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In Europa le malattie cardiovascolari rimangono la principale causa di morte, con circa 63 milioni di vittime. Anche la prevalenza del diabete è aumentata considerevolmente: negli ultimi dieci anni il numero di adulti che convivono con questa malattia ha raggiunto i 32,3 milioni. Una situazione che ha importanti ricadute sull’aspettativa e sulla qualità di vita dei pazienti, ma anche a livello sociale ed economico, e che sottolinea come, ancora oggi, vi siano grandi discriminazioni nell’accesso a percorsi di prevenzione, diagnosi e cura dedicati e multidisciplinari per la specifica patologia.

Per mettere a fuoco le dimensioni sociali del problema e delle disuguaglianze nella gestione delle patologie cardiovascolari correlate al diabete, e implementare e rendere scalabili pratiche comprovate ed efficaci nel trattamento di queste malattie croniche, l’Unione Europea ha lanciato JACARDI un progetto quadriennale, finanziato con 53 milioni di euro dalla Commissione Europea e coordinato dall’Istituto Superiore di Sanità, che coinvolge ministeri, enti sanitari pubblici, organizzazioni non governative e università di 21 Paesi europei, per un totale di 76 partner e oltre 300 esperti di sanità pubblica.

IRCCS Maugeri di Lumezzane è coinvolta nel progetto JACARDI, insieme a Regione Lombardia, prevalentemente nell’ambito della macroazione per la definizione e l’implementazione di “Integrated Care Pathways”, ovvero percorsi di cura e assistenza integrati. Nel caso specifico questi prevedono l’implementazione e la validazione di piani assistenziali strutturati multidisciplinari, con particolare attenzione ai passaggi essenziali nella cura post-dimissioni dei pazienti con malattie cardiovascolari e diabete, anche attraverso l’impiego di wearable device, App e piattaforme di telemedicina validate negli anni per prestazioni oggi prescrivibili e riconosciute dalle autorità sanitarie locali. L’Istituto di Lumezzane impiega infatti da diverso tempo la telemedicina per affiancarsi ai pazienti anche nel percorso di cura a casa e nel monitoraggio da remoto.

“Il nostro modello di gestione dei pazienti cronici con malattia cardiovascolare e diabete prevede un approccio multidisciplinare che impiega la teleassistenza, il telemonitoraggio dei segni vitali con dispositivi indossabili, il teleconsulto specialistico e con i medici di medicina Generale in diversi contesti e fasi – spiega la dott.ssa Simonetta Scalvini, Responsabile della Cardiologia Riabilitativa e del Servizio di Continuità Assistenziale Ospedaliera di IRCCS Maugeri di Lumezzane –. Inoltre, grazie a un’App dedicata, il paziente viene supportato nella gestione della malattia e dell’aderenza alla terapia farmacologica, mentre un contapassi lo aiuta a monitorare l’attività fisica che esegue ogni giorno e funge da stimolo al raggiungimento degli obiettivi concordati con il team medico. Un infermiere viene incaricato della gestione del follo up domiciliare del paziente e ricopre il ruolo di case manager diventando il punto di riferimento per il paziente e i suoi caregiver”.

Attraverso appuntamenti da remoto che avvengono con cadenza settimanale, o secondo necessità, il case manager offre al paziente sessioni educative, lo videochiama per monitorare i parametri clinici, valutare l’aderenza al piano terapeutico e tenere sotto controllo eventuali fattori di rischio o sintomatologia. Si occupa della riabilitazione da remoto e fa da intermediario tra il paziente e lo specialista di riferimento.

“In questo modo – spiega la dr.ssa Scalvini – è possibile tenere sotto controllo e riconoscere i sintomi di un eventuale aggravamento della malattia e quindi modificare la terapia in tempo reale, evitando così, il più delle volte, l’ospedalizzazione”.

Nel corso dei 4 anni del progetto JACARDI saranno realizzati 142 progetti pilota in tutta Europa, coprendo l’intero percorso del paziente dal miglioramento dell’autogestione, dell’alfabetizzazione sanitaria e della partecipazione al lavoro fino all’implementazione di iniziative di prevenzione primaria e di screening tra le popolazioni ad alto rischio. I progetti pilota prevedono anche la promozione di una maggiore equità nell’accesso ai servizi sanitari e alle informazioni e la raccolta sistematica di dati durante tutto il percorso del paziente. Non da ultimo, il Progetto si pone l’obiettivo di promuovere la cooperazione locale e transnazionale, l’uguaglianza di genere nella leadership della sanità pubblica, sostenendo un modello di governance collaborativo e inclusivo, e stimolare un’efficace co-progettazione tra mondo scientifico e politica, affinché tutti i pazienti, in ogni area geografica e condizione sociale, possano accedere a questi percorsi.