Print Friendly, PDF & Email

È stata inaugurata la nuova Risonanza Magnetica tre Tesla della Fondazione Policlinico Universitario Campus Bio-Medico di Roma: la nuova strumentazione consentirà una maggiore risoluzione spaziale, con immagini sempre più dettagliate, e anche, in alcuni casi, una più veloce esecuzione dell’esame rispetto alle risonanze magnetiche più diffuse, quelle meno potenti a 1,5 Tesla. La maggiore risoluzione dello strumento consente, nella diagnosi di patologie cerebrali o muscolo-scheletriche e della colonna vertebrale, di identificare lesioni più piccole nonché strutture anatomiche non visibili con macchine della generazione precedente. La qualità delle immagini rende questa strumentazione il riferimento per gli esami dei distretti cerebro-vascolari e neurologici, oltre a consentire di effettuare esami funzionali, di spettroscopia, della prostata e del pancreas.

L’acquisto dell’apparecchiatura è stato possibile grazie al contributo dato dalla Fondazione Roma, attraverso la Biomedical University Foundation, nel quadro di un più ampio finanziamento per lo sviluppo del Centro per la Ricerca e Cura della malattia di Alzheimer della Fondazione Policlinico Universitario Campus BioMedico e dell’Università Campus Bio-Medico di Roma.

Oltre ai vertici della Fondazione Policlinico Universitario Campus Bio-Medico, hanno partecipato all’inaugurazione il prof. Bruno Beomonte Zobel, coordinatore dell’Imaging Center del Policlinico Universitario Campus Bio-Medico, il dott. Franco Parasassi, presidente Fondazione Roma, il prof. Paolo Arullani, presidente dell’Advisory Board della Biomedical University Foundation, l’avv. Civita Di Russo, vice capo di Gabinetto del Presidente della Regione Lazio, l’on. Ylenja Lucaselli, capogruppo alla Commissione Bilancio, tesoro e programmazione della Camera dei Deputati.

Dichiara il presidente della Fondazione Policlinico Universitario Campus Bio-Medico Carlo Tosti: “La giornata di oggi è un’importante occasione per fare rete con il Servizio Sanitario Regionale, considerando che questa nuova strumentazione sarà accessibile ai cittadini in base alla programmazione regionale e che coprirà diversi ambiti clinici. Rappresenta un importante investimento che rispecchia, grazie alle sue caratteristiche d’eccellenza, il motto della Fondazione Policlinico Universitario Campus Bio-Medico “la Scienza perl’Uomo”, cioè la garanzia di elevati livelli di cura e assistenza tenendo sempre presente la persona in tutti i suoi bisogni e in tutte le sue dimensioni”.

Dichiara il presidente della Fondazione Roma Franco Parasassi: “Con l’inaugurazione di oggi si comincia a dare effettiva concretezza al percorso che porterà, nei prossimi anni, al completamento del “Centro Integrato di Ricerca e Cura sulla malattia di Alzheimer – Fondazione Roma” presentato lo scorso settembre e al quale tutti i soggetti coinvolti stanno lavorando alacremente, con entusiasmo e nella piena consapevolezza del contributo innovativo che esso produrrà per la diagnosi precoce e per la ricerca, qui opportunamente combinate, di questa patologia neurodegenerativa, per combattere la quale la Fondazione Roma è in campo, su diversi piani di intervento, da molti anni”.

Le apparecchiature con magnete da tre Tesla, rispetto a quelle da 1,5, garantisco prestazioni superiori in particolare nello studio di ipofisi, ippocampo, nuclei del tronco, nervi cranici, orecchio interno, corteccia cerebrale, tumori. Inoltre, riducono il rischio di immagini distorte, eliminando così la necessità di sottoporsi a ulteriori risonanze.

Spiega il coordinatore Imaging Center della Fondazione Policlinico Universitario Campus Bio-Medico Bruno Beomonte Zobel: “Con questa tipologia di strumentazione si possono utilizzare tecniche cosiddette “avanzate” come la Spettroscopia a RM, il Tensore di diffusione, la Trattografia a RM e la RM funzionale con segnale BOLD. La RM funzionale è in grado di individuare le zone dell’encefalo che consumano ossigeno mentre il soggetto che viene esaminato con la macchina di RM sta svolgendo una determinata attività come può essere il guardare un video, l’ascoltare una musica o il compiere un piccolo movimento con un dito. In questo modo è stato possibile studiare, su volontari sani, quali sono le aree cerebrali che sono coinvolte, nel senso che vengono attivate e consumano ossigeno, nell’assunzione di certe decisioni”.