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Da diversi anni la Chirurgia Maxillo-Facciale dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Parma è un centro di riferimento per gli interventi di chirurgia ricostruttiva in ambito oncologico e non solo, con oltre 100 procedure di microchirurgia eseguite ogni anno. E da oggi un’arma in più è a disposizione dell’equipe diretta dal prof. Enrico Sesenna: grazie all’uso combinato di realtà virtuale e stampante 3D, dalla TAC pre-operatoria del paziente, i chirurghi della struttura sono ora in grado di riprodurre un modello tridimensionale della mandibola, pianificando così con estrema precisione la ricostruzione chirurgica dell’osso, con un netto miglioramento dei risultati estetici e funzionali del viso e della bocca, oltre che una riduzione dei tempi operatori e di recupero per il paziente. La nuova tecnologia è stata recentemente utilizzata anche per un ragazzo di 14 anni affetto da una grave forma di tumore mandibolare.

“L’asportazione della neoplasia si è svolta senza problemi – spiega il prof. Silvano Ferrari che ha coordinato l’intervento – e il risultato ricostruttivo è stato molto soddisfacente, con un perfetto ripristino della forma del volto ed una completa ripresa dell’alimentazione del giovane”.

“Sono state pianificate virtualmente tutte le fasi dell’intervento – continua il dott. Andrea Ferri – dalla stampa dei modelli alla modellazione della placca di ricostruzione sulla quale è stato fissato il tessuto osseo trapiantato dal perone per ricostruire tutto l’arco mandibolare. Entro pochi mesi, una volta terminate le cure chemioterapiche, si potrà procedere con semplicità al posizionamento di impianti ossei inseriti nel tessuto trapiantato per ripristinare anche l’arcata dentaria e riabilitare in maniera completa il paziente”.

Questa particolare metodica, definita CAD-CAM, rappresenta oggi l’ultima frontiera in ambito ricostruttivo. E se fino ad ora era indispensabile rivolgersi ad aziende esterne, generalmente americane o nord-europee, per eseguire le varie fasi di progettazione, la possibilità di gestire autonomamente la realizzazione dei modelli consentirà un netto incremento delle sue applicazioni, sia in ambito clinico che di ricerca applicata.

“Avere questa tecnologia in reparto ci consente di pianificare tutto il percorso operatorio, riducendo anche i tempi di attesa per il paziente – conclude il prof. Ferrari -. Inoltre tali tecnologie sono particolarmente importanti nei casi più complessi, come nei pazienti che hanno già subito interventi di asportazione ossea o in cui la mandibola è gravemente deformata, oltre che in procedure delicate come nei pazienti giovani e pediatrici, che hanno lunghe aspettative di vita e per i quali è fondamentale ottenere risultati perfetti in termini di forma e funzione”.

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