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Oltre 120 milioni di euro dalla Regione Emilia-Romagna per il Policlinico Sant’Orsola. Per accompagnare la struttura ospedaliero-universitaria, punto d’eccellenza della sanità regionale e nazionale, verso le sfide future. Per migliorare ulteriormente la qualità dell’accoglienza dei pazienti. Per realizzare nuovi padiglioni e ammodernare quelli esistenti.
Un piano di investimenti che in cinque anni permetterà di attivare tutti i lavori per far salire a 240mila, sui 385mila totali, i metri quadrati riqualificati o di nuova costruzione e raddoppiare, portandoli dagli attuali 500 a 1.000, i posti letto riqualificati, che diverranno quindi il 70% dei totali.
Le risorse serviranno in parte – 41 milioni già stanziati – a finanziare la riqualificazione del Polo Materno-infantile; gli 80 milioni di nuovi investimenti permetteranno invece la costruzione di tre nuovi Poli e l’avvio della ristrutturazione delle degenze dei padiglioni 2 e 5.
Lavori cui va aggiunta, come prevede il piano edilizio dell’Università di Bologna, la realizzazione della Torre Biomedica, che ospiterà infrastrutture tecnologicamente avanzate per la ricerca, e di un plesso per la didattica capace di soddisfare le esigenze dell’intera offerta formativa in ambito medico.
“Quello annunciato oggi è un investimento di portata storica, che proietta il Policlinico universitario Sant’Orsola a essere un punto di riferimento internazionale non solo per assistenza e cura, ma anche per didattica e ricerca- commenta il rettore Ubertini-. All’interno di questo progetto, un tassello importante, previsto dal piano edilizio dell’Alma Mater, è quello della Torre Biomedica: un edificio che ospiterà infrastrutture tecnologicamente avanzate per la ricerca medica e che sarà organizzato in modo tale da favorire la condivisione delle attrezzature e la collaborazione tra diversi gruppi di ricerca in un’ottica fortemente interdisciplinare. Oltre alla Torre- aggiunge il rettore- verrà realizzato un plesso per la didattica pensato per soddisfare le esigenze dell’intera offerta formativa in ambito medico e per favorire lo sviluppo di nuove attività realizzate da studenti, assegnisti e dottorandi”.

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