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Prosegue il giro di presentazione delle case della comunità che sorgeranno in Basilicata. In un’assemblea molto partecipata, il Direttore Generale della Asp Basilicata, il Direttore Sanitario Luigi D’Angola, l’assessore alla salute e politiche della persona Francesco Fanelli hanno presentato assieme all’architetto Franca Cicale – Direttore dell’U.O.C. Attività Tecniche e Gestione del Patrimonio – il progetto della casa della comunità di tipo “Hub” che sorgerà a Sant’Arcangelo in località San Brancato e che porterà all’ampliamento dei servizi già insistenti nell’area. Al tavolo dei relatori anche il primo cittadino del comune lucano Salvatore La Grotta.

La struttura servirà un bacino di utenza pari a circa 50mila residenti, offrendo assistenza sanitaria di prossimità e guardando in particolare alla popolazione anziana, riducendo in questo modo l’ospedalizzazione dei casi non urgenti e garantendo cure che rispondano meglio alle esigenze dei cittadini. L’investimento complessivo ammonta ad oltre due milioni di euro da investire in reti si prossimità, telemedicina, potenziamento dell’assistenza domiciliare di base e delle cure palliative, potenziamento delle cure primarie.

La casa di comunità di Sant’ Arcangelo sarà sul una delle quattro “Hub” dislocate sul territorio provinciale ricadente nelle competenze della Azienda sanitaria locale di Potenza. Intanto, con i fondi Pnrr, sono stati già apportati dei miglioramenti, tanto che nell’attuale poliambulatorio è stato installato già un nuovo telecomandato per la radiologia tradizionale che a breve entrerà in funzione ed è stata già ordinata, quindi arriverà a breve, una tac da 128 slices che tra montaggio, collaudo e taratura potrebbe entrare in funzione nel prossimo trimestre.

“Ancora una volta – dichiara il Direttore Generale della Asp Basilicata Antonello Maraldo – il territorio risponde bene alle proposte rivenienti dal DM77 che garantisce, in particolar modo nelle aree interne, cure appropriate ad un sistema più avanzato e tecnologico. Quanto al polo di Sant’Arcangelo, va detto che l’investimento non sarà solo strutturale, ma anche in termini di attrezzature, implementando una rete che già eroga un numero significativo di prestazioni. Per il futuro prossimo – conclude Maraldo – questa struttura darà garanzie nell’assistenza e certezza in un sistema di cure di prossimità sempre più attente ai bisogni ed alle evoluzioni sociali dell’utenza”.