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Investimenti sul personale e sulle tecnologie, supporto ai giovani ricercatori, potenziamento infrastrutturale, oltre a una sempre più fitta rete di collaborazione con le aziende: sono questi in sintesi gli assi portanti della crescita del Tecnopolo di Bologna, sede di Ozzano – ‘Rita Levi-Montalcini’, presentati nel corso di una visita della delegazione regionale che ha consentito di fare il punto sui primi 6 anni di attività. Luciana Giardino e Laura Calzà, rispettivamente Presidente e Direttore Scientifico di Fondazione IRET  ente di ricerca scientifica indipendente e nonprofit e gestore del Tecnopolo e Paolo Celli, manager del Tecnopolo  hanno illustrato i risultati raggiunti, le strategie generali e le progettualità agli Assessori regionali Vincenzo Colla, per lo sviluppo economico e Paola Salomoni, che ha in capo scuola, università, e ricerca. Presenti anche Alberto Credi, Prorettore alla Ricerca Unibo, Morena Diazzi, Direttore generale Economia della conoscenza, del lavoro e dell’impresa, Regione Emilia-Romagna, Luca Lelli, Sindaco del Comune di Ozzano dell’Emilia e alcuni fra i principali stakeholder del territorio.
“In questa fase post-pandemica risulta determinante essere in grado di intercettare le opportunità offerte non solo dalla programmazione europea e da quella regionale, ma anche dal PNRR di imminente attivazione, e su questi assi si orienta l’azione del Tecnopolo. – ha dichiarato la Presidente Luciana Giardino – Siamo quotidianamente impegnati per riconfermare il ruolo del Tecnopolo sia a servizio delle attività di R&D nel campo specifico delle Scienze della Vita e delle aziende, sia al servizio della comunità, migliorando la capacità di rispondere ai bisogni, anche urgenti. Come ad esempio è accaduto durante la pandemia quando ci siamo messi ‘a servizio’ della comunità con i test sierologici. Lo abbiamo fatto con il massimo spirito di collaborazione e coscienti del necessario efficientamento dell’ecosistema. In questo senso per noi la pandemia è stata anche occasione di ripensare alla nostra stessa mission”.
Il Tecnopolo opera nello sviluppo di nuovi farmaci convenzionali ed innovativi, di soluzioni per la medicina rigenerativa anche con biomateriali; utilizza le tecniche bioinformatiche e le opportunità offerte dall’intelligenza artificiale per sviluppare nuovi approcci per la diagnostica e per la terapia. Uno dei focus primari del Tecnopolo è quello delle malattie e delle lesioni del cervello e del midollo spinale, patologie ancora in attesa di soluzioni terapeutiche efficaci.
Uno sguardo attento anche all’alta formazione, confermato dal lancio del nuovo Progetto ‘scientifico-formativo’ ‘Centro Ricerca NGF’ che vede in queste settimane l’installazione di nuove attrezzature di laboratorio. Esso permetterà alla Fondazione di proseguire e sviluppare gli studi avviati dalle due scienziate bolognesi, proprio a fianco di Rita Levi-Montalcini e di Luigi Aloe, poi proseguiti negli anni al Tecnopolo di Ozzano, sul “Nerve Growth Factor” e sul suo possibile impiego come farmaco, dalle grandi potenzialità in numerosi e promettenti ambiti clinici di applicazione. Laura Calzà e Luciana Giardino, docenti universitarie, sono state al fianco per oltre quindici anni di Rita Levi-Montalcini e di Luigi Aloe da vari anni stabilmente associato al team di IRET. I tre ricercatori saranno alla guida di una squadra dedicata al nuovo Progetto NGF, che verrà ufficialmente inaugurato a febbraio 2022.
“Il know-how che abbiamo accumulato e sviluppato negli anni viene oggi messo a sistema e valorizzato nell’ottica di un migliore funzionamento dell’ecosistema regionale dell’innovazione. – ha spiegato la Direttrice Scientifica Laura Calzà  Saremo in grado infatti non solo di supportare le attività di ricerca ma anche di riorientarle, quando necessario, affinché sia possibile trarre il massimo vantaggio dalle opportunità che si presenteranno a livello regionale, nazionale ed europeo. Il Progetto Centro Ricerca NGF, rappresenta una nuova sfida scientifica che il Tecnopolo grazie alla disponibilità di una infrastruttura d’avanguardia è in grado di sostenere e sviluppare nei prossimi anni. Ma rappresenta anche un’opportunità per l’alta formazione dei giovani ricercatori, come solo l’eredità di grandi scienziati quali Rita Levi-Montalcini e Luigi Aloe può garantire”.
“In questa fase di evoluzione dell’ecosistema la peculiarità del modello di sviluppo nonprofit nel cui contesto si è sviluppato il Tecnopolo garantisce la massima apertura verso tutti gli stakeholder della comunità, ampliando la mission originariamente focalizzata sulle sole aziende. Ringraziamo l’Università di Bologna, gli stakeholder, le altre istituzioni e la Regione Emilia-Romagna, da sempre fortemente impegnata sul tema Ricerca e Innovazione, con ascolto attento e mirato alla Rete dei Tecnopoli” conclude Paolo Celli, manager del Tecnopolo.
L’importanza della rete dei tecnopoli è stata richiamata anche dall’Assessore allo Sviluppo economico Vincenzo Colla, che ha dichiarato: “La rete dei Tecnopoli in regione è una rete di vere e proprie eccellenze. Il Tecnopolo di Ozzano dimostra come il dialogo costante tra i laboratori di ricerca, la didattica e formazione universitaria e il sistema delle imprese sia in grado di garantire il progresso delle conoscenze e il loro trasferimento per la crescita e lo sviluppo dell’industria farmaceutica, bio ed elettromedicale e della strumentazione diagnostica. Oggi ho incontrato ricercatrici e ricercatori che hanno lavorato con la professoressa Montalcini. Sono grandi ‘teste’ come queste che permettono alla regione Emilia-Romagna di affermarsi sempre più come un Campus di alta tecnologia e di innovazione trasversale”.
“La rete delle nostre eccellenze di ricerca è sempre a contatto con le imprese ed è questo uno dei punti di forza della nostra regione. – ha concluso l’Assessore alla Scuola, Università, Ricerca e Agenda Digitale Paola Salomoni – Quella che viviamo oggi è una fase cruciale in cui connettere Università, Ricerca, Sviluppo e Aziende deve essere il focus prioritario. La nostra rete dei Tecnopoli ha proprio questo come scopo ed il tessuto che abbiamo creato sino ad oggi sostiene più che mai tutti questi ambiti di sviluppo, in cui ogni attore è essenziale per un lavoro davvero corale”.
La Rete dei Tecnopoli, creata e sostenuta dalla Regione Emilia-Romagna con risorse europee e regionali e coordinata da ART-ER, è il cuore dell’ecosistema regionale dell’innovazione. In queste infrastrutture, 10 in totale articolate in 20 sedi, si realizzano attività di ricerca industriale a favore delle imprese e sono rese accessibili le attrezzature e competenze scientifiche di supporto. Obiettivo dei tecnopoli è accompagnare le filiere produttive e i territori nei processi di innovazione e affrontare così le sfide connesse agli obiettivi di competitività e sviluppo sociale ed economico.