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È stata identificata, per la prima volta, una tecnica di screening del cancro polmonare che ne permetterà la diagnosi precoce, ancora prima che sia visibile alla Tac. È il frutto del lavoro di un team di ricercatori del Centro interdipartimentale per la volatolomica “A. D’Amico” dell’Università degli Studi di Roma “Tor Vergata”, guidato dal professor Corrado Di Natale del Dipartimento di Ingegneria Elettronica, in collaborazione con IEO-Istituto Europeo di Oncologia. I risultati dello studio, il primo mai pubblicato sulla diagnosi precoce del tumore polmonare attraverso l’analisi delle urine, sono appena stati pubblicati sul “Journal of Breath Research”. 

Si tratta di un semplice esame dei fluidi biologici (urine, esalato, sangue), che permettono il riconoscimento di un’“impronta” del tumore grazie ai VOCs (Volatile Organic Compounds), composti organici volatili presenti nei liquidi biologici che derivano da processi chimici endogeni e dall’esposizione a diversi fattori ambientali. I VOCs, emessi da fonti quali appunto respiro, sangue e urine, formano un’impronta volatile specifica per ogni individuo, e per questo sono da anni al centro degli studi scientifici sullo screening del cancro polmonare. I ricercatori hanno dunque messo a punto il cosiddetto naso elettronico, un macchinario che, attraverso la cromatografia gassosa e l’uso di un algoritmo di intelligenza artificiale, riesce a identificare precisamente i VOCs che compongono l’impronta volatile. 

 “Il naso elettronico sviluppato nei nostri laboratori, basato su sensori nanogravimetrici funzionalizzati con porfirine, ha dimostrato una sensibilità sufficiente a rilevare la variazione della composizione dei VOCs emessi da fluidi biologici, quali le urine, causati dalla manifestazione di cancro polmonare” ha spiegato il professor Roberto Paolesse del Dipartimento di Scienze e Tecnologie Chimiche di “Tor Vergata” e co-autore dello studio. “Questi risultati ci incoraggiano a studiare l’applicazione del naso elettronico per la diagnosi precoce e non invasiva di diverse patologie”. 

Su 127 soggetti, sani e non sani, è stato dunque possibile individuare il tumore con un’accuratezza del’88%, una sensibilità dell’85% e una specificità del 90%. L’obbiettivo adesso è mettere a punto un percorso di analisi di tre fluidi biologici economico e non invasivo che sarà in grado di individuare la presenza di tumore polmonare iniziale con un’accuratezza diagnostica del 95%. 

“Questo lavoro fornisce una chiara evidenza della relazione tra cancro del polmone e composti volatili emessi dalle urine, e conferma la rilevanza diagnostica dei sistemi di sensori sviluppati presso il nostro Ateneo grazie alla continua collaborazione tra i dipartimenti di Scienze e Tecnologie Chimiche e di Ingegneria Elettronica” ha commentato il professor Di Natale, che ha inoltre sottolineato come questo sia uno dei primi risultati ottenuti in seguito alla costituzione del Centro interdipartimentale per la volatolomica “A. D’Amico”,  una recente iniziativa dell’Ateneo volta a rafforzare le ricerche interdisciplinari tra Medicina, Chimica e Ingegneria.