Sono stati pubblicati su “Cancers” i risultati di uno studio clinico curato dall’équipe di Chirurgia Toracica dell’IRCCS Istituto Clinico Humanitas. I chirurghi hanno messo a punto un protocollo, New Eras, che consiste nel seguire da remoto, con la telemedicina, i pazienti dimessi dopo un intervento di robotica per lobectomia grazie a speciali dispositivi elettronici. Obiettivo dello studio era la validazione di questo percorso, con indicazione dei vantaggi per i pazienti.

«Il programma è iniziato nel 2022 – spiega il Prof. Marco Alloisio, responsabile della Chirurgia Toracica dell’IRCCS Istituto Clinico Humanitas – come risposta alle necessità causate dalla pandemia, che ha spinto gli ospedali a riorganizzare i percorsi per tutelare le persone più fragili, come i pazienti oncologici. Anche in ambito chirurgico, la tecnologia si è dimostrata una soluzione per ridurre la permanenza in reparto, tutelando la sicurezza dei pazienti».

Base del programma, la chirurgia robotica del polmone che, per le sue caratteristiche di mininvasività, favorisce un miglior recupero post-operatorio. Da qui l’idea di seguire a domicilio i pazienti dopo le dimissioni, riuscendo a ridurre a 2 le giornate di degenza ospedaliera rispetto a una media di 5 con la chirurgia tradizionale.

«Il protocollo – spiega il suo ideatore e coordinatore, Dott. Edoardo Bottoni, chirurgo toracico referente del programma di Chirurgia robotica dell’IRCCS Istituto Clinico Humanitas – ha coinvolto pazienti in età compresa tra 18 e 75 anni con tumore al polmone e avviati a un intervento di chirurgia robotica. Tutti avevano un aiuto a casa e si sono dimostrati in grado di interagire con il dispositivo elettronico utilizzato per le televisite. I vantaggi riscontrati sono: miglior recupero dopo l’intervento e minor dolore grazie al supporto da remoto degli anestesisti. I pazienti inoltre hanno confermato la facilità nel seguire le indicazioni del personale medico-infermieristico da casa».

Non ultimo, il protocollo New Eras ha dimostrato la sostenibilità dei programmi di chirurgia robotica in termini sia di costi dei macchinari sia di rapidità di accesso agli interventi chirurgici per i pazienti.

La multidisciplinarietà tipica dei Cancer Center è l’ingrediente fondamentale per rendere possibile questo approccio che richiede l’impegno di chirurghi, medici, infermieri, fisioterapisti e anestesisti.

Prima dell’intervento, il paziente e il suo accompagnatore vengono istruiti nel dettaglio dal personale medico sull’utilizzo del device fornito dall’ospedale. «Si fanno insieme le prove con smartphone e dispositivo elettronico per verificare che tutto funzioni – continua il Dott. Bottoni -. Il giorno delle dimissioni, generalmente 48 ore dopo l’intervento con la chirurgia robotica, i pazienti rientrano a casa con il drenaggio. Il device consente un contatto diretto con medici e infermieri, utile per il monitoraggio e la gestione del dolore. Nella lettera di dimissioni, oltre a tutte le indicazioni da seguire c’è un numero dedicato per le urgenze o le informazioni».

Una volta a casa, il primo giorno ogni 4 ore, il paziente deve misurare i parametri richiesti: pressione, saturazione, frequenza cardiaca, temperatura. Il drenaggio viene gestito sempre tramite device in televisita con il supporto del medico. Il secondo giorno si misurano nuovamente i parametri. Il terzo o quarto giorno si torna in ospedale per togliere il drenaggio.

Segue il normale follow up: medicazione in ospedale dopo due settimane e consegna dell’esame istologico.

Per garantire la sicurezza del paziente, è stato predisposto un percorso dedicato di Pronto Soccorso per gestire eventuali casi critici, che non sono stati riscontrati. Allo stesso modo, non sono inclusi nel protocollo i pazienti che necessitano di Terapia Intensiva, per i quali non è possibile una dimissione in 48 ore.