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Sei gruppi di lavoro pronti a partire su altrettanti sotto-progetti: identificazione di nuovi target tumorali sia nell’ambito – oggi d’elezione – dei tumori ematologici, sia sul fronte oggi pionieristico delle neoplasie solide; validazione della ricerca su modelli animali; focus sull’efficacia delle terapie; ricerca mirata sulla sicurezza e quindi sui profili di tossicità; ottimizzazione dei processi produttivi; coordinamento sul tema della proprieta’ intellettuale e della copertura brevettuale. Questo il programma di lavoro sul “Progetto Italia Car T Cells”, inviato dal ministero della Salute alla commissione Cultura della Camera, che prevede lo sviluppo in una rete di officine pubbliche delle Chimeric Antigen Receptor T-cell per il trattamento dei tumori e che Il Sole 24 Ore Radiocor è in grado di anticipare. Un procedimento complesso in cui alcune cellule del sistema immunitario sono prelevate dal paziente, geneticamente modificate in laboratorio per poter riconoscere le cellule tumorali e poi reinfuse nel malato. Una soluzione terapeutica con percentuali di guarigione del 40% ma su cui i pazienti italiani sono in attesa: i prodotti Kymriah (Novartis) e Yescarta (Gilead) autorizzati nei mesi scorsi dall’Agenzia europea del farmaco sono tutt’ora fermi al comitato prezzi e rimborso di Aifa. A spiegare il senso del progetto di fattibilita’ sulle “Car T di Stato”, commissionato al Governo da un ordine del giorno della Camera dei Deputati allegato all’ultima legge di Bilancio e per cui sono disponibili 10 milioni di euro, è Franco Locatelli, presidente del Consiglio superiore di sanita’ di recente nominato dalla ministra Giulia Grillo, project leader dell’iniziativa e direttore del Dipartimento di Ematologia e Oncologia pediatrica dell’Ospedale-Irccs Bambino Gesù di Roma. ‘Il documento che come richiesto abbiamo inviato alla commissione Cultura della Camera – spiega – punta a creare una massa critica tra Istituti di ricerca a carattere scientifico, altri istituti in prima linea sulle immunoterapie e la società privata MolMed, per sviluppare in due anni percorsi pre clinici che, se tutto andrà bene, sfoceranno in clinical trial. L’iniziativa mette a fattor comune una rete di eccellenze italiane ed è aperta a qualsiasi altro soggetto abbia le competenze e l’interesse a partecipare’. ‘I 10 milioni di euro oggi a disposizione possono bastare per la parte pre clinica – precisa Franco Locatelli -, è chiaro che se si passerà alla conduzione di trial, bisognera’ fare conti diversi. Intanto, mettere a punto questo modello che mira in prima battuta a identificare nuovi target terapeutici, anche per le neoplasie solide, e a definire meccanismi che sottendono alle potenziali tossicità delle Car-T, è già un obiettivo straordinariamente importante’. Intanto in comitato prezzi e rimborso Aifa la trattativa è ferma. ‘Ci tengo a sottolineare – afferma Locatelli – che si tratta di situazioni e percorsi diversi e separati. Il programma di sviluppo che il ministero della Salute porta avanti con Alleanza contro il cancro, con la rete degli Irccs oncologici e con gli istituti “esperti” che lavorano sulle immunoterapie e a cui partecipa MolMed, ha l’obiettivo preciso di arrivare a una traslazione clinica nel minor tempo possibile e nel migliore interesse dei malati. E’ chiaro che il progetto è aperto al contributo delle aziende farmaceutiche interessate’.

(Fonte: Il Sole 24 Ore Radiocor Plus)

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