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“Oggi inauguriamo una nuova eccellenza della sanità veneta: una struttura da 450 posti letto, con un’ampia area dedicata alle cure ad alta intensità e un blocco operatorio di ultima generazione, con 25 sale operatorie. Arriviamo a questa apertura dopo aver attraversato la pandemia ma, anche per questo, il nuovo ospedale di Treviso è una struttura plasmata dal Covid, con una progettazione d’avanguardia nella gestione di possibili criticità pandemiche e con ambienti in grado di mantenere una contaminazione controllata, con soluzioni tecnologiche di aerazione di avanguardia”.

Così il Presidente della Regione del Veneto, Luca Zaia, ha inaugurato “La Cittadella della Salute”, il nuovo ospedale di Treviso nel sito del Ca’ Foncello, benedetto da monsignor Michele Tomasi, vescovo di Treviso. Al taglio del nastro erano presenti, inoltre, l’assessore alla Sanità, Manuela Lanzarin, quello al Turismo e all’Agricoltura, Federico Caner, il sindaco di Treviso, Mario Conte, insieme a numerosi colleghi ed altre autorità del territorio, ricevute dal direttore generale Francesco Benazzi.
L’edificio inaugurato è quello riservato all’alta intensità di cura, il principale del progetto Cittadella della Salute, con un investimento complessivo di 271 milioni di euro. Dei totali 450, 76 posti letto sono di terapia intensiva, 324 sono riservati alle degenze chirurgiche, 50 all’area materno infantile. Ospita 25 sale operatorie totali, concentrate ora in un unico polo, così suddivise: 12 multifunzionali e multidisciplinari, 2 operatorie ibride, 5 per radiologia interventistica, 4 per emergenza urgenza, 2 per taglio cesareo. Suddiviso in sei livelli l’edificio ospita complessivamente circa 2.400 locali vari, su una superficie complessiva di circa 60.000 metri quadrati. È allineato e integrato con quello dell’attuale Pronto Soccorso che sarà mantenuto e ristrutturato.

“È un modello destinato ad essere replicato – ha aggiunto Zaia – anche su più grande scala come nel caso del nuovo Policlinico di Padova ma anche in altre realtà più vicine come nel caso dell’ospedale di Conegliano. È stato pensato come un ospedale innovativo, oggi è confermata l’intuizione e diventa anche la culla dei corsi universitari che qui sono ospitati grazie all’ateneo di Padova. Ha quindi tutte le caratteristiche per essere anche l’ospedale di Treviso un policlinico universitario, visto che è il luogo dove i ragazzi possono frequentare i sei anni del corso di laurea e specializzarsi in corsia. Questo con tutto l’apporto che può dare un simile contesto in termini di innovazione e di ricerca”. 

“Secondo le ultime rilevazioni, che saranno consolidate con i dati definitivi terminata la mensilità di dicembre, complessivamente quest’anno in Veneto i ricoveri sono aumentati del 5% rispetto al 2021, gli interventi chirurgici dell’8%, i trapianti del 9%: stiamo lavorando davvero con grande determinazione – ha aggiunto il Governatore -. Il vero punto critico oggi è la mancanza di personale. Negi ultimi tre anni abbiamo assunto quasi 21.000 professionisti della sanità. Considerando il delta con le cessazioni, ad oggi il saldo è di 3.063 operatori in più nelle nostre corsie. Sono numeri che confutano l’adagio che non c’è personale perché non viene assunto; solo quest’anno le assunzioni sono state 5.220, con più di 140 concorsi, ed il saldo fra entrate ed uscite nel 2022 conta oltre 200 nuovi professionisti”.

“La vera sfida – ha concluso il Presidente Zaia – sia quella di pensare che in questo Paese mancano circa 50 mila medici; serve affrontare questa partita con una visione innovativa a cominciare dal superamento del numero chiuso all’università. Ma si deve portare avanti anche un’altra sfida: ci sono fior di professionisti obbligati ad andare in pensione dal servizio pubblico ma senza obblighi verso il privato. Su di loro facciamo investimenti nella formazione, sulle attrezzature, sui team, sulle strutture in maniera sempre più importante, ma quelli che intendono lavorare ancora dopo la pensione possono farlo soltanto nel privato. È opportuno cominciare a valutare che anche chi ha raggiunto l’età pensionabile possa in maniera volontaria proseguire il suo lavoro nel nostro sistema pubblico. Diversamente lo ritroviamo nella struttura privata al di là della strada”. 

