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L’oncologia di precisione è in continua evoluzione: grazie all’identificazione dei marcatori molecolari è possibile agire selettivamente sulle caratteristiche specifiche dei tumori e rallentarne la progressione, cronicizzando la malattia. La ricerca individua sempre nuovi target ma è fondamentale capire quali di questi siano rilevanti dal punto di vista clinico e quanto siano diffusi nella popolazione, così da migliorare l’accesso dei pazienti alle terapie innovative ed efficaci. Come? Grazie a una App che in tempo reale consenta agli oncologi di avere a disposizione i dati relativi a questi target, in particolare nel tumore al polmone, per il quale sono già stati individuati ben 11 marcatori predittivi.

Il primo knowledge base database italiano che raccoglie dati sulla presenza di biomarcatori predittivi di risposta per i pazienti con tumore del polmone, in stadio avanzato e non solo, si chiama Atlas ed è stato sviluppato da Medica Editoria e Diffusione Scientifica, insieme all’Università di Torino e alla Federico II di Napoli e coordinato dalla Prof. Silvia Novello, il Prof. Giancarlo Troncone ed il Prof. Umberto Malapelle. Grazie a questo database gli specialisti potranno consultare i dati con velocità e facilità, consultando la app anche offline.

“La possibilità di conoscere la distribuzione di precisi marcatori in un contesto di real world, quindi al di fuori degli studi clinici, è sicuramente una delle principali necessità della comunità scientifica, specialmente per quei casi rari che non capita spesso di incontrare nella propria vita professionale” – spiega Umberto Malapelle, a capo del laboratorio di Patologia Molecolare Predittiva del Dipartimento di Sanità Pubblica, dell’Università di Napoli Federico II e membro del board scientifico di ATLAS. “Riuscire a confrontarsi con le esperienze dei centri che partecipano al progetto, come in un team multidisciplinare, è assolutamente un valore aggiunto sia per lo screening e la diagnosi precoce del tumore, ma anche per l’identificazione di possibili innovativi percorsi di cura”.

L’Applicazione mette insieme sia la prospettiva degli oncologi sia quella dei patologi, con l’obiettivo di generare un quadro completo del paziente, mettendo insieme in una sola piattaforma i dati clinici e quelli biologici relativi alla presenza di biomarcatori predittivi di risposta. Il sistema inoltre permette di avere il link alla letteratura scientifica per ogni specifico marcatore e le indicazioni sugli studi clinici attivi, consentendo così al medico di avere una maggiore conoscenza delle opzioni disponibili specifiche per il tipo di tumore che si sta trattando.

Nata dall’esigenza di avere a portata di mano tutti i dati relativi alla profilazione delle varie espressioni di tumore al polmone, Atlas è una applicazione costruita sull’incremento della conoscenza da parte dei centri che vi partecipano: si contano a oggi più di 40 centri attivi in Italia, con circa altre 35 istituzioni in via di attivazione.

I dati inseriti all’interno del sistema dai centri partecipanti vengono revisionati da un team dedicato così che siano omologati, seguano i criteri di nomenclatura internazionali e possano essere messi a confronto con quelli di altre nazioni a scopo scientifico. Grazie alla sua specificità, la piattaforma ha un importante valore di ricerca, sono 3 gli studi generati dal lavoro dei centri che hanno aderito al progetto.

Da gennaio 2023, la App ha avuto 439 utenti complessivi, con 600 sessioni attive e 889 visualizzazioni di pagina.

“Penso che il valore aggiunto di questo progetto risieda nella sua inclusività: il nostro obiettivo è quello di dare la possibilità di accedere alla conoscenza degli altri e mettere a disposizione la propria, in una rete tra pari” – conclude Malapelle. “Non è stato semplice costruire questa piattaforma, ma ancora di più lo è mantenerla viva. Se siamo riusciti in questo traguardo è solo grazie ai colleghi che hanno dedicato e dedicano tempo e volontà. Un mio ringraziamento particolare va alla Prof. Novello e al Prof. Troncone per le energie profuse e che hanno reso possibile tutto quello che si sta facendo. Vederli lavorare su questo progetto è per me fonte di ispirazione e di insegnamenti continui”.