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Uno spazio raccolto e accogliente, dove il terapista riceve i piccoli pazienti a partire dai 3 mesi d’età. Un ambiente concepito per far rilassare il più possibile il bambino e stimolarne i sensi in modo controllato e personalizzato, tramite l’utilizzo di oggetti sensorizzati, sistemi di proiezione, fasci di luci e amplificatori.
È la nuova stanza multisensoriale per la riabilitazione dei pazienti in età evolutiva, realizzata dalla Fondazione Tommasino Bacciotti con il contributo di Fondazione CR Firenze, inaugurata giovedì 9 giugno al Centro IRCCS “Don Gnocchi” di Firenze.

Il taglio del nastro si è svolto a margine del convegno scientifico “La riabilitazione in Fondazione Don Gnocchi: alta complessità, ricerca e innovazione”, al quale sono intervenuti il direttore generale della Ricerca e Innovazione del ministero della Salute Giuseppe Ippolito; la vicepresidente della Regione Toscana Stefania Saccardi; il consigliere comunale e capogruppo PD a Firenze Nicola Armentano, in rappresentanza del sindaco Dario Nardella; il rettore dell’Università degli Studi di Firenze Alessandra Petrucci; rappresentanti dell’AUSL Toscana centro; Paolo Bacciotti, presidente della Fondazione Tommasino Bacciotti; il delegato arcivescovile per l’apostolato dei laici monsignor Vasco Giuliani; operatori e ricercatori dell’IRCCS “Don Gnocchi”, guidati dal direttore Fabio Carlotti e dal direttore scientifico di presidio Sandro Sorbi, e di altri Centri della Fondazione.

L’utilizzo della stanza è pensato prevalentemente per bambini con grave disabilità fisica e psichica, come ad esempio condizioni di minima coscienza in fase post-coma, disturbi sensoriali gravi, disturbi della coscienza, paralisi cerebrali infantili con disturbi percettivi associati, disturbi del comportamento, disturbi della regolazione, disturbi dello spettro autistico.
A disposizione dei piccoli pazienti, uno spazio immersivo, insonorizzato, dotato di strumenti tecnologici capaci di riprodurre stimoli visivi tramite schermi luminosi, colonne di bolle luminose e fasci di fibre ottiche, per favorire la consapevolezza della luce, l’inseguimento dello stimolo e la percezione del colore; stimoli uditivi attraverso un sistema audio diffuso, casse subwoofer nascoste sotto superfici di appoggio, per favorire l’orientamento allo stimolo sonoro, lo stato di quiete, la percezione di vibrazioni; stimoli tattili e propriocettivi per stimolare la capacità di percepire e riconoscere la posizione del proprio corpo nello spazio e lo stato di contrazione dei propri muscoli, senza il supporto della vista, grazie a pouf imbottiti, superfici sensoriali, amache, pedane vibranti per stimolare la percezione tattile, l’equilibrio e la percezione del corpo nello spazio.

Ogni anno l’IRCCS “Don Gnocchi” di Firenze assiste un centinaio di bambini affetti da grave cerebrolesione acquisita, per i quali il percorso riabilitativo deve tener conto della presenza concomitante di disturbi sensoriali, disturbi del comportamento, difficoltà di percezione corporea e disorientamento. Inoltre, i pazienti con grave cerebrolesione mostrano ridotte capacità di far fronte a stimoli stressanti e spesso non sono in grado di beneficiare di un trattamento somministrato in uno spazio aperto e condiviso, dove vengono esposti a un sovraccarico sensoriale.
«La nuova stanza multisensoriale nasce proprio da questa esigenza – ha spiegato il direttore generale della Fondazione, Francesco Converti – e si propone di rendere sempre più efficienti e personalizzati i progetti riabilitativi dei nostri piccoli pazienti. È inoltre l’ulteriore testimonianza di una partnership, quella tra Fondazione Bacciotti e Fondazione Don Gnocchi, consolidata in questo decennio di progetti condivisi, sognati, voluti e realizzati in profonda comunione di intenti e vedute, primo fra tutti proprio il reparto di riabilitazione pediatrica dell’IRCCS di Firenze».

«Don Carlo nasceva 120 anni fa – ha ricordato nel suo intervento finale il presidente della Fondazione don Vincenzo Barbante -. Sopravvissuto miracolosamente alla guerra, si è lasciato condurre dallo Spirito su strade che lui non conosceva, diventando così protagonista di un’avventura di cui ha visto solo gli inizi e che ci ha consegnato. In questo luogo ci ritroviamo uomini davanti al mistero della vita e alle sfide che ci propone, come quella della sofferenza dei più piccoli e davanti a loro siamo chiamati a metterci in ascolto e ricordare cosa è veramente essenziale. Il dolore innocente, di cui ci parlava don Carlo, ci interroga e ci educa ad esprimere la nostra vita per il meglio. Grazie agli amici della Fondazione Bacciotti, ai ricercatori e agli operatori di questo luogo che è luogo di incontro e di riscoperta delle ragioni più profonde della nostra fraternità».