Più in particolare, il nuovo edificio High Care, cuore della Cittadella, occupa una superficie di circa 60.000 mq spalmata su sei livelli. Dispone di 450 posti letto e racchiude tutte le funzioni a maggiore intensità di cura e complessità tecnologica, quali sale operatorie con certificazione ISO 5, terapie intensive e subintensive con 96 posti letto, diagnostica per immagini, radioterapia e medicina nucleare.
La struttura ospita anche l’area materno infantile con 50 posti letto, 10 sale parto e 2 sale operatorie per il taglio cesareo, il nido e la terapia intensiva neonatale e pediatrica: una sorta di ospedale nell’ospedale interamente dedicato alla cura della donna e del bambino.
Il Livello A si articola su una superficie di 13.753 mq e ospita il laboratorio analisi, la radioterapia, la rete di distribuzione delle merci e degli approvvigionamenti ai reparti, le sottocentrali tecnologiche, gli spogliatoi e la mensa dipendenti.
Il Livello B è destinato ai percorsi dell’emergenza-urgenza e agli spostamenti dei pazienti allettati. Qui sono distribuite la radiologia interventistica, il blocco operatorio unificato e le terapie intensive e subintensive. La posizione baricentrica e la diretta comunicazione verticale con le aree direzionali poste ai livelli D-E-F, nonché la diretta comunicazione con le aree di degenza, garantiscono tempi di percorrenza minimi da ogni Unità Operativa.
Il Livello C è il livello principale di distribuzione di visitatori e pazienti che si rivolgono alle unità di diagnostica per immagini e ambulatoriali. Il blocco ad est dell’edificio ospita l’area materno infantile con le degenze di ostetricia e ginecologia, il nido, la terapia intensiva neonatale e pediatrica. Da questo livello si svilupperà il collegamento con le strutture esistenti.
I Livelli D, E, F sono dedicati invece alle degenze chirurgiche e specialistiche distribuite su una superficie complessiva di 19.580 mq e articolate in 4 settori con moduli che ospitano studi medici, sale d’attesa, sale colloquio e posti letto. Sono previste, inoltre, ampie aree dedicate alle funzioni dipartimentali.

Ciascun piano della nuova Cittadella è caratterizzato da un colore diverso, per facilitare l’orientamento e rendere più accoglienti gli ambienti. Tutte le stanze di degenza sono da 1 o 2 posti letto, climatizzate, dotate di bagno e di poltrona per chi fa assistenza. All’interno di ogni area di degenza è presente uno spazio per la riabilitazione che risulta particolarmente rilevante considerando la tipologia di popolazione,
progressivamente più anziana e che necessita in larga parte di interventi riabilitativi per mantenere o riacquisire i livelli di autonomia.
L’illuminazione delle stanze è garantita da due ampie finestre a tutta altezza per offrire ai pazienti la vista del parco e del fiume.
Nei piani riservati alla degenza sono presenti ampie aree di soggiorno che si affacciano prevalentemente sul fiume o sulla nuova piazza.
L’allestimento tecnologico dell’edificio High Care vale oltre 16 milioni di euro. Le sale operatorie, le terapie intensive e le radiologie, prima collocate in strutture diverse, con conseguente duplicazione di alcuni servizi, sono state riunite in un unico blocco. I nuovi ambienti presentano un elevato grado di integrazione tecnologica e clinica consentendo agli operatori, di équipe mediche di specialità diverse, di operare sinergicamente sullo stesso paziente per affrontare anche i casi più complessi ed eseguire procedure innovative.
Delle 25 sale operatorie, 2 sono ibride e consentono di effettuare procedure complesse e mininvasive. Assicurano contestualmente le funzioni e le caratteristiche di sala operatoria e di sala angiografica ottimizzando l’integrazione dell’apparecchiatura angiografica con il tavolo operatorio e con gli altri sistemi di diagnosi e monitoraggio.
Il blocco operatorio è inoltre dotato di: impianto di areazione in classe ISO 5 per garantire un ambiente a contaminazione microbica controllata; rete cablata in fibra ottica a supporto della telemedicina per gestire a distanza interventi complessi coinvolgendo specialisti ed équipe mediche anche di altri Paesi; una recovery room per il monitoraggio post-operatorio.
Questo nuovo assetto offre servizi e prestazioni sempre più aderenti alle necessità assistenziali in ambienti più confortevoli per i pazienti e anche per gli operatori che potranno disporre di spazi e strutture meglio collegati e dunque più performanti e funzionali all’attività assistenziale e all’integrazione multidisciplinare. Le degenze chirurgiche e di area critica sono dotate di sollevatori a soffitto, attrezzature che agevolano le attività di mobilizzazione dei pazienti allettati.
Tutti gli impianti sono gestiti da remoto tramite sistema BMS. L’illuminazione è controllata tramite Konnex, sistema intelligente di gestione delle luci con la possibilità di creare particolari condizioni di luminosità a seconda delle esigenze.

La Cittadella della Salute sarà tra i primi ospedali in Italia a fregiarsi della certificazione LEED, un programma volontario riconosciuto in tutto il mondo e sviluppato dal U.S. Green Building Council che coinvolge tutto il ciclo di vita dell’edificio. Dalla progettazione alla costruzione e gestione, tutto è orientato alla sostenibilità edilizia, energetica e ambientale. Dall’utilizzo delle fonti rinnovabili, all’ottimizzazione delle risorse energetiche, al riutilizzo delle acque meteoriche per l’irrigazione. In questa fase è già stata riqualificata un’area di circa 28.000 mq all’interno della quale si snoda il percorso ciclopedonale che mitiga l’inserimento nel contesto urbano del polo tecnologico e dei nuovi parcheggi riservati agli utenti e ai dipendenti.