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Si chiama mPJ ed è una nuova tecnica chirurgica ricostruttiva ideata in Aoup, che promette di poter migliorare i risultati di pazienti operati al pancreas. Le implicazioni non sono di poco conto, considerata l’elevata complessità della chirurgia pancreatica in ambito addominale e, soprattutto, l’alto tasso di complicanze cui essa va incontro nonostante i notevoli progressi e l’evoluzione tecnologica degli ultimi anni. Il punto debole di questa chirurgia, infatti, è rappresentato tuttora dalla fase ricostruttiva, mentre quella demolitiva è ormai abbastanza sicura e standardizzata. In particolare, è la sutura tra il pancreas residuo e intestino tenue che può condizionare pesantemente l’esito del decorso post operatorio. Una delle complicanze più ricorrenti è infatti l’insorgenza di fistole pancreatiche che, laddove siano clinicamente rilevanti, possono portare a lunghi ricoveri, re-interventi, addirittura alla morte del paziente. Ecco perché la variante tecnica pisana, messa a punto dal professor Luca Morelli, associato di Chirurgia generale all’Università di Pisa e applicata su 100 pazienti, apre nuovi spiragli di cura. Nei casi trattati, infatti, è stato registrato un tasso di fistole particolarmente basso ed inferiore a tutte le casistiche pubblicate fino ad oggi in letteratura.
Lo studio, è stato presentato ai congressi internazionali: “Pancreas Club” di Chicago ad aprile e all’European Pancreatic Club” di Budapest a giugno scorsi e poi pubblicata, nel mese di settembre, sulla rivista ad alto impatto: “Journal of Gastro-Intestinal Surgery. La pubblicazione del lavoro, sviluppato grazie alla particolare esperienza maturata in Aoup in chirurgia pancreatica dalla scuola di chirurgia generale del professor Franco Mosca, pioniere in questo settore, e da tutti i suoi allievi, conferma il ruolo di primo piano svolto dall’Aoup sia a livello nazionale sia internazionale, come riferimento per la cura delle malattie del pancreas.

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