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«Don Carlo ci ha lasciato il mandato di accogliere ogni situazione di fragilità e farci compagni di cammino di chi soffre, mettendo a disposizione tutto quello che abbiamo. Davanti a un bambino sofferente, siamo degli artigiani di umanità: non ci viene chiesto solo di curare la malattia, ma di farci carico del suo progetto di vita, che va oltre la dimensione terapeutica, e diventa accompagnamento nella sua dimensione relazionale, perché la prima forma di cura è la relazione». Con queste parole di don Vincenzo Barbante, Presidente della Fondazione Don Gnocchi, si è chiuso l’incontro organizzato il 21 settembre scorso, in occasione dell’inaugurazione dei nuovi spazi del servizio di Neuropsicomotricità Infantile del Centro “S. Maria della Pace” di Roma.
Si è trattato di una grande festa che ha visto protagonisti i piccoli pazienti del Servizio, le loro famiglie e le tante persone accorse per il taglio del nastro dei locali rinnovati, a misura di bambino e collocati in un’area verde molto accogliente, nei quali sono stati accentrate tutte le attività a loro dedicate.

Una festa iniziata con una Tavola rotonda, coordinata da Tonino Cantelmi, Presidente dell’Associazione italiana psicologi e psichiatri cattolici, che ha visto la partecipazione, tra gli altri, di Alessio D’Amato, Assessore alla Sanità e integrazione socio-sanitaria della Regione Lazio, di Barbara Funari, Assessore alle Politiche sociali e alla Salute del Comune di Roma, di Maria Chiara Carrozza, Presidente del CNR e già Direttrice scientifica della Fondazione e a don Massimo Angelelli, direttore dell’Ufficio nazionale della Pastorale della Salute della CEI. A introdurre, in veste di “padrone di casa”, il Direttore dell’Area Centro Sud della Fondazione Don Gnocchi, Giampaolo Pierini, che ha ringraziato tutti per l’importante risultato conseguito che rilancia a pieno titolo le attività a favore dei più piccoli per cui il Centro “S. Maria della Pace” era nato, nel 1950.
Francesco Converti, Direttore generale ed Eugenio Guglielmelli, Direttore scientifico della Don Gnocchi hanno ricordato attività e dimensioni della Fondazione e l’importanza della ricerca scientifica, con particolare riferimento ai progetti in corso e futuri rivolti all’età evolutiva. La professoressa Carrozza ha invece sottolineato l’importanza della ricerca traslazionale e dell’accessibilità alle migliori cure e tecnologie disponibili. «In Fondazione Don Gnocchi, essere stata vicina ai pazienti – ha ricordato con emozione – è stata un’opportunità unica, perché mi ha fatto capire l’importanza della loro peculiarità e del loro singolo contributo nello sviluppo di soluzioni innovative».
Gigi De Palo, Presidente nazionale del Forum delle Famiglie, ha evidenziato il ruolo della Don Gnocchi, come delle realtà del terzo settore, in quanto attori della sussidiarietà, capaci, senza grandi clamori, di dare risposte concrete alle famiglie, fattore per nulla scontato. Don Massimo Angelelli della CEI ha parlato della necessità di alleanze sempre più strette tra la sanità pubblica, il mondo non profit, il volontariato e la rete delle famiglie, per convergere, nel rispetto dei ruoli e delle posizioni di ciascuno, verso obiettivi comuni.

Luigi Orfeo, presidente della società italiana di neonatologia, ha ricordato i progressi compiuti dalla medicina italiana per ridurre il numero di bambini nati con paralisi cerebrali infantili e patologie neuro sensoriali, sottolineando però l’importanza della riabilitazione nel momento in cui i piccoli pazienti sono dimessi dalle strutture ospedaliere.

L’Assessore regionale D’Amato ha invece espresso l’impegno della Regione Lazio a proseguire sulla vita della collaborazione con la Fondazione, valorizzando merito e professionalità e lavorando con spirito unitario verso le nuove sfide, allo scopo di valorizzare al massimo le eccellenze della Don Gnocchi sul territorio. Sulla stessa lunghezza d’onda Barbara Funari assessora a Roma Capitale, che ha parlato di alleanza verso cui convergere per disegnare il futuro insieme.
A rappresentare il mondo della consulenza aziendale, era presente Donato Scolozzi, partner di Healthcare & Lifescience di KPMG che ha richiamato la necessità di un coordinamento tra chi cura e chi fa ricerca, tra pubblico e privato. Il direttore medico e assistenziale della Fondazione Don Gnocchi, Lorenzo Brambilla ha chiuso infine la tavola rotonda, ricordando l’impegno del servizio, nei mesi di lockdown, attraverso la teleriabilitazione a garantire il proseguimento delle attività a distanza. «Aprire un nuovo reparto per bambini in questa fase – ha dichiarato – è un momento di grande gioia e rende Roma una città ancora più bella».

E’ toccato poi a Maria Chiara Stefanini, neuropsichiatra infantile e promotrice nel 1998 del servizio di neuropsichiatria di Roma e a Laura Iuvone, attuale responsabile medico, tracciare passato e presente del servizio che, nato con una dotazione di due stanze, una palestra e un container e 30 piccoli pazienti, oggi conta sull’apporto di 33 operatori tra medici specialisti in neuropsichiatria infantile e un consulente ortopedico, terapisti della neuropsicomotricità, tra cui un’osteopata, logopedisti, terapisti specializzati in trattamenti cognitivi, psicologi dell’età evolutiva, tecnico EEG e segue mediamente circa 300 bambini l’anno con gravi disabilità in maniera continuativa, di cui il 75% tra 0 e 6 anni.

A rimarcare la proficua collaborazione tra il Servizio di neuropsicomotricità della Don Gnocchi e strutture pubbliche è stato Bruno Spinetoli, direttore dell’UOC tutela salute mentale e riabilitazione dell’età evolutiva dell’ASL Roma 1. Emozionanti e appassionate le testimonianze di due mamme di piccoli pazienti del servizio che, al di là del racconto delle rispettive esperienze personali, hanno lanciato un appello per una rete di relazioni ancora più stretta tra tutti gli operatori e le famiglie.

Ospite di eccezione della grande festa delle famiglie seguita alla Tavola rotonda, Pino Insegno, che, microfono alla mano, ha animato e interagito con i piccoli pazienti del servizio.