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Amgen ha annunciato l’analisi dei dati di sopravvivenza globale a cinque anni dello studio di fase II a singolo braccio BLAST, che ha valutato blinatumomab in pazienti con leucemia linfoblastica acuta da precursori delle cellule B in presenza di malattia minima residua. Lo studio ha rilevato che, con un follow-up mediano di 59,8 mesi, la OS mediana per i pazienti trattati con blinatumomab è stata di 36,5 mesi. Oltre la metà dei pazienti che avevano ottenuto una risposta MRD completa dopo il primo ciclo di trattamento con blinatumomab era ancora in vita a cinque anni. Questi risultati del più vasto studio prospettico mai condotto finora sulla LLA MRD-positiva sono stati presentati oggi durante una sessione orale al 24° congresso annuale della European Ematology Association, tenutosi ad Amsterdam. “Nelle sue vesti di unica terapia immuno-oncologica specifica per il CD19 a disporre di dati di sopravvivenza a cinque anni, blinatumomab continua a dimostrare risultati convincenti nei pazienti con LLA”, ha dichiarato David M. Reese, vice presidente esecutivo di Ricerca e Sviluppo Amgen. “Siamo orgogliosi della scienza su cui si basa la nostra tecnologia BiTE. Questi dati, provenienti da una popolazione di pazienti con LLA MRD-positiva, ci consentono di nutrire ulteriore fiducia nel beneficio clinico di blinatumomab, che si osserva specialmente quando questi pazienti vengono trattati precocemente”.

Lo studio di fase II BLAST ha arruolato 116 pazienti con LLA da precursori delle cellule B positiva per la MRD in prima o successiva remissione ematologica completa dopo almeno tre cicli di trattamento chemioterapico intensivo. Tra i 116 pazienti arruolati, è stata valutata la OS per 110 pazienti in remissione ematologica completa ivi inclusi 74 pazienti sottoposti a trapianto di cellule staminali ematopoietiche in remissione completa continua dopo il trattamento con blinatumomab.

I risultati presentati all’EHA hanno dimostrato che in 84 pazienti che avevano ottenuto una risposta MRD completa, la sopravvivenza globale mediana non è stata raggiunta. Tra i pazienti con MRD in prima remissione ematologica completa, la sopravvivenza globale mediana non è stata raggiunta da coloro che avevano ottenuto una risposta MRD completa, rispetto ai 10,6 mesi di coloro che non avevano ottenuto uno stato di negatività alla MRD.

“La presenza di MRD è un forte predittore di recidiva nei pazienti con LLA da precursori delle cellule B”, ha affermato Nicola Gökbuget, ricercatore responsabile dello studio BLAST e a capo del German Multicenter Study Group for Adult ALL di Francoforte. “I risultati del follow-up finale a cinque anni dello studio clinico BLAST dimostrano che il precoce ottenimento della completa remissione molecolare con blinatumomab è associato a una sopravvivenza prolungata”.

I risultati di sicurezza tra i pazienti positivi alla MRD sono stati coerenti con il profilo di sicurezza noto di blinatumomab.

“MRD” è un indicatore che segnala la presenza di una quota minima di malattia non visibile morfologicamente, nonostante il paziente abbia raggiunto la remissione completa. La presenza di MRD è generalmente considerata il più importante fattore prognostico indipendente nella LLA. La MRD è misurabile solo mediante test altamente sensibili, che rilevano le cellule tumorali nel midollo osseo con una sensibilità di almeno una cellula cancerosa su 10.000 cellule, parametro superiore alla misurazione al microscopio convenzionale, che rilevava circa una cellula cancerosa su 20.

Blinatumomab, un anticorpo bispecifico CD19-CD3 reclutante le cellule T, è la prima molecola approvata con piattaforma immuno-oncologica BiTE di Amgen, nonché la prima e unica terapia a ricevere l’approvazione regolatoria a livello globale per il trattamento della MRD.

BLAST è il più vasto studio prospettico mai condotto in pazienti con LLA positiva per la MRD. Si tratta di uno studio di fase II in aperto, multicentrico, a singolo braccio, che valuta l’efficacia, la sicurezza e la tollerabilità di blinatumomab in pazienti adulti con LLA da precursori delle cellule B positiva per la malattia minima residua in completa remissione ematologica dopo tre o più cicli di chemioterapia intensiva. I pazienti hanno ricevuto un’infusione endovenosa continua di blinatumomab 15 μg/mq/die per quattro settimane, seguita da due settimane di riposo. I pazienti hanno ricevuto fino a quattro cicli di trattamento e, se idonei, potevano essere sottoposti a trapianto di cellule staminali ematopoietiche in qualsiasi momento dopo il primo ciclo. L’efficacia era basata sul raggiungimento di una MRD non rilevabile entro un ciclo di trattamento con blinatumomab e di una sopravvivenza libera da recidiva ematologica. I risultati dell’analisi primaria dello studio BLAST sono stati presentati nel 2015 al 57° Annual Meeting & Exposition della ASH e pubblicati su “Blood” nel 2018. Ulteriori endpoint secondari hanno incluso l’incidenza e la gravità degli eventi avversi, la sopravvivenza globale, il tempo alla remissione ematologica e la durata della risposta completa alla MRD. Le visite di follow-up per la valutazione della RFS ematologica e della sopravvivenza globale sono state effettuate ogni sei mesi, fino al completamento di un periodo di cinque anni dopo l’inizio del trattamento con blinatumomab.