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In questi giorni, presso la sala ortopedia dell’Ospedale Santo Spirito di Casale Monferrato, sono stati eseguiti 2 interventi chirurgici con sistema ADAPT 2.0, tecnologia utilizzata per eseguire l’osteosintesi delle fratture di femore. E’ la prima volta in Piemonte.
“Le fratture del femore prossimale nell’anziano – spiega il Dott. Danilo Chirillo, Direttore della Struttura Complessa di Ortopedia e Traumatologia – rappresentano la complicanza più grave e frequente di una caduta, soprattutto in pazienti affetti da osteoporosi.
L’ incidenza di questa tipologia di frattura registra ogni anno un incremento esponenziale ed il suo trattamento è di conseguenza uno dei più frequenti nelle sale operatorie di ortopedia e traumatologia.
Il gold standard nel trattamento di questa patologia è costituito dal chiodo pertrocanterico e l’intervento, se le condizioni generali lo permettono, deve essere eseguito entro le 48 ore, come indicato dalle direttive regionali. L’ortopedia di Casale, dai dati 2018, è l’unico ospedale del quadrante Alessandria-Asti a superare la percentuale indicata dalla Regione, che è del 70%, di fratture collo del femore nelle 48 ore.
Durante l’intervento si rende necessario l’utilizzo dell’amplificatore di brillanza per monitorare l’esatto posizionamento dell’impianto e quindi la corretta esecuzione dell’operazione. Una delle complicanze principali nel post-operatorio è costituita dalla migrazione della vite cefalica. In tal caso si rende necessario un nuovo intervento chirurgico.

L’ utilizzo del sistema ADAPT 2.0, grazie al suo software, riduce in maniera statisticamente significativa sia l’utilizzo dell’amplificatore di brillanza, con riduzione di esposizione a radiazioni ionizzanti, sia il rischio di migrazione della vite cefalica.
Tali vantaggi sono il risultato della ricostruzione in 3D dell’intero femore, che permette al chirurgo la posizione ottimale del mezzo di sintesi riducendo la percentuale di errore.
Gli interventi sono stati eseguiti dal Dott. Ezio Baccino e dalla Dott.ssa Roberta La China, insieme a tutto il personale della sala operatoria coadiuvato dal servizio di anestesia e rianimazione.”

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