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È un piccolo dispositivo, ma è in grado di migliorare in modo significativo la qualità di vita per le persone che, dopo aver subito l’asportazione della prostata, hanno problemi di incontinenza urinaria. È stato eseguito nei giorni scorsi – presso l’urologia dell’Asl di Vercelli diretta dal dott. Giovanni Cipollone – un intervento mini invasivo su un paziente che nel 2015 aveva subito una prostatectomia radicale. Un’operazione effettuata dal Dott. Gianluca Mastroprimiano sotto la guida dell’urologo parigino dott. Christophe Llorens, l’ideatore di questo piccolo strumento. “Questo device – spiega il dott. Cipollone – è costituito da un manicotto gonfiabile avvolto all’uretra e da un serbatoio con un meccanismo di attivazione. È il paziente stesso che premendo un piccolo pulsante contiene l’urina per poi avere il controllo sull’espulsione nel modo corretto. L’intervento per l’installazione di questo sfintere artificiale è stato eseguito in anestesia spinale attraverso due piccole incisioni: una in sede perineale e l’altra inguinale”. L’incontinenza urinaria è una delle complicanze che possono verificarsi dopo l’asportazione della prostata a causa di un tumore. Questa tipologia di intervento si rivela efficace nel caso in cui persiste un problema severo di incontinenza. Il paziente è stato dimesso dopo due giorni di degenza.

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