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Due nuovi posti letto per i bambini disabili gravi che fuggono da guerre o situazioni di assoluto abbandono, da sostenere esclusivamente con la carità. È la nuova sfida del Serafico lanciata con il progetto “I Letti di Francesco”. La scelta del nome è significativa: se da un lato rimanda a San Francesco d’Assisi, a cui l’ente stesso si richiama anche nel nome, il santo infatti veniva chiamato “Serafico” per il suo ardore di carità, dall’altro è un omaggio a Papa Francesco, la cui storica visita al Serafico del 2013 ha spinto il centro di riabilitazione di Assisi ad aprire le sue porte per rivestire di dignità la vita dei bambini disabili gravi provenienti dalle zone più povere del mondo. Il filo rosso che unisce il predicatore per eccellenza dell’amore per il prossimo e Papa Bergoglio è la volontà del Serafico, nell’anno giubilare della misericordia, di non mettere confini all’accoglienza, anche di fronte al crescente fenomeno delle migrazioni internazionali che ha incrementato il bisogno di assistenza per la popolazione minore e disabile a cui spesso viene preclusa la possibilità di trasferirsi presso strutture adeguate.
Negli anni Nameer e sua moglie Elham hanno formato una famiglia numerosa e felice. Lui veterinario, lei insegnante, a casa 4 figli: il maggiore con gravi problemi alla vista; il terzo disabile per una paralisi celebrale alla nascita. Fino all’arrivo dell’ISIS, vivevano felici nella città di Kirkuk, il più grande centro petrolifero dell’Iraq. La sera del 2 giugno del 2014 Nameer stava tornando a casa dal lavoro quando è stato fermato da uomini armati con il volto coperto. Dopo essere stato tirato fuori dall’auto con la forza, si è ritrovato con un’arma puntata sulla fronte. “Conosciamo bene la tua famiglia di cristiani infedeli. Non avete il diritto di vivere in Iraq. Ve ne dovete andare, altrimenti vi uccideremo”. La fuga è obbligata. L’8 settembre 2014 arrivano in Giordania, dove vengono accolti dalla Chiesa locale e la Nunziatura di Amman. Le minacce di morte sono finite, ma le condizioni di salute di due dei loro figli si aggravano, in particolare la figlia più piccola quattordicenne ad Amman non può seguire una corretta attività di riabilitazione e non ha accesso alle medicine necessarie. È stato Don Mario Cornioli, sacerdote toscano in servizio al Patriarcato Latino di Gerusalemme, a segnalare questo caso al Serafico che con il progetto “I Letti di Francesco” potrà dare nuova speranza a questa famiglia di rifugiati. Il loro trasferimento in Italia è stato possibile grazie al programma di reinsediamento gestito dal Ministero dell’Interno – Dipartimento Libertà Civili e Immigrazione e cofinanziato dal Fondo Asilo Migrazione e Integrazione dell’Unione Europea.
Eddy, un bambino microcefalo di 6 anni, è arrivato in Italia da un piccolo paesino del Kosovo dove viveva in condizioni di estrema povertà con i suoi genitori e i suoi 3 fratelli. Eddy ha una tetraparesi spastica, serie difficoltà ad alimentarsi, soffre di epilessia ed è soggetto a continui problemi respiratori. Un quadro clinico troppo pesante per i suoi genitori che lo hanno lasciato partire per l’Italia. Oggi Eddy è stato accolto in affido da una famiglia di Assisi ed è in cura al Serafico dove è stato elaborato per lui un “Progetto Riabilitativo Individuale”, definito da un’équipe multidisciplinare di alta specializzazione. Il primo obiettivo è arrivare ad una stabilità clinica, dopodiché si partirà con la fase riabilitativa. Eddy sta già reagendo molto bene alle prime terapie.

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