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E’ stato pubblicato, sull’”International Journal for Quality in Health Care”, l’articolo “Neo-Safe: un modello clinico per la sicurezza dei pazienti e il benessere del personale nell’assistenza sanitaria negli ospedali di primo livello”, risultato di un progetto pluriennale di tutoraggio sulla rianimazione neonatale fra l’Azienda ospedaliero-universitaria pisana con il Centro Nina e la terapia intensiva neonatale dell’Unità operativa di Neonatologia e l’Azienda USL Toscana nord ovest con l‘ospedale di Portoferraio all’Isola d’Elba per valutare l’efficacia di un nuovo modello organizzativo di rete assistenziale tra ospedali Hub & Spoke per migliorare sia la sicurezza dei neonati negli ospedali a basso numero di nascite sia il benessere degli operatori.

Il progetto, dal titolo Neo-Safe, è iniziato nel 2017 con un programma di formazione continua, sia con percorso formativo classico che con tutoraggio in presenza e da remoto degli operatori sanitari del centro spoke. Gli istruttori del Centro Nina hanno quindi organizzato corsi di formazione per il personale di Portoferraio basati sull’apprendimento di abilità tecniche e non tecniche in un percorso di formazione a difficoltà crescente centrato sulla simulazione degli scenari critici.
Sono stati inoltre monitorati i fabbisogni formativi del personale attraverso questionari periodici, eventi sentinella e richieste specifiche. Alla fine, la curva descritta dal tasso di trasferimento dei neonati alla Tin-Terapia intensiva neonatale di Pisa ha mostrato un andamento monotono di tendenza decrescente. Segno che il progetto ha permesso agli operatori di sviluppare una sempre maggiore fiducia in se stessi e una maggiore sicurezza nella gestione di situazioni di emergenza, riducendo lo stress e migliorando la sicurezza dei pazienti.

Si consideri che ogni anno nel mondo circa 4 milioni di bambini muoiono e il 23% di questi decessi è per asfissia perinatale. Ecco perché, per prevenire i danni a lungo termine dell’asfissia, serve un elevato expertise nelle procedure di rianimazione neonatale che può essere ottenuto e mantenuto solo con esercitazioni costanti, requisito difficile da ottenere nei centri remoti a basso indice di natalità. A queste carenze si sopperisce con la formazione, anche a distanza. Il progetto Neo-Safe ha dimostrato che lavorare insieme si può e ha permesso la creazione di un sistema sicuro, efficace, a basso costo e con un modello organizzativo riproducibile in tutti i centri con queste caratteristiche e, quindi, fondamentale per la sicurezza dei punti nascita, anche e soprattutto quando sono collocati in sedi periferiche. Inoltre ha evidenziato il ruolo strategico della telemedicina, che rappresenta oggi una vera finestra sul futuro dell’assistenza sanitaria.
Oltre al Centro Nina dell’Aoup e al personale dell’Unità operativa di Neonatologia, hanno partecipato i professionisti dell’area materno-infantile dell’Ospedale di Portoferraio e dell’Azienda USL Toscana nord ovest, predisponendo un percorso di formazione e assistenza, architrave del progetto Neo Safe. Il neonatologo Massimiliano Ciantelli, l’ostetrica Federica Cetica e la pediatra Simona Carcione, sono stati i motori del progetto con l’ingegnera Serena Bardelli che ha costantemente provveduto alle soluzioni tecniche per la teleformazione e la telemedicina e Rosa Scaramuzzo che ha curato la pubblicato dello studio sulla rivista.

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