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L’aumento dell’aspettativa di vita e dei livelli di dinamicità nella crescente popolazione geriatrica portano a un aumento del numero di impianti protesici dell’anca e, di conseguenza, a un incremento dell’incidenza di fratture periprotesiche del femore. Con fratture periprotesiche, si intendono quelle associate a un impianto ortopedico, sia esso un dispositivo di sostituzione o di fissazione interna. Si parla in questo caso di fallimento dell’impianto: da uno studio, infatti, è emerso che i tassi di revisione nella chirurgia dell’anca sono circa il 26%.

La sfida del chirurgo ortopedico è quindi quella di valutare le condizioni della frattura al fine di determinare la scelta del trattamento più efficace da eseguire. Questo potrebbe prevedere la completa sostituzione dell’impianto o di parti di esso, o l’utilizzo di un mezzo di osteosintesi. A tal proposito, risulta necessaria la valutazione della stabilità dello stelo protesico all’interno del canale midollare: la comprensione reale di questa condizione è di fondamentale importanza per definire gli step chirurgici da eseguire.

In questo contesto si inserisce la ricerca che si impegna nello sviluppo di soluzioni innovative e quanto più possibile mininvasive che mirino a risolvere il fallimento dell’impianto protesico e che aiutino il chirurgo con sistemi quanto più pratici e funzionali per risolvere tale problematica.

Una delle soluzioni di maggiore interesse prevede l’utilizzo di placche periprotesiche, che vengono messe a supporto in corrispondenza della diafisi femorale con lo scopo di superare l’instabilità del sistema resistendo alle forze di carico trasmesse.

LSM-Med sta sviluppando un’innovativa placca periprotesica che prevede due sistemi di ancoraggio al gran trocantere, in grado di garantire un posizionamento ottimale della placca sulla parte laterale dell’osso supportando il chirurgo durante la procedura.

La morfologia della placca deve seguire quanto possibile l’anatomicità del soggetto e al tempo stesso non danneggiare eccessivamente i vasi sottostanti il periostio, questo poiché la rigenerazione ossea dipende strettamente dall’angiogenesi, la quale garantisce irrorazione a tutti i tessuti e tanto più necessaria per riformare quello danneggiato.

La capacità rigenerativa dell’osso in pazienti anziani è relativamente bassa, questo perché con l’invecchiamento le cellule ossee perdono progressivamente la loro capacità rigenerativa e di conseguenza la quantità di matrice ossea depositata. Nella popolazione anziana, si parla infatti di osteoporosi quando si verifica una degenerazione del tessuto osseo. È la componente minerale, composta da calcio e fosforo, la responsabile della capacità resistiva totale del femore, ovvero la capacità di resistere ai carichi a cui il femore è sottoposto.

La placca periprotesica deve essere abbastanza resistente da sorreggere il carico, per questo viene realizzata con un materiale appropriato, una lega di titanio, alluminio e vanadio con un rapporto TI6Al4V. Allo stesso tempo, la placca deve avere un modulo elastico maggiore di quello dell’osso per favorire la trasmissione delle forze a favore del dispositivo di sintesi.

A fronte dell’importanza nella distribuzione dei carichi, bisogna tenere in considerazione un’altra caratteristica fondamentale che la placca deve avere al fine di garantire il corretto funzionamento del mezzo di osteosintesi: la stabilità angolare che avviene quando viti e placca sono solidali tra loro. La soluzione prevede la realizzazione di fori filettati in grado di alloggiare delle viti dalla testa filettata con diversi angoli di inclinazione. La stabilità angolare tra placca e vite è fondamentale al fine di evitare i frequenti fallimenti legati alla mobilizzazione relativa tra i componenti.

A seconda della frattura possono essere necessarie diverse lunghezze della placca ma, a seguito di studi biomeccanici risulta ottimale una lunghezza che coincida con la totalità della dimensione della diafisi, questo poiché una placca più corta potrebbe determinare un accumulo di sforzi sulla diafisi distale rischiando una successiva frattura della stessa mentre, essendo l’area dei condili femorali maggiore, si predilige quella come area di scarico degli sforzi.

Grazie al confronto e allo studio effettuato con un team di medici esperti, il progetto di LSM-Med per lo sviluppo della placca periprotesica sta volgendo al termine con tutte le soluzioni tecniche e innovative al fine di garantire un sistema il più efficiente e affidabile possibile.