Ricoveri ospedalieri seguiti da lunghi periodi di immobilità, interventi chirurgici, aumento della disabilità fino alla perdita parziale o completa dell’autonomia nelle attività quotidiane: le fratture da osteoporosi possono causare gravi effetti sulla qualità di vita dei pazienti.

I pazienti hanno inoltre un rischio 5 volte maggiore di subire una seconda frattura nei primi 12 mesi dopo la prima: per questo è importante seguire terapie anti-fratturative per prevenirne successive. Eppure, sono oltre 8 su10 i pazienti che subiscono una frattura del femore a cui non viene somministrato alcun trattamento mirato.

A evidenziare questo dato, lo studio «Gap terapeutico e costi delle fratture da fragilità in Italia», presentato come abstract al WCO-ESCO-IOF di Barcellona, il Congresso Mondiale su Osteoporosi, Osteoartrite e Malattie Muscolo-Scheletriche.

Lo studio, basato sull’analisi dei database amministrativi dell’USL Umbria 2 e della Regione Campania, ha preso in considerazione oltre 21.000 pazienti over 50 ricoverati per frattura del femore e ha ha analizzato anche la spesa per la gestione e il trattamento dei pazienti nella prospettiva del Servizio Sanitario Nazionale (SSN) che è, mediamente, di oltre 6.500 euro per il ricovero e di circa 5.450 euro per i 12 mesi di follow-up, dovuti principalmente a ulteriori ricoveri e in minima parte per farmaci e visite mediche.

Per un paziente non aderente al trattamento i costi nei 12 mesi di follow up sono più alti rispetto a uno aderente: pari infatti a circa 6.400 euro. Migliorare l’aderenza al trattamento permetterebbe quindi una riduzione dei ricoveri per i pazienti a rischio di ri-frattura accompagnata da un risparmio per la collettività e per il SSN.