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In buona salute. Attivi nel tempo libero. Autonomi nella gestione finanziaria ed economicamente in grado di soddisfare le proprie esigenze, togliersi qualche sfizio e anche aiutare la famiglia.

È l’autoritratto degli over 65enni italiani, tracciato attraverso la ricerca “Smart Aging: over 65 e family caregivers a confronto”1 realizzata per Europ Assistance con il contributo scientifico di Humanitas da Lexis Research.

Uno spaccato prezioso per conoscere meglio i senior italiani, che oggi costituiscono un segmento demografico dal peso specifico crescente, in termini quantitativi, e non solo.  

Dopo la Spagna, l’Italia è il Paese europeo con l’aspettativa di vita più lunga.

Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, già nel 2024 gli over 65 italiani saranno quasi 14.5 milioni, pari al 24% della popolazione totale.

Cifre significative in assoluto, ma che acquistano rilevanza ancora maggiore se combinate con un altro dato: quello relativo al calo delle nascite, che nel 2017 ha segnato un nuovo record.

Nel 2018 un’indagine svolta dall’Istituto Cattaneo su dati Istat ha evidenziato che oggi in Italia gli over 60 sono più numerosi degli under 30. Il sorpasso è avvenuto, dunque: e la forchetta è destinata a essere sempre più ampia. 

Questo significa che, in futuro, ci saranno sempre più senior e sempre meno family caregivers, con risvolti evidenti per l’Industry dell’assistenza.

Per scattare una fotografia realistica e accurata dei senior italiani, non possiamo trascurare chi, di loro, si prende cura: figli e nipoti. Due campioni a confronto, che spesso raccontano due realtà profondamente diverse.

È infatti proprio dal raffronto tra senior e family caregivers che emergono alcune delle indicazioni più preziose e rivelatrici contenute in ricerca. In particolare, sul tema della salute dei senior.   

Dalle 1.300 interviste realizzate emerge che: più della metà degli over 65 vive con il proprio partner, ma un quarto è rimasto solo; circa l’85% ha figli. Quasi uno su 2 vede i propri parenti più stretti quotidianamente, ma il 15% meno spesso di una volta al mese; in maggioranza hanno ancora una vita attiva, tra sport, gite e cinema. Tuttavia, sono molti che ammettono di non fare alcuna attività; i senior continuano a viaggiare. Il 45% ha fatto una vacanza nell’ultimo anno, principalmente in Italia e per più di una settimana; sono connessi ad internet anche da casa e uno su 2 possiede smartphone o pc.

Il 72% dei senior usa internet per comunicare tra email, chat, messaggi e social. Più è alto il livello di scolarizzazione più sale questa percentuale, arrivando al 78% tra gli over 65 laureati. Una percentuale non così distante da quella dei millennials diplomati che usano internet per comunicare, stimata nel 2018 dall’Istat all’89%. Un dato che ci fa capire come, in questo ambito, l’istruzione sia in grado di colmare, almeno in parte, il gap generazionale. Il 37% di tutti gli intervistati è attivo nello specifico sui social.

Nella consuetudine, la preferenza per un determinato device rispetto agli altri dipende dal sesso: gli uomini usano di più il personal computer rispetto alle donne. Le donne sono leggermente meno connesse degli uomini: utilizzano meno pc e smartphone. Cross-gender invece il tablet: lo possiede e lo utilizza il 18% dei senior, senza distinzione tra uomini e donne. Ancora una volta, il discrimine più significativo è il livello d’istruzione: più è alto più cresce il tasso di utilizzo di device connessi. La percentuale di laureati over 65 che utilizza lo smartphone è quasi doppia rispetto a quella di chi non ha nemmeno la licenza liceale.

La maggioranza degli over 65enni tende a percepirsi in uno stato di salute abbastanza buono. Tra questi, una quota vicina al 30% afferma di sentirsi proprio in buona salute. La percezione dei figli però non è altrettanto generosa: solo il 23% afferma che l’over 65 di riferimento si trova in buona salute. Il campione family caregivers è meno d’accordo anche con le affermazioni che riguardano il buono stato di autonomia dell’over 65enne di riferimento. Discrepanze notevoli, che in parte si spiegano – come messo in luce dalla ricerca qualitativa propedeutica – con il fatto che a un primo livello razionale la vecchiaia è negata. In Italia manca la cultura della terza età.

Nello specifico sulla gestione dei farmaci è significativamente più elevata la quota di family caregivers che indica che il genitore di riferimento assume quotidianamente almeno 5 medicinali e quella che indica l’over 65 di riferimento come in cura per alcune patologie e di conseguenza anche la frequente necessità di sottoporsi a visite ed esami medici.

Anche sulla valutazione dell’aiuto che over 65 riceve dai familiari per quanto riguarda la gestione della salute, i pareri discordano significativamente. Circa il 70% degli over 65enni afferma di fare tutto in autonomia. Ma da quanto raccontano i family caregivers, i senior completamente autonomi sembrerebbero essere molti di meno. Il 39% di loro sostiene di occuparsi totalmente dei propri genitori o nonni.

La famiglia e la salute sono le preoccupazioni principali per i senior. Quasi uno su 3 si dice molto preoccupato da questi due ambiti, con la famiglia che primeggia. Altri motivi di apprensione sono la condizione economica e la gestione della casa.

La salute degli over 65 è il primo pensiero per i figli e nipoti. Anche la gestione del senior e della sua casa preoccupano i family caregivers. Se la gestione dell’ordinario è fonte di ansia, è in caso di emergenze che le difficoltà organizzative emergono nettamente, diventando una fonte importante di stress. Un’evenienza tutt’altro che infrequente. Il 68% dei family caregivers afferma di aver affrontato almeno una volta uno stato di emergenza generato dal genitore. In queste eventualità, la difficoltà maggiore è stata quella di dover conciliare assistenza e lavoro, seguita dalla gestione organizzativa della situazione e dalla necessità di conciliare assistenza e resto della famiglia.

Preoccupa decisamente meno l’aspetto economico della gestione dell’emergenza legata al genitore/parente anziano.

Dunque, quello che serve davvero a chi si occupa di un over 65, soprattutto in caso di emergenza, è un supporto organizzativo piuttosto che psicologico o economico.