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Migliorare la qualità di visione, grazie a una tecnologia sofisticata e una procedura affidabile e sicura che permette di correggere il difetto visivo, dalla miopia all’astigmatismo. Da oltre 25 anni, grazie all’evoluzione tecnica messa a punto dalla ricerca oftalmologica statunitense, sono state effettuate più di 2 milioni di procedure di impianto delle lenti intraoculari ICL costituite da un materiale altamente biocompatibile, il collamero. Il collamero costituisce la lente ICL in modo da farne una lente morbida e flessibile.  

 “Si tratta di un impianto di lente dentro l’occhio, dietro l’iride, ma senza punti di sutura. In breve, una specie di lente a contatto sul cristallino che ci consente di correggere tutti i difetti refrattivi e dare una qualità di immagine estremamente elevata” – spiega il dottor Pietro Barboni dello Studio Oculistico D’Azeglio di Bologna e già professore a contratto presso la Clinica Neurologica dell’Università di Bologna. 

Circa 6 persone su 10 soffrono di difetti visivi. Il più diffuso è la miopia, che colpisce circa il 40-45% di italiani che hanno difficoltà di visione. “L’impianto di ICL – prosegue Barboni – è particolarmente indicato quando sono presenti malattie della cornea come il cheratocono, dove il laser non può essere fatto oppure quando si soffre di miopie elevate, sopra le 6-7 diottrie, e l’intervento refrattivo con il laser non ha buona efficacia. Con l’impianto di lenti ICL invece si può intervenire anche su miopie gravi, fino a 15 od anche 18 diottrie. Ed anche ipermetropie fino a 6, sette od 8 diottrie. È un intervento che si può fare già dopo i 20 anni d’età ed è una procedura che dà grandi soddisfazioni nella funzione visiva postoperatoria. Infatti, il recupero visivo è quasi immediato” 

Inoltre le ICL non inducono sindrome da occhio secco né reazione di rigetto perché mantengono inalterata la composizione chimica dell’occhio oltre a preservare la cornea e il cristallino naturale e a proteggere dai raggi UV. La correzione chirurgica con questo tipo di impianto di lente tra cristallino naturale e cornea ha, ancora, il vantaggio di essere reversibile, cioè rimovibile e aggiornabile qualora, molto raramente, il difetto visivo del paziente dovesse richiederlo, e permette di non modificare in alcun modo l’anatomia dell’occhio. 

L’insieme di queste qualità spiega come mai un intervento iniziato come chirurgia di nicchia dedicata soprattutto ai pazienti con difetti refrattivi, sia divenuta progressivamente sempre più frequente. Nel corso degli anni, le indicazioni si sono gradualmente allargate.   

“Quando un chirurgo si sente sicuro della tecnica che sta eseguendo e che propone, inevitabilmente la propone a un numero sempre maggiore di pazienti. Questo – spiega il dottor Giacomo Savini, dello Studio Oculistico D’Azeglio Bologna e Visiting Professor all’Università di Wenzhou in Cina – anche a discapito della chirurgia laser che ha visto contemporaneamente ridurre le proprie indicazioni”. 

“L’ICL presenta alcuni vantaggi non di poco conto rispetto al laser ad eccimeri – conclude Savini – prima di tutto la reversibilità, in secondo luogo non induce occhio secco, complicanza che dopo il laser si verifica molto frequentemente; terzo: la più elevata qualità visiva. Noi non basiamo tutto solo sul numero di decimi che il paziente vede, ma esistono tante sfumature: c’è la sensibilità al contrasto, gli aloni durante la notte. Tutto questo ha dei risultati migliori con ICL rispetto al laser”.  

L’impianto delle lenti ICL è una tecnologia con centinaia di studi clinici all’attivo, oltre 25 anni di esperienza certificata dalla Food & Drug Administration FDA statunitense e che ha ricevuto l’approvazione delle autorità sanitarie locali, stabilendone la sicurezza e l’efficacia.