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Il Consiglio di Amministrazione della Recordati S.p.A. ha approvato la relazione finanziaria semestrale al 30 giugno 2020.

I ricavi consolidati, pari a 760.2 milioni di euro, sono in crescita del 2,3% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. I ricavi internazionali crescono del 4,0%. Comprendono i ricavi relativi a Signifor e Signifor LAR e Isturisa, realizzati dal 24 ottobre 2019, per 32,8 milioni di euro.

L’EBITDA è pari a € 311,1 milioni, in crescita dell’11,4% rispetto al primo semestre del 2019, con un’incidenza sui ricavi del 40,9% rispetto a 37,6% nel primo semestre del 2019. L’EBITDA esclude costi non ricorrenti di 4 milioni di euro relativi all’emergenza epidemiologica da COVID-19, prevalentemente costituiti da donazioni agli ospedali.

L’utile operativo è pari a 261,5 milioni di euro, in crescita del 7,8% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, con un’incidenza sui ricavi del 34,4%.

L’utile netto, pari a 196,9 milioni di euro, è in crescita del 13% rispetto al primo semestre del 2019, grazie al miglioramento del risultato operativo e alla minore incidenza degli oneri finanziari e fiscali con un’incidenza sui ricavi del 25,9%. L’utile netto rettificato, parametro aggiuntivo introdotto questo anno al fine di fornire una informativa in linea con le best practice del settore pari a 225,6 milioni di euro, è in crescita del 16,8% rispetto al primo semestre del 2019, con un’incidenza sui ricavi del 29,7%.

La posizione finanziaria netta al 30 giugno 2020 evidenzia un debito netto di 922,4 milioni di euro che si confronta con un debito netto di 902,7 milioni di euro al 31 dicembre 2019. Nel periodo sono stati pagati 80 milioni di euro a Novartis a seguito dell’autorizzazione alla commercializzazione di Isturisa in Europa e negli Stati Uniti d’America, sono state acquistate azioni proprie per un esborso totale, al netto delle vendite a seguito di esercizi di stock options, di 22,5 milioni di euro e sono stati pagati dividendi per un esborso totale di 110,4 milioni di euro. Al netto di questi effetti la generazione di cassa è stata di circa 189 milioni di euro. Il patrimonio netto è pari a 1.242 milioni di euro.

Nel mese di febbraio sono state trasferite da Novartis a Recordati Rare Diseases Inc. le autorizzazioni all’immissione in commercio negli Stati Uniti d’America di Signifor e Signifor LAR ed è iniziata la commercializzazione diretta di tali prodotti in questo mercato.

Sempre nell’ambito degli accordi con Novartis, sono state trasferite a Recordati Rare Diseases le autorizzazioni all’immissione in commercio negli Stati Uniti d’America e in Europa di Isturisa nei mesi di marzo e aprile rispettivamente, ed è iniziata la commercializzazione, con la realizzazione delle prime vendite nel secondo trimestre negli Stati Uniti e in Francia. Inoltre, nel mese di marzo la richiesta per l’immissione in commercio in Giappone di Isturisa è stata presentata al Ministero della Sanità, Lavoro e Welfare giapponese.

Il principio attivo di Isturisa è l’osilodrostat, un inibitore della produzione di cortisolo che agisce inibendo l’11 beta-idrossilasi, un enzima che catalizza la fase finale della sintesi di cortisolo nella corteccia surrenale. I benefici di Isturisa®, che sono stati dimostrati dallo studio clinico LINC 3 e ora anche confermati dallo studio LINC 4, sono legati alla sua capacità di controllare o normalizzare i livelli di cortisolo in pazienti adulti affetti dalla sindrome di Cushing e al suo gestibile profilo di sicurezza, caratteristiche che fanno di Isturisa un’opzione terapeutica importante per i pazienti affetti da questa patologia. Sia la Commissione Europea sia l’FDA hanno confermato lo status di farmaco orfano per questo prodotto, approvandolo rispettivamente per il trattamento della sindrome di Cushing endogena negli adulti e per il trattamento di pazienti affetti dalla malattia di Cushing per i quali l’intervento chirurgico non è indicato o non è stato risolutivo.

“Nonostante il primo semestre sia stato impattato dall’emergenza epidemiologica da COVID-19, i ricavi netti sono in crescita e sia il risultato operativo sia l’utile netto sono in significativa crescita e in linea con le aspettative grazie al contributo positivo dei nuovi prodotti e al contenimento delle spese,” ha dichiarato Andrea Recordati, Amministratore Delegato. “Il secondo trimestre del 2020 è stato segnato dall’intensificarsi degli impatti della pandemia da COVID-19 in tutte le aree geografiche in cui opera il Gruppo. Sono state via via rafforzate le restrizioni alla mobilità delle persone, ai trasporti, alla produzione e al commercio. Per quanto riguarda l’industria farmaceutica, seppure sia stato consentito il proseguimento delle attività per assicurare la disponibilità di medicinali alla popolazione, queste restrizioni hanno inevitabilmente impattato anche i nostri mercati di riferimento, in particolare per effetto delle minori visite di pazienti presso i medici curanti e accertamenti diagnostici, della riduzione di interventi chirurgici minori e della riduzione di alcune patologie infettive a seguito della minore mobilità e “aggregazione” delle persone,” ha proseguito Andrea Recordati. “Nel rispetto di tutte le disposizioni volte ad assicurare la sicurezza sanitaria dei nostri dipendenti, Recordati ha continuato senza interruzione le proprie attività produttive e distributive, adottando misure atte a garantire la continua disponibilità sul mercato delle proprie specialità medicinali e consentendo la continua crescita del Gruppo”.

Infine, Andrea Recordati ha evidenziato “Sulla base di un previsto graduale ritorno ad una normalità operativa ci attendiamo per l’intero anno 2020 di realizzare ricavi di circa 1.500 milioni di euro, inferiori alle stime di inizio anno, un EBITDA tra 580 e 590 milioni di euro e un utile netto rettificato compreso tra 408 e 418 milioni di euro, in linea con le stime di piano, confermando quindi una crescita dei margini di profittabilità sull’anno precedente”. Infine, sulla base dei primi riscontri di mercato delle iniziali vendite di Isturisa, principalmente negli USA, stimiamo che questo prodotto possa raggiungere, a regime, vendite totali tra 300 e 350 milioni di euro con un ulteriore potenziale derivante dall’estensione dell’indicazione a sindrome di Cushing negli USA ed espansione in nuovi mercati, e quindi si conferma la sua importanza per il nostro sviluppo futuro.”