Print Friendly, PDF & Email

Il polo ospedaliero valdostano si pone tra i pochi centri in Italia a praticare l’embolizzazione selettiva dei fibromi uterin. L’embolizzazione arteriosa è la più brillante soluzione terapeutica della fine del secolo scorso nel rispetto della ‘self image’ della donna e rappresenta l’alternativa alla chirurgia dei fibromi uterini sintomatici. I fibromi uterini interessano circa il 35% delle donne in età fertile, anche se soltanto nel 50% dei casi diventano sintomatici. In ogni caso, sono i tumori pelvici più frequenti. La vascolarizzazione del fibroma è maggiore rispetto a quella del miometrio circostante ed è responsabile dei sanguinamenti profusi.
L’intervento si svolge in sala angiografica. Dopo l’anestesia locale, viene incannulata l’arteria femorale e realizzato il cateterismo selettivo dell’arteria uterina in modo che le microparticelle possano occludere il letto vascolare peritumorale. Una medicazione compressiva è posta sul punto d’ingresso e la paziente è ricondotta in reparto. L’intervento ha una durata di circa un’ora.
Il delicato intervento è frutto della collaborazione tra gli specialisti di tre diverse branche: il dott. Livio Leo, direttore della SC Ginecologia ed Ostetricia, il dott. Massimiliano Natrella, direttore della SC Radiologia Diagnostica ed Interventistica e il Dott. Luca Montagnani, direttore della SC Anestesia e Rianimazione (tutti e tre nella foto).
Sviluppata in Francia nei primi anni 90, questa procedura radiologica interventistica, molto diffusa nei paesi d’oltralpe e negli Stati Uniti, rappresenta ad oggi la migliore alternativa all’intervento chirurgico nelle donne con fibromi uterini sintomatici.