS mediana con pembrolizumab in combinazione con chemioterapia vs chemioterapia standard era rispettivamente di 13,6 mesi vs 10,4 mesi, nei pazienti con HNSCC metastatico o recidivato inoperabile con espressione tumorale di PD-L1.