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Medici e ricercatori della Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS e dell’Università Cattolica hanno scoperto che la muscolatura delle persone con sindrome di Down invecchia più velocemente: la scoperta potrebbe suggerire nuovi approcci preventivi e terapeutici per rallentare l’invecchiamento dei muscoli, nell’immediato futuro con programmi personalizzati di attività fisica e nutrizione, ma i risultati potrebbero anche stimolare nuove ricerche volte allo sviluppo di farmaci ‘anti-aging’ per i muscoli.

Lo rivela una ricerca coordinata dal dottor Emanuele Marzetti, dirigente medico UOC Ortopedia e Traumatologia del Policlinico Universitario A. Gemelli IRCCS e dal professor Graziano Onder, associato di Medicina Interna e Geriatria all’Università Cattolica e Direttore UOC Continuità Assistenziale del Policlinico Universitario A. Gemelli IRCSS, dal professor Francesco Landi, associato di Medicina Interna e Geriatria all’Università Cattolica e direttore UOC Riabilitazione e Medicina Fisica del Policlinico Universitario A. Gemelli IRCSS e dal professor Roberto Bernabei, ordinario di Medicina Interna e Geriatria all’Università Cattolica e Direttore Dipartimento Scienze dell’Invecchiamento e Neurologiche del Policlinico Universitario A. Gemelli IRCSS, con il prezioso contributo di Hélio Jose Coelho-Junior, dottorando in Scienze Motorie presso l’Università Campinas di San Paolo del Brasile e visiting student presso l’Università Cattolica, e del dottor Emanuele Rocco Villani, specializzando in Geriatria presso l’Università Cattolica.

Pubblicato sulla rivista “Experimental Gerontology”, lo studio raccomanda sin da subito di intraprendere la valutazione della massa e della forza muscolari nei giovani con sindrome di Down, al fine di mettere in atto interventi che hanno l’obiettivo di contrastare l’invecchiamento dei muscoli. In futuro potrebbero anche essere sviluppate delle vere e proprie terapie di contrasto all’invecchiamento muscolare.

La sarcopenia è un problema molto diffuso tra gli anziani: a seconda della definizione operativa utilizzata e del setting assistenziale, la prevalenza varia tra il 5 e il 70% con tassi maggiori negli anziani ospiti di RSA. In questo lavoro sono state coinvolte 105 persone con sindrome di Down di età media 38 anni e si è visto che in questa popolazione vi è una prevalenza di sarcopenia molto maggiore rispetto a quella osservabile in persone anziane residenti in comunità.

I partecipanti allo studio hanno effettuato una serie di valutazioni dell’apparato muscolo-scheletrico. “Abbiamo quantificato la massa magra, la massa grassa e la densità minerale ossea dei partecipanti – spiega il dottor Emanuele Marzetti -. Sono emerse una forza e una massa muscolare molto inferiori rispetto a quel che ci si attenderebbe in base all’età anagrafica”.

Inoltre, i valori medi di densità ossea misurati sia a livello del femore che vertebrale sono risultati bassi per l’età, suggerendo un aumentato rischio di osteoporosi precoce.

“Purtroppo a oggi non esistono farmaci per curare la sarcopenia. Gli unici interventi efficaci sono l’esercizio fisico e l’aumento dell’introito proteico, interventi che stiamo attualmente testando in una sperimentazione clinica multicentrica – prosegue il geriatra del Gemelli – . I risultati emersi dal nostro studio – conclude Marzetti – indicano che la misurazione della massa e della forza muscolare nei soggetti con sindrome di Down andrebbe effettuata a partire dall’età giovanile al fine di intervenire precocemente con l’esercizio fisico e l’alimentazione”.