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Exposanità, Mostra internazionale a servizio della sanità e dell’assistenza, dedica un intero Salone alla Terza Età, alla Fiera di Bologna dall’11 al 13 maggio 2022. La pandemia ha fatto emergere l’urgenza di un ripensamento delle politiche di assistenza sociosanitaria per la popolazione più anziana. Il PNRR si prefigge di favorire una trasformazione del sistema di assistenza agli anziani e una transizione dalla residenzialità ad una più efficace presenza sul territorio attraverso l’assistenza domiciliare, il sostegno alle famiglie e la telemedicina. Il cohousing, inteso come rete di minialloggi protetti o “condomini solidali”, è in grado di assecondare questo obiettivo garantendo la sicurezza di presenze e rinforzando una socialità anche per chi è rimasto solo. Questa soluzione abitativa, poco presente ancora nel nostro Paese, ma molto diffusa in Europa, può rappresentare uno degli strumenti attraverso il quale realizzare l’ambizione di portare dal 4% al 10% l’assistenza sanitaria domiciliare per i fragili ultra sessantacinquenni entro il 2026. Senza dimenticare che secondo numerosi studi, le soluzioni abitative condivise portano giovamento sia dal punto di vista fisico che psicologico e non solo agli anziani, ma in generale a tutti coloro che vivono una condizione di non autosufficienza. Ad Exposanità, nello spazio espositivo riservato, sarà realizzata una fedele riproduzione del cohousing dove gli ambienti abitativi privati beneficiano di spazi aggiuntivi collettivi per attività comuni. Ci saranno diverse aree, ognuna dedicata a momenti diversi: la convivialità, con le attività connesse alla zona pranzo attrezzata; la comunicazione, l’utilizzo e la condivisione di sistemi e tecnologie; le attività della quotidianità, ma anche del relax. Il cohousing diventa così un’alternativa concreta alla struttura socio-riabilitativa residenziale, poiché offre la possibilità, alle persone che lo abitano, di diventarne attori partecipi e protagonisti. La progettazione dello Spazio Cohousing è stata affidata da Exposanità ad un team multidisciplinare, guidato dall’ingegnere Maria Rosaria Motolese e dal professor Niccolò Casiddu, direttore del DAD, Dipartimento Architettura e Design dell’Università di Genova. E a questa particolare modalità abitativa sarà dedicato il 12 maggio il convegno “Nuove residenzialità, nuove autonomie di vita: è il cohousing”. Il cohousing, come condivisione degli spazi collettivi, è stato spontaneamente adottato di fatto in molte situazioni condominiali durante i recenti periodi di lockdown da Covid19, aiutando soprattutto le persone più fragili e più sole. Le istituzioni, i progettisti e le associazioni racconteranno le esperienze e il futuro di questo modello di residenzialità sociale, con esempi recenti: dai cohousing intergenerazionali – studenti o giovani coppie insieme ad anziani-, ai senior cohousing, dedicati a persone con fragilità, alle formule pensate per la disabilità. Il senior cohousing, oggi sta delineandosi come una nuova realtà, economicamente sostenibile, che coniuga il tema dell’abitare in appartamenti a misura di anziani con un servizio di assistenza domiciliare tempestivo e con il rilancio del welfare territoriale.
Ma non è l’unico appuntamento che vedrà confrontarsi tutti gli attori che intervengono nel percorso di cura e assistenza dell’anziano. Sempre il 12 maggio si terrà il convegno “Identità, innovazione e prospettive nella Long Term Care” promosso da ANASTE, l’Associazione Nazionale Strutture per la Terza Età. La maggiore complessità dello stato di salute degli anziani ha decisamente determinato un’evoluzione delle cure a lungo termine e di tutte le forme di residenzialità. La domanda di assistenza a lungo termine di alta qualità è destinata a crescere e il rafforzamento della sua offerta dovrebbe basarsi sugli insegnamenti tratti dalla pandemia.
Il 13 maggio, organizzato da Exposanità, in collaborazione con ANASTE, ANSDIPP, UNEBA e ARIS, si svolgerà: “Evoluzione dei servizi alla non-autosufficienza, tra residenzialità e domiciliarità.” All’incontro interverrà il Ministro della salute, Roberto Speranza. Saranno gli stessi attori del sistema sociosanitario a indicare la strada maestra per una revisione dei servizi dedicati agli anziani non autosufficienti. Superare la frammentazione dei servizi sul territorio nazionale, valorizzare le professioni che operano all’interno del sistema, attivare sinergie tra le soluzioni di residenzialità e domiciliarità: sono solo alcune delle proposte che verranno approfondite per quella che ormai è una riforma dei servizi non ulteriormente procrastinabile.