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Conserva il cuore vivo e battente prima del trapianto e, se ce n’è bisogno, lo cura. Il suo nome ufficiale è Organ care system ma è conosciuta come “Il cuore in una scatola” ed è la macchina innovativa che permetterà di aumentare ancora il numero dei trapianti. A portarla al Sant’Orsola di Bologna è stata la Fondazione Sant’Orsola che, grazie alla generosità di 998 donatori, in piena pandemia è riuscita a raccogliere i 225.000 euro necessari per acquistarla.

Il macchinario è stato presentato in conferenza stampa da Chiara Gibertoni, Direttore del Policlinico di Sant’Orsola, Davide Pacini, direttore dell’Unità Operativa di Cardiochirurgia e dal presidente della Fondazione Sant’Orsola Giacomo Faldella.
Il Policlinico di Sant’Orsola è l’unico ospedale a eseguire trapianti di cuore in Emilia-Romagna. Nel 2021, nonostante la pandemia, si è arrivati a 31 trapianti di cuore, posizionandosi tra i primi tre centri in Italia per numero di interventi. Non solo: quello del Sant’Orsola è stabilmente il centro che garantisce la più alta sopravvivenza post-intervento in Italia.

La disponibilità di organi per il trapianto rimane, però, molto limitata e comunque inferiore rispetto al numero di pazienti in lista d’attesa. Anche per questo ogni cuore donato è estremamente prezioso. Secondo le ultime rilevazioni disponibili a livello nazionale, però, solo il 49% di cuori donati riesce ad essere utilizzato per il trapianto (dato 2019).
Quando l’organo viene donato, infatti, pur essendo conservato a bassa temperatura va incontro a processi di ischemia che possono deteriorarne la funzionalità. Se questa era già diminuita a causa dell’età avanzata del donatore, il cuore può risultare non idoneo al trapianto. Si allunga così inevitabilmente la lista d’attesa, che in Emilia-Romagna conta quasi 60 persone che aspettano, a volte per oltre due anni, un nuovo cuore.
L’Organ care system contribuisce a risolvere questo problema. La macchina è, infatti, un’attrezzatura altamente tecnologica e informatizzata che permette di mantenere il cuore caldo e battente fino a 8 ore dopo il prelievo dell’organo.
In questo modo il cuore non si danneggia e i vantaggi sono più di uno: il cuore può essere trapiantato in sicurezza anche se proviene da un donatore più anziano; gli interventi di lunga durata possono essere affrontati con maggiore sicurezza; le possibilità di trasferimento dell’organo da un ospedale all’altro, per raggiungere un paziente idoneo a quell’organo, sono più ampie.
L’Organ care system permette inoltre di monitorare tutti i parametri emodinamici e metabolici dell’organo e ricondizionarli, ‘curando’ il cuore con farmaci e interventi adeguati prima del trapianto, rendendo utilizzabili anche organi che altrimenti sarebbero stati scartati in via precauzionale ed offrendo così le maggiori garanzie di riuscita e sicurezza dell’intervento.
La Fondazione Sant’Orsola ha lanciato così un anno fa la campagna “Mi batte forte il tuo cuore” per raccogliere i 225.000 euro necessari per portare a Bologna l’Organ care system, mantenendo alta anche così l’attenzione sulla necessità di essere a fianco anche di chi oggi come ieri si trova a fare i conti con problemi di salute diversi dal Covid19.